Un sonno senza incubi

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Un sonno senza incubi


Gli era arrivata una soffiata su una partita di droga tramite il solito giro del bar di Weasel. Aveva quindi convenuto come mossa opportuna quella di intercettarla, ficcare qualche pallottola nel cranio di qualche trafficante di bassa lega, per poi consegnare il bottino alla polizia. O forse, sniffarla per conto suo. O forse, dividerla con Al.

Da quando Vanessa non c'era più, il suo passatempo più dilettevole era di uccidere chiunque gli capitasse a tiro, dal momento che, la cintura giocattolo di quel rotto in culo musone di Cable si era rivelata un totale fallimento.

Ogni volta tornava indietro, ogni volta la salvava e ogni volta, per qualche motivo, lei finiva per non esserci più.

Ancora e ancora.

Wade non avrebbe più tollerato di veder morire il suo grande amore in eterno e così, vergognandosi come un cane, si era arreso. Non poteva uccidersi in alcun modo, ci aveva già provato nel film precedente dopotutto, quindi uccideva gli altri. Non che prima non lo facesse, sia chiaro. Diciamo che ora l'impegno nel farlo era a mille e i livelli di crudeltà, aumentati notevolmente. Fanculo Wolverine e la sua modalità rage. Intanto ora quel gran fico di Hugh Jackman se ne stava beatamente in panchina a sorseggiare cocktail, mentre lui doveva sorbirsi il duro lavoro, l'amore perduto, lo schiocco di dita di quel prugnone di Thanos e la miserevole comparsata in una fan fiction di bassa lega per soddisfare il bisogno di solo dio sa quale fan girl.

Così non andava, il suo curriculum stava rovinosamente macchiandosi di una sdegnosa carriera.

Ma torniando ai fatti: era lì che attendeva da ore quei sudici delinquenti. Nel frattempo aveva addirittura chiamato Dopinder per farsi portare dei cazzo di chimichanga caldi.

Che poi in quale versione era? Sarebbe stato opportuno chiarirlo con l'autrice infoiata. Per ora gli indizi riconducevano ad un crossover tra film, tuttavia l'atmosfera alla Scorsese, le voci nella testa e l'umore fin troppo nero che si portava addosso, sembravano richiamare ad un paio di albi a fumetti di sua conoscenza. Sarebbe andata a finire che avrebbe ucciso l'intero universo Marvel?! D'altronde la gentaglia varia era già tornata dallo schiocco, forse lui sarebbe arrivato dove Cable, ehm Thanos, aveva fallito.

Mentre rimuginava con se stesso sdraiato sul quel dannato tetto, dei rumori in lontananza lo ridestarono dal monologo interiore che avrebbe potuto fare invidia a James Joyce.

- Ma per favore! Non farmi dire queste cazzate da radical chic acculturato di merda! Cos'è? Ti sei mangiata un libro di testo questa mattina? Sono Deadpool, non uno studentello vergine all'ultimo anno di liceo cristo santo! Ed ora, fammi entrare in scena. -

Wade si apprestò con studiata maestria e teatralità a calare su di loro come la signora Morte. E lui sapeva bene quanto la dama oscura potesse essere affascinante. Estrasse le katane con studiata lentezza pregustando il momento in cui sarebbero penetrate a fondo nella carne di quegli animali da circo.

Tutto si oscurò.

Vanessa era morta e nessuna cintura, nessuna gemma dell'infinito l'avrebbe riportata da lui. C'era solo l'oblio che poteva dare agli altri mentre agognava per averne uno proprio.

Stava per scattare giù dal tetto, tuttavia qualcosa di insolito lo ridestò dal mormorio cupo di voci nella sua testa. C'era stranamente silenzio. Quella decina di idioti laggiù non rumoreggiava più. Che fosse accaduto qualcosa? Che Dopinder avesse dato sfogo al suo desiderio di carneficina?

Scese dal tetto con un balzo deciso. Nella caduta, un piede si ruppe ma con un deciso assesto, venne rimesso a posto come se non fosse accaduto nulla.

Davanti a sé la scena era esilarante: il gruppo di trafficanti era appiccicato al muro. Letteralmente. Altri penzolavano come salami dai pali della luce. La droga attaccata a sua volta contro la parete di un palazzo con un biglietto che spiccava al suo interno.

"Per la servizievole polizia di New York. Il vostro amichevole Spiderman di quartiere"

- Che cazzo! Almeno cita le fonti! Non sei quel dannato di Tobey Maguire. E meno male che non lo sei. Quello non faceva altro che lagnarsi, piangere e sospirare. Gli avrei volentieri sparato in bocca prima di subito. -

Spiderman.

Quel dannato piccolo rompicoglioni gli aveva tolto tutto il divertimento. Ovviamente erano tutti vivi e, ovviamente, non avrebbe potuto ucciderli adesso, altrimenti l'intera New York avrebbe pensato che quel fottuto aracnide si mettesse ad ammazzare le persone.

Avrebbe potuto fregarsene e massacrarli uno ad uno. Fanculo Spiderman e quello che la gente avrebbe pensato, tanto si occupava già J.J.J a screditarlo. Quello sì che era una villain con le palle. Non come quella mezza sega di Kaecilius o quei succhia palle dell'Hydra.

Avrebbe potuto ucciderli sì, anzi l'avrebbe di certo fatto... se non fosse che...

Spiderman.

Le ragnatele.

La citazione acculturata di poco fa e i riferimenti agli adolescenti secchioni...

- Ma davvero?! Una Spideypool. Cos'è, dovevi sopperire al sovrannumero di Starker presenti su qualche sito? Se alle ragazzine piace masturbarsi su Tony e il bimboragno non puoi lasciarle fare e basta? Ammetto che trovo anche io che la differenza di età sia un tantinello esagerata ma perché ci debba finire di mezzo io, questo proprio non me lo spiego! Ma mi arrendo, tanto immagino che da adesso in poi si farà come dici tu. -

Un sorriso tirato spuntò sulla bocca del mercenario sotto la maschera di spandex rossa.

Andare a casa e rimandare a domani i piani di morte sembrava essere la scelta più ragionevole.

Per quella sera niente omicidi, solo qualche ragnatela appiccicaticcia sulla tuta per aver recuperato un po' della droga dal borsone. Dopotutto una ricompensa per la sua magnanimità la meritava pure no? Per quella sera quindi niente rabbia, odio per se stessi o dannazione interiore.

Per quella sera, solo un sonno senza incubi dopo tanto tempo.

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