- Respira. Pensa al fuoco dentro di te.
Rouge era in ginocchio davanti a un uomo anziano, nella sua stessa posizione e dandole ordini a voce bassa. Routine quotidiana da quando era stata portata in quel monastero. Ogni giorno doveva seguire una lezione, dalla quale usciva sempre più fredda e a volte scombussolata, come se quell'uomo potesse entrarle nella mente.
Aveva già da tempo dimenticato il suo nome. La chiamavano Fenice e a lei andava bene, ma era sempre stata attratta dal nome Rouge. Rosso in francese, colore dei suoi lunghi capelli e che sentiva parte di lei.
- c'è un energia dentro di te.
Continuava l'uomo, poi le ordinò di chiudere gli occhi. Obbedì e fece un altro profondo respiro, che venne interrotto bruscamente.
Un dolore lancinante si insinuò nel suo stomaco e spalancò gli occhi, vedendo con orrore una spada che spuntava dal suo addome, inondando i suoi vestiti di sangue.
Guardò spaventata il monaco davanti a lei, ma lui rimase impassibile.
- Curati.
Rouge sapeva cosa avrebbe dovuto fare. Era la sua abilità e l'aveva usata in passato, ma solo per minuscole ferite. Eppure lui voleva costringerla a usarla, vedere fino a dove la sua cura poteva arrivare.
Prese un grosso respiro e sussurrò
- Post fata resurgo.
La spada venne estratta e lei sentì un tremolio sulla ferita. La guardò,sapendo che si sarebbe posata una polverina dorata e poi avrebbe eliminato il dolore.
Una lacrima le bagnò il viso, non solo per quella ferita, ma perché aveva paura. Quei monaci avrebbero dovuto proteggerla ora la ferivano, mettendo la sua vita a rischio.
Il dolore sparì lentamente e il suo respiro si fece a poco a poco più calmo.
- Ottimo.
Lei alzò la testa, fulminandolo con lo sguardo più disgustato che avesse mai avuto.
Nulla di quello era ottimo, anzi era orrendo. Lei era solo un contenitore di quella fantomatica Fenice, allenata a controllarsi ma allo stesso tempo a combattere, come un animale da circo.
Era stanca di quella vita.Non ho deciso io,
sembra che mi
stia appendendo
a un'idea- Un giorno troverai Arahabaki. E da quel momento dovrai controllarlo, così da limitare la sua distruzione.
Ripensava spesso a quelle parole, sopratutto da quando si era unita alla Guild. Per anni le aveva viste come frasi vuote, favolette usate solo per tenerla incatenata a una vita che non le apparteneva.
Ma, da quando aveva scoperto che in tanti possedevano dei poteri, magari più forti dei suoi, si chiedeva se ci fosse un fondo di verità.
C'era qualcuno con un potere distruttivo, incontrollabile e forse lei era l'unica a poterlo fermare. Ma chi era questo fantomatico Arahabaki? E perché proprio lei doveva fermarlo? I monaci parlavano di destino, ma a lei non piaceva l'idea di dover essere manovrata.
Le sarebbe piaciuto scegliere, almeno per una volta.È davvero così strano
se voglio sempre un cambiamento?Chuya. Chuya era Arahabaki. Il suo amico d'infanzia, partner e amato era colui che lei doveva cercare.
Quando lo scoprì si sentì male. Piangeva, perché aveva realizzato che quel destino che continuava a rifiutare, dal quale voleva fuggire l'aveva raggiunta per poi riuscire a metterla sulla strada da lui decisa. Nonostante tutte le volte che erano stati separati, lei e Chuya erano comunque insieme, ma sopratutto si erano innamorati l'una dell'altro.
E se quell'amore fosse stato falso, una parte di quel gigantesco piano cosmico?Eppure, tutti i dubbi che offuscano la sua mente sparivano quando lo guardava. Quel viso affilato, gli occhi color cielo nei quali avrebbe voluto solo perdersi. La sua voce bassa, che con lei risultava sempre dolce.
Le mani senza guanti, morbide e calde
- Almeno stanotte sentiamoci umani.
Ma insieme a lui si sentiva sempre umana. Con lui non era mai un contenitore senz'anima, anzi era l'unica persona che la faceva davvero sentire se stessa.Resta stanotte
anche se è egoista
- Quindi lo farai?
- Non che abbia scelta.
Quella notte c'era la nebbia, una coltre spessa che aveva avvolto la città. Ma non era un semplice fenomeno atmosferico, c'era dietro di esso un'idea malvagia, un assassino le cui vittime erano tutti possessori di abilità. Un uomo che era tornato dal passato che alcuni avevano già conosciuto, ora pronto a ultimare il suo piano.
Rouge non sapeva bene perché, ma Chuya era l'unico che poteva impedire che la città finisse distrutta.
E, per farlo, era necessario che usasse Corruzione, che rischiasse la vita, sperando che Dazai lo avrebbe aiutato.
- Ho già conosciuto Shibusawa. -
La rassicurò lui, ma lei aveva ancora dei dubbi.
- Ti fidi di Dazai?
- Mi fido della sua abilità. E inoltre- sorrise, mentre si toglieva i guanti per poi affidarli a lei.
- So che non starai ferma qui.
Il portellone si aprì, mostrando un pezzo di cielo in cui galleggiavano grosse nuvole.
Chuya si avvicinò a esso, lasciandosi schiaffeggiare dal vento, poi si voltò verso di lei.
- Ci si vede, Fenice.
Saltò, leggero come una piuma e poi un urlo scosse l'aria, segno che Arahabaki era stato liberato.
Lei rimase ferma, poi si mise i guanti in tasca, sapendo già cosa doveva fare.
- Si fidi di lui.
Mormorò una vocina alle sue spalle.
Voltandosi vide una giovane ragazza che le sorrideva gentilmente.
- Mi fido eccome
Camminò all'indietro verso il portellone ancora aperto.
- Ma, vedi, serve che vada anche io. È il mio compito.
Sentì l'aria sulle spalle e poi si lanciò all'indietro, in mezzo alle nuvole.
Dopo pochi istanti nel vuoto, senza neanche uno sforzo, due ali dorate e fiammeggianti nacquero sulle spalle. Con un calcio all'aria si alzò in volo, per poi scendere in picchiata verso la testa rossa pochi metri più in basso.Non mi fermerò finché
non sarò dove seiAtterrò con grazia e poi corse, fino a arrivare di fronte e due uomini.
- Beh, ma guarda chi c'è
Dazai sorrise sornione, dando una gomitata a Chuya, in ginocchio accanto a lui e fortemente provato.
Lei sventolò i guanti neri e si avvicinò sorridendo.
- Ti ho portato questi.
Lui sembrò stare già meglio solamente a vederla e cacciò Dazai, che se ne andò senza troppe proteste.
Rouge si sedette accanto a lui, facendogli posare la testa sulle sue gambe.
Gli accarezzò dolcemente le guance, attivando poi la sua abilità.
Polvere dorata, che si sprigionava dalle sue dita per poi posarsi su di lui, dandogli energia e calore.
Quel destino non era poi così male.
Non avevano scelto di essere dei, ma sceglievano ogni giorno di amarsi, di volersi, di condividere ogni momento.
Non è forse questo l'amore?Ora che ti guardo bene
sembri proprio come me
E non so se è un male o un bene
ma sto meglio insieme a te
Spazio autrice:
Ultimo. Capitolo.
Incredibile ma vero, questa è la fine. O meglio, la fine dei capitoli in cui spiego la relazione Chuya e Rouge. Per me loro saranno sempre nel mio cuore e spero di poter scrivere ancora qualcosina, come una one shot o cose simili.
Spero con tutta me stessa che questa mini storia vi sia piaciuta e vi abbia anche un po' emozionato.
Alla prossima❤
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Young Gods| Bungou Stray Dogs
Fanfic"You know the two of us are just young gods, and we'll be flying in the streets, with the people underneath" 𝐌𝐚 𝐬𝐞 𝐭𝐮, 𝐚𝐝 𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨, 𝐯𝐞𝐧𝐢𝐬𝐬𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐨, 𝐢𝐨 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐭𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐢�...