02. Notte

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Draco aveva sempre amato la Sala Comune dei Serpeverde, soprattutto quando era così vuota. Capitava raramente di vederla senza nessuno all'interno, specialmente durante il giorno. Lui, al contrario, preferiva viverla di notte. Quando non riusciva a dormire, sgattaiolava fuori dal suo dormitorio per andare nella Sala Comune, sedersi su uno dei divanetti in pelle neri e guardarsi intorno, osservando i colori e tutto ciò che essi gli trasmettevano. Era il suo momento di ristoro, e riusciva a riposarlo quasi più di una bella dormita. Per questo motivo, quella sera, invece di andare a riposarsi nel suo letto, preferì sedersi sul divanetto, e cominciare a fantasticare.

Da quando aveva incontrato Potter e aveva fatto quell'infelice chiacchierata con lui, si chiedeva perché fosse uscito a cercarlo. Voleva davvero sapere se stava bene? O era solo una scusa per vedere la sua parte più vulnerabile e poi spiattellarla davanti a tutti, facendo capire che il Draco di qualche anno prima non esisteva più? A quest'ultima domanda, il biondo non poteva che rispondere che no, Potter non l'avrebbe mai fatto, non era così cattivo. Quella era più una cosa che avrebbe potuto fare Pansy se, ad esempio, a stare male fosse stata la Granger. Ma quella risposta non riusciva a soddisfare i quesiti di Draco che, al contrario, non facevano che moltiplicarsi nella sua testa: perché pensava questo di Potter? Da quando lo reputava "uno dei buoni" e non semplicemente "quello dalla parte sbagliata"? E da quando si faceva così tante domande su Potter?

I pensieri del biondo furono interrotti bruscamente da una porta che si apriva, e dai brusii di una marmaglia di gente che entrava nella Sala Comune non curandosi di lui. I suoi amici si avvicinarono a lui, trovandolo seduto a gambe aperte, coi gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani fra i capelli. Era stato sopraffatto così tanto dai suoi stessi pensieri da non rendersi conto che l'unica cosa che in realtà la sua testa voleva era smettere, smettere e ancora smettere.

"contento adesso, Blaise? Adesso che lo abbiamo trovato con le mani ai capelli convieni con me che c'è qualcosa che non va?" Pansy parlava come se Draco non fosse neanche lì, e quest'ultimo pensò davvero che quella sera l'amica avesse deciso di distruggerlo e sfinirlo, come se lui non avesse già abbastanza problemi.

Si sentì uno sbuffo irritato provenire da poco lontano, mentre il ragazzo faceva qualche altro passo, giusto per affiancarla e poterla guardare negli occhi, "Pansy, devi smetterla di comportarti come se fossi sua madre, hai questo atteggiamento da sempre, sono sicuro che Draco si stancherà prima o poi"


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Finita la cena, Harry, Ron ed Hermione si dirigevano verso la loro Sala Comune. Dopo aver chiacchierato un po' davanti al caminetto, decisero che era giunta l'ora di andare a dormire.

Harry però, come suo solito, non riuscì subito ad addormentarsi. Per questo motivo, decise di affacciarsi alla finestra del suo dormitorio, e sedersi lì ad osservare l'esterno. I suoi amici stavano già dormendo mentre lui osservava le stelle e il buio fitto della Foresta. Trovava la notte affascinante, e qualche volta si era anche chiesto perché non si vivesse di notte e si dormisse di giorno. Riusciva a farlo pensare molto, e quasi sempre non in maniera negativa. Era praticamente l'unico momento in cui si trovava solo con se stesso, e col tempo aveva imparato a capire che qualche momento da solo di certo non gli avrebbe fatto male. E lui era davvero fiero di questo traguardo, perché era passato dal temere la solitudine a considerarla quasi la giusta opzione, ogni tanto.

Per Harry il sonno tardava ad arrivare, e lui cominciava a sentirsi annoiato. Mentre fissava il vuoto pensando a tutto ma allo stesso tempo a niente, ebbe un'idea. Andò a prendere la Mappa che i gemelli Weasley gli avevano regalato, tanto per curiosare e controllare se ci fosse qualcun altro che come lui non riusciva a dormire. Sussurrò Lumos e la bacchetta si illuminò immediatamente. Si girò di spalle coprendo la luce col suo corpo, così da non infastidire nessuno dei suoi compagni che stavano dormendo tranquillamente, e puntò la bacchetta sulla Mappa. Sembrava tutto silenzioso e immobile, come se il tempo si fosse fermato. Tutti i nomi erano fermi in un punto, probabilmente tutti a letto, e l'unico movimento visibile era quello di qualcuno che ogni tanto andava in bagno e poi tornava a dormire. Harry stava per chiudere la mappa, quando vide qualcuno camminare avanti e indietro e ripercorrere i suoi passi, più volte. Draco Malfoy era sveglio quanto lui, ma sembrava decisamente più agitato ed irrequieto. Il suo nome sembrava una trottola, pensò Harry. Adesso andava avanti, poi indietro, adesso di nuovo avanti, e poi ancora indietro.


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Harry sapeva di star facendo una cosa sbagliata, sapeva che non avrebbe dovuto farlo e sapeva che sarebbe risultato strano a tutti. Allora perché stava continuando a farlo? Se qualcuno glielo avesse chiesto, lui avrebbe potuto giurare di non riuscire a controllare il suo corpo, e che questo stesse prendendo una decisione tutto da solo. Comunque, Harry o il suo corpo che sia, non aveva intenzione di fermarsi. Con la luce ancora accesa, Harry cercò il mantello dell'Invisibilità, si coprì e, tenendo ancora la mappa in mano, sgattaiolò fuori dal dormitorio, e poi dalla Sala Comune, camminando in direzione di Draco. Era solo curioso di sapere cosa facesse, continuava a ripetere Harry nella sua testa.

Il vero problema però si presentò quando Harry, arrivato davanti alla Sala Comune dei Serpeverde, non aveva idea di come entrare. E, anche se fosse entrato, cosa avrebbe raccontato a Draco? Che l'aveva visto agitarsi su e giù per la Mappa? Anche dicendogli questo non sarebbe riuscito a scampare al giusto ed ovvio quesito che sicuramente Draco gli avrebbe posto: "e quindi?"

"è chiaro, ho avuto ufficialmente una pessima idea" borbottò Harry, guardando sulla Mappa che l'unica cosa a dividere i due ragazzi era il muro alle sue spalle.

Ma se lui, in ogni caso, non avrebbe mai potuto sentire ciò che accadeva all'interno, al contrario dall'interno Draco poteva sentire i rumori esterni. Quest'ultimo, probabilmente supponendo che fosse stato solo frutto della sua immaginazione e della mancanza di sonno, si fermò comunque di botto, avvicinandosi all'uscita e tendendo l'orecchio verso l'esterno. Harry, che aveva la Mappa ancora tra le mani, e che non smetteva di fissare il suo nome, non poteva far altro che notare questo brusco movimento del biondo e, maledicendosi mentalmente per aver anche soltanto fatto rumore respirando, si coprì per bene sotto il mantello, nel caso a Draco fosse venuta l'idea di aprire la porta e guardarsi intorno. E, neanche come la migliore delle veggenti, Harry percepì giusto, perché un secondo dopo la porta si aprì ed una testa bionda sbucò fuori, guardandosi intorno con fare sospettoso. Harry dovette fare appello a tutta la sua forza e al suo autocontrollo per non scoppiare a ridere mentre lo guardava da sotto il mantello. L'ambiente era buio attorno a loro, tranne per la sua luce all'interno del mantello, ed Harry non fece a meno di paragonare, nella sua mente, la testa color biondo platino che si muoveva irrequieta nel buio ad una lucciola sola che vagava per il bosco.

Quando Draco si assicurò che fosse tutto frutto della mancanza di sonno, o almeno così si era convinto, rientro nella Sala Comune chiudendosi la porta alle spalle, e disse a se stesso che forse era l'ora di provare a dormire, poiché la notte stava per finire, e il giorno e le lezioni incombevano su di lui come un avvoltoio che aspetta la sua preda.

Allo stesso modo Harry tornò nel suo dormitorio, silenzioso ed invisibile, andando a dormire con l'immagine di Draco-lucciola ancora ben visibile nella testa.


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La mattina dopo, a colazione, sia Harry che Draco davano l'impressione di non aver dormito tutta la notte. Avevano occhiaie pesanti e violacee, che Harry riusciva un po' a camuffare dietro gli occhiali, ma che non davano la minima possibilità a Draco di essere coperte in qualche modo

"Harry, hai dormito bene? Hai una faccia..."

"Ronald! Non si dice in questo modo!" la voce scocciata di Hermione e il suono che provenne dal leggero colpetto dietro la testa che la ragazza diede a Ron, sembravano rimbombare nella testa di Harry come se questa fosse completamente vuota. Non lo aveva fatto spesso, ma la sensazione che aveva addosso era quella che di solito si sente la mattina dopo una sbronza.

"si, io... ho dormito bene, ho solo un po' di mal di testa" rispose Harry, cercando di fare il sorriso più veritiero che riuscì a tirare fuori

"oh Harry perché non vai da Madama Chips per farti dare qualcosa?" disse Hermione con voce dolce e leggermente più bassa, come se si aspettasse che, visto il mal di testa, Harry non avesse voglia di sentire rumori forti o voci squillanti

"no non preoccuparti, se dovessi stare così anche alla fine delle lezioni ti prometto che andrò in infermeria", Hermione annuì in accordo, riprendendo a mangiare la sua colazione.

"è strano Harry, Malfoy ti sta fissando, ed ha la stessa faccia orribile che hai tu in questo momento. Sembra non dormiate da mesi"

Harry alzò subito la testa alle parole di Ron, guardando l'altro capo della Sala Grande, fra il tavolo dei Serpeverde, trovando Draco a fissarlo. Sembrava avesse un'aria interrogativa, ma sempre col suo viso freddo ed impassibile. Probabilmente, pensò Harry, aveva visto le condizioni del suo viso, e aveva cominciato di nuovo a chiedersi se la voce che aveva sentito la notte prima, fuori dalla Sala Comune dei Serpeverde, fosse davvero soltanto frutto della sua immaginazione o della sua mancanza di sonno.

Slytherin common room || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora