Capitolo 6: La nuova casa

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Dopo essermi accomodata su uno dei divani nella hall dell'hotel decisamente in anticipo vidi il ragazzo venirmi incontro.

Incredibile il fatto che fosse già o ancora lì.

"Allora? Andiamo?"
Domandó mentre la sua figura era sempre più vicina a me che ero seduta.

Non risposi e mi alzai seguendo quello che avrebbe dovuto portarmi a conoscere alcune zone di Totowa, la città in cui avrei dovuto vivere per un po'.

"Allora, che fai nella vita Zoe?"
Domandó Tony mentre passava le dita tra i suoi capelli.

"Studio, ma mi piace anche danzare."
Affermai sapendo già che in realtà a lui non fregava nulla.

"Davvero? Anch'io ballo, tu che danza fai?"
Rimasi stupida ma allo stesso tempo fui contenta per l'affermazione data dal ragazzo.

"Classica e moderna, tu?"

"Hip hop e break dance."

Dopo aver scoperto di avere entrambi la passione per la danza il ragazzo mi portó in una piazzetta dove vi erano dei chioschetti in cui vendevano cibi spazzatura.

Tony insistette per offrirmi un hotdog e dopo un po' accettai.

Consumammo il cibo seduti su un muretto e continuammo a parlare di varie cose.

Dopo aver passato una mezz'oretta a scherzare il ragazzo affianco a me scese dal muretto e pose le sue mani ai lati delle mie gambe, avvicino il suo viso al mio intento a baciarmi.

"Scusami ma sono fidanzata."
Mormorai quasi sentendomi costretta, pronta a far diventare quella situazione imbarazzante.

"Ah scusami non volevo."
Disse il ragazzo chiaramente vergognato per ciò che aveva appena cercato di fare.

"No hai ragione, avrei dovuto dirtelo prima."

"Tranquilla, ti riaccompagno a casa."

Non ero mai stata così imbarazzata.

Da un lato sapevo di aver sbagliato a non dirgli che ero fidanzata, ma dall'altro aveva sbagliato anche lui, non era un appuntamento e lo avevo appena conosciuto.

Il tragitto silenziosissimo fu interrotto da Tony: "Mi dispiace davvero, io non volevo."

"Tranquillo davvero, avrei dovuto dirti con da subito come stavano le cose, non è colpa tua."
Risposi cercando di chiudere l'argomento il prima possibile, non ne volevo piú parlare.

Dopo una decina di minuti arrivammo in hotel, lo salutai mentre salii le scale e lui rimase al piano terra.

Salii in camera e vidi mia madre, sembrava davvero arrabbiata.

"Dove sei stata? Non crederai mica di poter fare ciò che vuoi? Non ancora messo piede in America e giá esci con altre persone?!"

"Si mamma, lo so che ho sbagliato ma ho fatto solo una passeggiata, nulla di che."
Alzó gli occhi al cielo e non aggiunse nulla consapevole del fatto che ormai ero uscita e non mi avrebbe potuto fare niente.

Inoltre i miei non sono mai stati severi e non capivo il comportamento di mia madre in quel momento.

Gli altri avevano già cenato, così andai in bagno, mi lavai e indossai il pigiama.

STILL IN LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora