L'OMICIDIO

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Circondata dalle ali di un angelo volerà verso il posto che le spetta, dove la morte si annulla e la guerra raddoppia.

Con gli occhi ancora spalancati e il cuore a mille prova a raggruppare i rimasugli di quell'incubo nella sua mente, senza farsene scappare nemmeno un pezzettino

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Con gli occhi ancora spalancati e il cuore a mille prova a raggruppare i rimasugli di quell'incubo nella sua mente, senza farsene scappare nemmeno un pezzettino. Deve ricordare.

«A-anise» piagnucola spaventata mentre prova a ripetersi che era un sogno, nient'altro che uno stupido sogno.

Non rischierà di essere presa per stupida dalla sorella, ma soprattutto, non rischierà di essere presa sul serio da lei.

Alla fine decide che non le racconterà niente. È una cosa stupida, un'inutile paranoia. Se davvero ha paura per quello che potrebbe succedere ad Anise, sarà lei a controllarla.
Promette a se stessa che le racconterà del sogno al minimo problema.

Si passa la mano sulla fronte sudata, sentendo un forte mal di testa attraversarle le tempie. Prende il telefono e controlla l'orario ancora stordita: 3:34

Si abbandona con un tonfo al letto e gira il cuscino dalla parte più fresca, provando di nuovo a dormire.

Un sonno turbolento l'accompagna dentro nuovi timori, nuovi incubi, nuove realtà deformate dalla sua mente contorta, che la porta in un limbo di paura e ansia.

Con suo grande sollievo la sveglia suona, riportandola alla realtà.
Sono ancora le sette e mezza, così, sicura di arrivare entro le nove meno venti, si concede altri cinque minuti di sonno, che diventano inevitabilmente trenta.

Controlla una seconda volta la sveglia e strabuzza gli occhi. Si leva di scatto le coperte di dosso, consapevole di essere in enorme ritardo.
Così, pronta ad alzarsi, si lascia alle spalle una notte travagliata.

Va in cucina barcollando, cercando di non sbattere i piedi tra i vari stipiti delle porte.
«Che occhiaie!» commenta una voce che la fa trasalire: Anise.

La sua mente ripercorre tutti gli episodi di quel sogno in un secondo e sente una forte fitta allo stomaco, probabilmente l'ansia.

«Ho dormito male» spiega lei, evitando il più possibile di parlare del sogno.
«Anche io. Faceva caldo stanotte».

Così Jessie si ritrova a fare colazione evitando di incrociare anche solo per sbaglio lo sguardo di Anise e, allo stesso modo, abbandona di corsa la cucina, andandosi poi a preparare per la scuola.

Ruba dall'armadio di Anise una felpa rosa e si affretta a correre verso il bagno, per poi iniziare l'ennesima corsa verso la scuola. Sente il cellulare squillare in tasca e, senza nemmeno guardare il numero, risponde.

LA NUOVA GUERRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora