{Corruzione}

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O speranze, arie stantie e tetre,
Abbandonate il mio corpo!
Non voglio nient'altro
che semplicità, calma,
Mormorii e ordine


Sangue. Metallico, forte, potente.
Era quello il primo odore che ricordava.
L'unico suono era prodotto da lui, con boati che risuonavano e scuotevano l'aria. Vedeva solo nero, un oscurità potente e accecante, interrotta da sprazzi rosso fuoco.
Rabbia. L'unica emozione che sentiva, che lo invadeva, lo logorava mangiando dall'interno ogni suo organo. Bruciava, gridava, una massa di buio e distruzione.
Poi, la luce.
Il mare.
La calma.
Mi chiamo Chuya Nakahara. Ho sette anni. Vivo a Yokohama. Ho una vita tranquilla.

Che bugiardo.

O conoscenze,
Guardiani della oscura disgrazia
Non svegliatemi di nuovo!
Patirò la mia solitudine,
le mie braccia già paiono inutili.

- Sono io Arahabaki.
Ma lui lo sapeva già. Era stato proprio Arthur Rimbaud, anni prima, a liberarlo da quella gabbia per poi lasciarlo lì nelle macerie dell'esplosione da lui creata.
Chuya aveva sempre saputo chi era. Nonostante avesse cercato più volte di negarlo, fingere che non fosse così, ma aveva affrontato la realtà. Sapeva benissimo cosa significava un potere simile, e la sua pesantezza spesso gli prendeva la trachea, lo soffocava.
Solo poche persone conoscevano quel segreto inconfessabile. Una ormai morta e l'altra, purtroppo per lui, era Dazai.
Perché, tra tutte le persone di quel incasinato mondo, proprio Osamu Dazai doveva avere con sé la chiave per fermare Corruzione? Perché proprio la persona che lo aveva fatto soffrire e trattato come un cane doveva essere il suo unico appoggio in battaglia?
Un dio distruttore non meritava forse di meglio?

O occhi che si aprono dubbiosi
Occhi aperti che rimangono immobili.
Ah, mio cuore
Che crede più negli altri
Che in sé.

Un'arma, ecco cos'era. Per anni mandato a attaccare come un animale, facendo affidamento solo su Dazai. La rabbia che si liberava, spezzando le catene che a lungo l'avevano tenuta prigioniera, per poi esplodere e investire tutto quanto con violenza, forza, morte.
Eppure non riusciva a rinunciare alla sua umanità, per quanto forse piccola e indifesa.
Non voleva essere solo un contenitore, ma un essere umano completo, una persona che aveva qualcosa da offrire.
Si era creato una morale, scolpita nel suo cuore di pietra. Le sue mani sempre coperte da guanti, per proteggersi da quella forza, per rimanere sull'orlo del baratro e ricordargli che era ancora mortale.
Il cappello di Rimbaud, colui che lo aveva liberato. Un continuo monito di ciò che è, era stato. Il ricordo persistente del passato, ma insieme a esso, il sogno del futuro.

O speranze, arie stantie e tetre,
Lasciate, lasciate questo mio corpo!
Non godo di null'altro
Se non i miei miserabili sogni.

-che cos'è Corruzione?
- una cosa che spero tu non veda mai.
E Chuya lo sperava davvero, perché lei era l'unica a conoscerlo, ad aver visto la sua umanità. Non voleva in alcun modo che sapesse che cosa diventava con quel potere. Sarebbe rimasta spaventata, magari lo avrebbe addirittura abbandonato.
E tra tutti, non poteva perdere lei.

Ma quel momento, alla fine arrivò.
Ciò che Chuya aveva sperato non si avesse mai e poi mai e invece si era presentato.
Rouge era in pericolo, erano pronti a prenderla, farle del male. E lui non vide nessun'altra via per aiutarla, se non usare quel mostro.
Fece dei respiri profondi, sapendo bene a cosa andava incontro. Sapendo quanto avrebbe fatto male, come si sarebbe sentito lacerato dall'interno, distrutto. Della tremenda ira che lo scuoteva e che lo avrebbe fatto a pezzi.
Lei avrebbe visto la sua parte peggiore, probabilmente avrebbe avuto paura. Lui rischiava di morire, senza la certezza di potersi fermare.
Eppure, lo avrebbe fatto comunque, pur di tenerla al sicuro.

Il cuore di quella ragazza
Era di color arancio
Il suo calore non strabordava
né si ritirava

Acqua bollente scorreva sul suo corpo, rendendo rosse le sue spalle. Il vapore gli copriva la vista, creando un ambiente etereo e lontano.
Chiuse l'acqua e sospirò, appoggiando la testa alla parete della doccia e ripensando a quella tremenda notte.
Rouge aveva fermato Corruzione. Non capiva bene come, gli era semplicemente sembrato di sentire la sua voce che lo chiamava nel buio, disperata. Disperata perché aveva bisogno di lui, perché voleva indietro il Chuya che conosceva.
Poi, dopo essere crollato per la stanchezza, l'aveva vista per la prima volta spaventata. Anzi, terrorizzata per ciò che aveva visto. In lacrime per aver capito la verità.
Chuya uscì dalla doccia, si asciugò e vestì velocemente, per poi dirigersi in corridoio.

Rouge aprì la porta, ritrovandosi davanti il suo partner, coi capelli che gli ricadevano sulle spalle anziché il solito codino e il viso distrutto dal senso di colpa.
- Stai bene?
Neanche il tempo di finire la frase che lui cominciò a parlare, inciampando su qualche parola e con la voce bassa e monocorde.
- Mi dispiace che tu abbia dovuto vederlo. So che c'è tutta la storia della Fenice, ma capirò comunque se ti spavento. Magari non vorrai essere più mia partner e lo capirò.
Rouge sospirò e si avvicinò a lui.
- Le cavallette. Il vuoto. Morire sola.
- Che?
- Ti sto elencando cosa mi fa paura. È una lista lunga, ma tra queste paure sai chi non c'è?
Gli prese il viso tra le mani.
- Tu. Non mi spaventi. E non cambierei il mio partner con niente al mondo, nemmeno se mi obbligassero. E inoltre, tu non sei Corruzione.
Lui sorrise e si lasciò andare, poggiando il viso sul suo collo.
Lei, senza dire una parola, lo prese per mano e lo accompagnò fino al suo letto, dove si sdraiarono l'uno accanto all'altra.
-Stringimi
Chuya non se lo fece ripetere e si gettò tra le sue braccia, stringendola come se avesse paura di perderla.
- va tutto bene.
Ripeteva lei, accarezzandolo dolcemente. E aveva ragione. Andava bene, perché erano insieme.
Perché nulla poteva cambiare ciò che provava per lui.
Perché erano più forti di quell'abilità così oscura.
Perché il fuoco di Rouge illuminava tutto e con esso spazzava via il buio.

Come un cerbiatto
Dimenticavo tutto
E contemplavo dolcemente il tempo.


Spazio autrice:
Innanzitutto buon compleanno Chuya, pel di carota del mio cuore❤
Ho cercato di esplorare questo personaggio per quanto possibile in questo capitolo e spero davvero di avergli reso giustizia. La poesia che ho messo è "Sheep Song" del vero Nakahara, che viene recitata nell'anime quando usa Corruzione. Non l'ho messa tutta perché è un po' lunga, ma vi consiglio di leggerla perché è veramente stupenda.
Non credo ci sia altro da aggiungere, se non che questo capitolo mi ha fatto emozionare tanto e spero sia stato lo stesso per voi.
Alla prossima💕

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