Non si può mai sapere come andrà a finire, ma si saprà sempre com'è iniziato.
Piccole case si susseguono, diventando sempre più grandi e numerose.
Le pietre incastrate tra loro per formare la strada fanno traballare la macchina e dal finestrino si riescono a scorgere le prime persone.«Vi lascio nella vostra nuova casa. Una volta lì non uscite per alcun motivo, vi verrà a trovare un uomo.»
«Chi?»
«Un uomo lontano quanto vicino a voi, soprattutto a lei, signorina Wren.»«Non conosco nessuno in questo posto», fa lei con tono gelido.
«Ne sono già consapevole, ma si trova un suo parente in questo villaggio.»
«Che genere di parente?» Jessie si lascia scappare una nota d'interesse, che si affretta a nascondere voltando lo sguardo verso il finestrino, indifferente.«Uno zio di sua madre. Sappia solo, signorina, che ha un notevole potere politico... e non solo quello.»
«Non ho nessun prozio, glielo assicuro, Delilah me ne avrebbe parlato.»«Sua madre avrebbe dovuto parlarle di molte cose, ma ha preferito tenere nascosta la sua identità.»
Quel modo di fare saputello ed enigmatico la porta a stringere fra le unghie il braccio di Jack, come carne morbida in cui affondare la rabbia, che lo ritira subito con un urlo di dolore.
«Le scelte di Delilah non la riguardano, Arthur.»
Al termine di quella frase la macchina si ferma di botto e l'uomo sentenzia: «Siamo arrivati, cominciate a entrare in casa, mi occuperò io dei bagagli.»Scendono dalla macchina ancora riluttanti, soprattutto Jessie, e varcano la soglia di una porta in legno, quella della loro nuova casa.
Si guardano intorno scoprendo l'intero salotto in perfetto ordine. Una pulizia quasi maniacale, fredda, tipica di una casa disabitata.
Arthur arriva poco dopo con tutte le valigie e mentre Rian e Jack sono nelle altre stanze, ne approfitta per scambiare le ultime parole con Jessie: «Le scelte di sua madre forse non riguarderanno me, ma stia certa che con lei, signorina Wren, hanno molto a che fare.»
Con quelle parole abbandona la casa, sbattendo con un tonfo la porta d'ingresso.
Anche Jessie inizia a girovagare per la casa, più con l'intento di allontanare le parole di Arthur che di esplorare.Poco dopo trova Jack e Rian messi comodi sui letti di due camere da letto, con le valigie disfatte e i vestiti sparsi sul pavimento.
«Questa non è casa nostra, ma che cosa vi è saltato in mente?!»
«Rilassati, Jess», le dice Jack senza scomodarsi troppo.
«Non siamo venuti qui a fare la bella vita. Come potete essere così tranquilli? Ci hanno praticamente deportati!»«Sei tu che la fai tragica. Abbiamo viaggiato in un lussuosissimo jet privato e alloggiamo in una casa enorme. Se solo non fossi così ansiosa per la qualunque, riusciresti anche tu a rilassarti. Questo è il paradiso», continua lui con fare pigro.
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LA NUOVA GUERRA
FantasyÈ da sempre troppo orgogliosa per ammettere di aver bisogno di aiuto, ma Anise è morta e Jessie non ha più motivi per essere forte. Non è pronta al villaggio, alle Piume Bianche e alle Piume Nere. Questi sono i nuovi angeli e i nuovi demoni. Un an...