4.

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Avevo parlato dei miei sospetti con Grace e lei...beh aveva reagito con esultanza ed euforia, tipica del sua carattere. Aveva riso, prendendomi in giro, per essermi ritrovata compagna di un vecchio noioso prof di Storia.

-Grace!-

-Scusa. Scusa. Ma è troppo divertente! Non vi siete mai davvero parlati voi due, a parte quando gli hai urlato addosso per farlo allontanare.-

-Lo so.- risposi dall'altro capo del telefono.-L'ho respinto...- realizzai in quel momento che le mie parole avrebbero potuto avere un effetto molto più grave. -E se lui pensasse che l'ho rifiutato?-

-Grace stavi male...-sospirò lei attraverso il cellulare. -Senti cos'ho trovato: è originario di un piccolo paese Australiano, ecco perchè ha quei capelli biondi e gli occhi così azzurri, tipici da surfista.- ridacchio,-Ha 28 anni, quindi tecnicamente vi passate circa 10 anni...non sono troppi. Ha vinto la borsa di studio al college per lo sport e si è specializzato a pieni voti in storia e in seguito ha preso il master in mitologia greca e norrena. Ha scritto anche qualche libro... ti sei accalappiata una bella testa!-

Avevamo chiuso la chiamata notte fonda e dopo ero crollata come un ghiro nelle braccia di Morfeo, senza alcun sogno.

Quella mattina mi ero svegliata insolitamente bene. Mi ero preparata con piiù cura del solito, senza esagerare. Ne avevo discusso con Grace e avevo deciso di saltare la sua lezione nel pomeriggio e di parlare con lui alla fine del corso.

Ero entrata in aula quandotutti erano usciti, mi ero tenuta molto lontan d alui mentre la nausea sopraggiungeva.
-Professore, potrei parlarle... - mormorai, lo stomaco mi si strinse. Era lui.
Mi appoggiai ad uno dei primi banchi. Tremavo come una foglia sospinta dal vento, o meglio durante un tornado.
-Si.-rispose con fronte aggrottata, si piazzò dietro la scrivania con sguardo ferito e fronte aggrottata, mentre sistemava i libri della lezione in modo ordianto sulla cattedra.
-Io... Sono una mezzosangue. - sussurrai. - Non avevo idea che si soffrisse così, quando...- sospirai a lungo, non riuscivo nemmeno a parlare.  -Lei è il mio compagno?-
 chiesi infine. La sua testa scattò in alto verso di me, mollò i libri sul piano di legno e a grossi passi raggirò la cattedra mi si avvicinò con sicurezza. 
-Si.  -Disse quella parola con molta sicurezza e io mi limitai a fissarlo mentre il mio corpo si contraeva dal dolore.
-Mi spiace, ma non mi sento bene.- mormorai sottovoce.
Le sue braccia mi avvolsero in un istante, spostando il mio corpo ad entrare in contatto con il suo. Il mio naso finì subito sul suo petto, contro la sua camicia blu. Come mezzosangue ero più simile ad un umana, ma in quel particolare caso riuscivo a sentire il suo particolare odore che richiamava il sandalo.
Le sue braccia mi tennero stretta per un tempo che parve infinito. Il mio corpo, si era semplicemente abituato alla sua presenza e come se, finalmente, fossi scesa dale montagne russe.
-Brava, cuore mio.-
Annuì sul suo petto. -Mi dispiace per averti detto quelle cose....Non sapevo...-

-Sshh. non importa. Adesso sei con me, questo è l'importante...- Le sue braccia si mossero e poco dopo si era leggermente allontanato e mi stava guardando profondamente negli occhi. -Ti senti meglio? -
Annuì, arrossendo vistosamente. Non mi ero nemmeno accorta dì avere il cuore in gola.
Sorrise dolcemente e chinó il capo verso di me per baciarmi.
Il cuore mi scoppió nel petto e io mi aggrappai con tutte e due le mani sulle sue spalle muscolose. Le sue labbra si mossero sulle mie...
Cavolo, ero cotta.

If Love ComesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora