Quel giorno Yuri era nervoso.
La notizia della vicenda accadutagli si era ormai estesa sui social dal giorno stesso. Gli altri glielo tenevano nascosto, era palese, ma scorrendo quel poco internet aveva trovato tantissime dicerie diverse.
"Yuri Katsuki, ultimo nella finale del Grand Prix, può non avere più la possibilità di pattinare"
"Il giovane talento giapponese ricoverato in ospedale per via di un tragico incidente accaduto lungo il suo percorso, le notizie non sono ancora certe"
Anche solo ricordare le pagine visitate poco prima lo faceva innervosire, perché parlare senza prima documentarsi? Anzi no, forse era meglio così, non voleva che i membri della sua famiglia e Victor dovessero esporsi a tanto.
Per la verità lui era il primo cui non voleva farlo.
"Ah! Pichit-kun" sorrise il ragazzo, sbloccando la videochiamata.
In quel periodo erano soliti sentirsi tutti i giorni. Il Grand Prix era già cominciato e Yuri si informava quel poco per sapere il vincitore di ogni gara.
"Pensa che roba, devo aspettare la fine della Rostelecom Cup per sapere se avrò accesso alla finale del Grand Prix!" sbuffò con la sua voce squillante.
"Ho sentito che...Seung Gil ha piazzato un..quadruplo Loop"
"Michele Crispino ha addirittura fatto una combinazione che solo sua sorella ha provato"
"Ma pensa tu" disse il ragazzo in sovrappensiero
"Yuri" lo richiamò la voce preoccupata del thailandese
"Non hai novità?"
Il giapponese scosse la testa, leggermente irritato
"Non ce la faccio..più" si prese del tempo, prima di introdurre la nuova frase
"Sono stanco Pichit. Non voglio che la mia carriera..finisca"
"Non finirà, Yuri, adesso hai solo bisogno di riposo. Tornerai presto a gareggiare"
Riposo..riposo.
Yuri era stanco di sentire quella parola.
"Sì" rispose lui noncurante, sapeva più di Pichit che non sarebbe tornato in gareggia.
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You are the champion, Yuri [Victuri]
Short Story[storia breve] Dal testo: Con un veloce sguardo Yuri vide Victor, lo guardava sorridendo. Per lui, vedere il suo coach, o per meglio dire la sua ispirazione guardarlo sorridere mentre si esibiva era una gioia immensa