Capitolo 2: You've gotta let it go

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Non volevo andarci. Dovevo farlo ma non volevo.
Ero ancora all'inizio delle scale, in ginocchio, abbracciata a mio fratello che piangevo. Non volevo smettere. Era da giorni che trattenevo le lacrime.
"Lydia..." mio fratello prese il mio viso tra le sue mani, per guardarmi negli occhi, e me lo accarezzò "Dobbiamo andare.."
Cominciai di nuovo a tremare. Non volevo. Volevo restare lì a casa, togliermi quel vestito di merda e buttarmi a letto a piangere per tutto il giorno.
Scossi la testa "Non voglio venire.." Mio fratello sospirò "Lo so che non vuoi.. e so che non è facile.. ma se non vieni te ne pentirai in futuro."
Non aveva torto.. Così mi alzai da terra.
Mio fratello mi accarezzò la testa, mi diede un bacio in fronte e mi prese per mano.

Non appena arrivammo alla struttura tutta la gente si girò verso di me.. Sentivo i loro sguardi addosso. Mi veniva da vomitare. Volevo scappare, immediatamente.
Camminai lentamente lungo la navata, e raggiunsi la bara sotto lo sguardo attento dei presenti.
Posai la rosa sopra la bara e, con le lacrime agli occhi e il magone in gola, mi chinai per baciare il legno nel punto in cui, probabilmente, c'era la sua testa.
Trattenni le lacrime.. non potevo piangere, non lì.. non davanti a tutta quella gente che mi fissava.
Presi un bel respiro, per calmare il mio cuore che stava per esplodere, e lentamente com'ero arrivata ho ripercorso tutta la navata e sono uscita da lì.
Successivamente rientrai in chiesa e rimasi lì fino alla fine, seduta sulle prime panche... accanto alla mia famiglia, la sua famiglia.
Durante la messa, Michael mi prese per mano... anche lui, come gli altri, stava cercando di trattenere le lacrime.
Guardai quella bara e, per un momento, mi tornarono alla mente tutti i nostri ricordi.. Una lacrima solcò il mio viso e non mi preoccupai nemmeno di asciugarla.
A fine della messa, mi alzai e senza dire niente, uscì dalla chiesa.
I ragazzi mi raggiunsero, nessuno di loro osava proferire parola. Guardai di nuovo verso la navata affollata, un'ultima volta.
Poi mi voltai e me ne andai, senza guardarmi più indietro.

Odio i funerali. Non so mai come comportarmi in queste situazioni.
La gente viene da te, ti abbraccia e ti fa la condoglianze. E tu non sai mai come rispondere.
Credevo di essere, ormai, abituata a quella situazione. Era giù successa una volta. Invece no.. ogni volta, ogni funerale era sempre peggio.
Mi guardai intorno. Troppa gente.
Di tutta quella gente presente nella stanza, sicuramente nessuno lo conosceva come lo conoscevo io.
O come lo conoscevano i ragazzi.
Mi massaggiai la fronte con le dita e mi appoggiai al muro.
Mi guardai di nuovo intorno.
"Ehi..." una voce attirò la mia attenzione.
Mi voltai e davanti a me c'era Elizabeth.. la mia migliore amica.
Aveva gli occhi gonfi e arrossati.
"Come stai?" Chiese la ragazza guardandomi "e non mentirmi..ti prego."
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
"Come vuoi che stia?" Feci una pausa.
Mi guardai nuovamente intorno. Non so nemmeno io chi stessi cercando.
"Sto uno schifo.. non mangio da giorni, non dormo da chissà quanto tempo.. sento continuamente la sua voce. Sto per impazzire!" Mi voltai verso la mia migliore amica e puntai i miei occhi sui suoi.
La ragazza non rispose e abbassò lo sguardo. Cosa poteva dirmi? Quella situazione era uno schifo.
Sospirai. "Hai parlato con Calum?" Le chiesi, continuando a guardarla.
Meglio cambiare argomento.
"...Non ancora." Rispose sussurrando.
"Cosa stai aspettando? L'invito scritto? Vai da lui.. ha bisogno di te." Cercai il ragazzo in mezzo a tutta quella gente.
E quando lo trovai non diedi a Elizabeth nemmeno il tempo di rispondere, indicai un punto e dissi "guarda si trova proprio là."
La ragazza mi ignorò, così la presi per le spalle e continuai "ora.. tu vai da Calum, ci parli, e lo consoli. Perché, sinceramente, mi sono rotta di voi." E la spinsi verso il punto in cui Calum si trovava.
La ragazza mi guardò un'ultima volta, successivamente si allontanò, ed io rimasi sola. Di nuovo.
Mi mancava l'aria. Dovevo uscire, dovevo andarmene da quella stanza.
"Lydia.." mi richiamò Michael "hai visto Luke?" Mi chiese, mettendomi una mano sulla spalla.
"No, non l'ho visto da nessuna parte.. ma se lo trovo gli dico che lo stai cercando.." dissi al mio migliore amico.
Michael mi guardò, stava per dirmi qualcosa ma io lo anticipai "Ora, perdonami Michael, ma devo uscire da questa stanza...mi manca l'aria."
E senza dargli il tempo di rispondere, mi allontanai dal ragazzo.
Uscii dalla porta sul retro, e mi ritrovai davanti un'enorme piscina.
Finalmente potevo tornare a respirare.
L'aria era leggermente fredda, così mi strinsi nella mia giacca.
Osservai la piscina...
La Luna risplendeva sulla superficie dell'acqua.
Alzai gli occhi al cielo e guardai le stelle.
Chissà, magari Lui si trovava là.
Sospirai e abbassai nuovamente lo sguardo verso la piscina ma qualcosa, dall'altra parte di quest'ultima, attirò la mia attenzione.
"Ecco dov'era" pensai, mentre mi avvicinavo alla figura.

Easier - Luke Hemmings  (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora