Iniziava a scendere la sera, wow, il tempo era volato! Ormai ci eravamo asciugati completamente e ci rivestimmo, avviandoci poi verso casa. Mi portò in una ‘’camera’’ diversa stavolta.
‘’ok, quella di ieri era una stanza troppo spoglia per la nostra ipotetica regina’’ sorrise
‘’è bellissima’’ dissi con un’espressione di meraviglia sul volto: c’era un letto a baldacchino, con un materasso altissimo e tantissimi cuscini. I miei piedi nudi tastavano un tappeto morbidissimo color panna, che si abbinava perfettamente con le perline azzurre incastonate alle foglie e ai rami della ‘’parete’’ e al bianco soffice e morbido delle tende intorno al letto. C’era, poi, uno specchio e un comodino con il necessario per la pulizia e per i capelli. A proposito dei capelli: si erano schiariti ancora! Adesso da neri erano castani! Anche i tagli si vedevano ormai ben poco… arrivò una ragazza giovane che mi portò un vestito, Ramiro mi disse che era per la cena, di solito nelle famiglie buone ci si cambiava e ci si sistemava un po’. Allora lo mandai via per lavarmi e cambiarmi.
Alzai lo sguardo verso lo specchio, rimasi sbalordita: ero veramente io quella? Il vestito era tutto dello stesso azzurro, ma il corpetto era rigido con dei ghirigori di ispirazione vegetale in oro e al centro era chiuso con un cordoncino beige. La gonna, invece, era morbida e scivolava da sotto il corpetto fino al terreno, formando delle bellissime e morbide pieghe. Raccolsi i miei capelli in una voluminosa treccia a lisca di pesce, incastonandoci vari fiori.
Mentre mi guardavo allo specchio scese Ramiro, mi guardò sbalordito quando mi girai, credo di essere arrossita… beh, d’altronde ho letto nei suoi occhi che in quel preciso momento si era innamorato di me. Sì, può sembrar strano, ma io riesco, attraverso gli occhi, a capire cosa succede nell’anima di una persona. A volte, come in questo caso, è bello, ma quando passavo per strada sulla Terra, con tutti i miei piercing, pantaloni bucati, matita nera, e così via, potete immaginare anche voi che non era bello sapere cosa la gente pensava. Ma lasciando stare questo fatto, io, io sono innamorata di lui? boh, non lo so. Ormai non mi fido di nessuno e il mio cuore, distrutto e ferito, è chiuso all’amore. Chissà, magari lui ha le chiavi…
Andammo su una piattaforma, ormai io non mi oriento più in questo labirinto: non so dire se era quella di ieri sera o no, c’era la cena su una tavola a quattro posti, solo io, Ramiro, Amadeo e Isabella, che già ci aspettavano lì. Mi fecero i complimenti per il vestito e i capelli, poi iniziammo a mangiare. Parlavano tra di loro, io, come al solito, ero assorta nei miei pensieri, o meglio, stavolta mi ero persa negli occhi di Ramiro.
‘’Ermione?” Amadeo
‘’si?” mi scossi un pochino
‘’ti ho fatto una domanda’’
‘’ah, mi scusi, può ripetere?”
‘’ti ho chiesto se te la senti di fare la prova”
‘’quale prova?”
‘’quella per capire se sei un elfo o meno’’
‘’ah, beh sì,”
‘’ho una domanda, non centra niente, ma qui, con che criteri si susseguono le ore, i giorni e gli anni?”
‘’qui il tempo è molto diverso che sulla terra, per esempio 12 anni terrestri equivalgono a circa 40.000 anni nostri o poco più’’
‘’aspetti, quanti anni fa è scomparsa l’ultima regina esattamente?”
‘’42.096 che equivalgono a 12 anni precisi terrestri’’
‘’e mia madre è morta 12 anni precisi fa’’ sì, è il suo anniversario di morte… ciò vuol dire che ieri era il mio compleanno, wow, me ne ero dimenticata pure io!
Un silenzio invase la ‘’stanza’’, tutti mi fissavano e, se avessi potuto, mi sarei fissata pure io. Ormai le possibilità che fossi io la regina erano altissime…
Ero già sotto alle coperte di camera mia e mi addormentai con un strano sentimento di irrequietezza nella mia pancia, quella che ho sempre quando la notte poi faccio degli incubi… no, non di nuovo!
Sognai mia mamma trascinata via da me da un troll, io volevo trattenerla ma lei sparì nel buio. Urlavo nel sonno e piangevo, poi qualcosa mi scosse: aprii gli occhi e respirai affannosamente, c’era Ramiro di fronte a me.
‘’hey, va tutto bene, era solo un brutto sogno” mi abbracciò, lo strinsi piangendo.
‘’ho urlato tanto?” dissi in tono scherzoso, per alleviare la tensione
‘’mamma mia…’’ ridemmo entrambi ‘’ti va di raccontarmelo?”
Gli raccontai tutto, fece una faccia perplessa ma non disse niente. Parlammo ancora un pochino, poi fece per andarsene.
‘’no, non andare, per favore’’ si sdraiò con me sul letto, sorridendo, lo abbracciai e dopo poco mi riaddormentai cullata nel suo profumo.
Un raggio di sole mi colpì il viso, poi sentì la sua mano scostarmi i capelli dal viso, finsi di dormire ancora, volevo vedere cosa avrebbe fatto. Mi accarezzò la guancia, poi, con tocco leggero, scese sul mio collo e poi sulle spalle, ero sdraiata di lato e la mia vestaglia aveva le maniche spesse più o meno un centimetro formate dall’intreccio della stoffa dell’abito. I miei capelli erano cresciuti molto ed erano ancora più chiari, li avevo legati in una treccia prima di andare a letto, ma ora erano sciolti… sorrisi, avevo solo voglia di abbracciarlo, quindi aprii pian piano gli occhi, lui mi sorrise e lo strinsi. Poi mi misi a sedere e mi stiracchiai, mi sa che ero abbastanza buffa e inguardabile in quel momento, ma lui mi guardava in modo tenero, quasi come se fossi la donna più bella del mondo e, ve lo posso giurare, non è vero.
‘’dai, lavati e vestiti che poi facciamo colazione insieme ai miei’’
‘’ok’’ gli sorrisi, lui se ne andò, voltandosi per salutare prima di sparire dondolandosi su una liana, mi venne da ridere: mi ricordò un po’ Tarzan! Mi preparai, il vestito era più semplice oggi e più leggero, in effetti faceva caldo. Mi feci una semplice treccia e poi boh, non sapevo bene che fare, ma non potevo andare da nessuna parte: la mia ‘’stanza’’ era molto in alto e raggiungibile solo con le liane, una sorta di suite, solo che io mi sarei uccisa cercando di dondolarmi: non sono mai stata brava neanche da piccola ad arrampicarmi sulla pertica o robe del genere. Fatto sta che rifeci il letto e poi mi sedetti per terra ad aspettare. Aspettai, aspettai e aspettai, finii per addormentarmi di nuovo. Un colpetto sulla spalla mi svegliò.
‘’dove cavolo eri!”
‘’ho parlato ai miei del tuo sogno, sai… è si dice in giro che sia stata rapita dai troll ma nessuno sa se è vero”
“Ma basta, se devono sapere del mio sogno glielo racconto pure io, sono stufa di sto trattamento che parlate di me come se non ci fossi, come se voi decidete qualcosa per me!”
‘’cerchiamo solo di aiutarti!”
‘’no, mi state trattando come un cazzutissimo burattino!” ups, lo so, è una brutta abitudine usare le parolacce…
‘’lo sai benissimo che non sono le mie intenzioni e so anche che tu sai il perché” mi appoggiò entrambi le mani sull’avambraccio e mi guardò dritto negli occhi. In quel momento, in quel preciso momento crollò il mio muro, iniziai a piangere e affondai tra le sue braccia. In quel momento, in quel preciso momento mi innamorai perdutamente di lui.
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Persa in me stessa
General Fictionquesta è una storia dedicata a chi si sente solo. A chi ha paura di non essere abbastanza. A chi ha così tanti problemi, anche abbastanza seri, da perdersi in essi, da perdersi in se stessi. Una storia scritta da una adolescente per altri adolescent...