23. Scottata

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Dopo essere stata rinchiusa in camera per un'ora, presa a disfare la valigia e a darmi un contegno, Lucia bussa alla mia porta, urlando. «Ordiniamo la pizza! Vieni fuori da questo buco e dimmi che pizza vuoi!»

«Ehi!» urlo anche io, dall'altro lato della porta. «Non osare chiamare questa meraviglia un buco!»

La sento sbuffare, poi mi decido ad aprirle.

«Cambiati. Immediatamente. E poi vieni a dirmi che pizza vuoi» e mi gira le spalle, iniziando a camminare verso la cucina.

«Una vegetariana!» esclamo, ma lei fa segno di non sentirmi.

Ringhio per il nervoso e mi richiudo dentro. Guardo i miei capelli arruffati nel bellissimo specchio vintage vicino alla porta, e realizzo che potrei andare fuori di testa da un momento all'altro. Anzi, probabilmente sono già andata fuori di testa.

Così, per evitare ulteriori danni alla mia salute mentale, inizio a mettermi in ordine. Indosso una tutina leggera, che mi lascia la schiena scoperta, infilo le mie Adidas beige e mi lego i capelli. Sistemo un po' il trucco, aggiungendo del burro cacao alle mie labbra, e afferro un maglioncino dall'armadio, in modo da potermi coprire quando voglio, senza dover tornare in stanza.

Dopo un lungo sospiro, esco e raggiungo i ragazzi, tutti radunati in cucina.

Birre sul tavolo, musica di sottofondo, Alessandro al cellulare e i ragazzi a chiacchierare.

«Oh, Kas, eccoti! Dimmi che pizza vuoi! Manchi solo tu» mi dice Ale, appoggiando una mano sul telefono per coprire il microfono.

«Una vegetariana, grazie» gli dico, avvicinandomi a lui.

Non oso nemmeno cercare con lo sguardo il mio tutor. Tengo gli occhi davanti a me, guardo Ale chiudere la chiamata, poi mi osservo le mani.

«Che fine avevi fatto, Kas?» mi chiede Mauro, una birra in mano, e un braccio appoggiato al piano cucina.

«Oh, ehm... avevo bisogno di riposare un po'. Il viaggio è stato lungo» abbozzo, sperando mi creda senza tante storie.

La risata chiassosa di Martina attira l'attenzione di tutti. Seduta sul divano insieme a Cristian, gli appoggia una mano sul braccio, e non pare intenzionata a interrompere il contatto. Cristian sogghigna, ma sembra un po' distaccato, con la maglietta nera tirata sulle spalle e i capelli in disordine.

Appena Ale si riprende dalla scena, interviene nella loro conversazione e si siede sulla spalliera del divano. «Che cosa avete da ridere così? Condividete un po' di felicità anche con noi!»

«Visto? Caso perso» mormora Umberto al mio orecchio, prima di raggiungerli. Umberto smorza un po' la tensione con qualche battuta, e Mauro riprende a chiacchierare con me.

«Quali sono i programmi per stasera?» I suoi occhi nocciola mi fissano troppo intensamente.

«Non saprei, credo che dopo la pizza andrò a letto» faccio spallucce, e cerco di non sembrare così scontrosa come in realtà vorrei essere.

«Potremmo andare a fare una passeggiata, così vediamo il mare.» La voce di Cristian tuona come un uragano al mio fianco, e Mauro sembra un po' scocciato dall'interruzione del mio tutor.

«Uhm» mi schiarisco la voce, non sapendo bene come comportarmi. «Sì, voi andate. Io lo vedrò domani direttamente.»

«Vuoi buttare un weekend con gli amici in questo modo?» mi stuzzica Cristian, tagliando fuori Mauro anche fisicamente. L'amico di Lucia decide di lasciare perdere la sua mossa, e raggiunge gli altri ragazzi. Mi giro a cercare qualcuno che possa allontanarmi da Cristian, ma Lucia è presa da capo a piedi da Matteo, e gli altri non fanno proprio caso a noi.

BISCOTTI AL CACAODove le storie prendono vita. Scoprilo ora