Capitolo 13
Il sole dell'inverno
Se ne stavano a debita distanza l'uno dall'altro ostentando una reciproca indifferenza bugiarda. Il freddo era pungente e la neve risiedeva incastonata tra le montagne più alte di quel posto che per loro rappresentava paradiso e inferno insieme.
Spiderman indossava un cappello nero di ottima fattura mentre un cappotto baige caldo e lungo fino alle ginocchia, cadeva perfettamente su una camicia nera ben abbottonata e dei jeans denim esaltati da una cintura dalla fibbia imponente. Una di quelle da cowboy.
Non poteva esserne certo ma era piuttosto sicuro che sotto la maschera avesse fatto crescere un paio di folti baffi.
Il suo volto era scuro di rabbia ma d'altro canto Deadpool non poteva fare a meno di notare come Spiderman non dimenticasse mai di sfoggiare la fede al dito. Ipocrita.
La tensione era palpabile e l'aria si poteva tagliare con il coltello ma lui non avrebbe parlato per primo. Non sarebbe uscito dal personaggio. Sapeva che Spideyboy avrebbe recitato perfettamente la sua battuta. Sarebbe bastata una sola piccola miccia per farlo scatenare.
- Hai un'altra soluzione? - Chiese infine il mercenario sapendo che senza questa provocazione sarebbero rimasti lì ancora per ore a squadrarsi male e probabilmente a morire congelati. Spiderman cominciò a sbraitargli contro ciò che si aspettava, in effetti, conosceva le sue colpe in questa faccenda tuttavia sembrava che il ragnetto non avesse alcuna intenzione di mettersi nei suoi panni. Mentre pensava a tutto questo sapeva che sarebbero arrivate le battute finali. Quelle che gli avrebbero spezzato il cuore, quelle per cui in fondo, era consapevole di essere nel torto.
- Se tu avessi voluto, noi due potevamo stare bene, stare veramente bene! Avere una casa tutta per noi! Ma tu a questo hai rinunciato! Così cosa c'è rimasto?! BROKEBACK MOUNTAIN! Tutto nasce e finisce qui! A noi non resta nient'altro, nient'altro! Spero che questo tu lo sappia visto che del resto te ne freghi!- Disse d'un fiato il bimbo ragno. Aveva sganciato il colpo finale e lui non poteva fare altro che incassare.
- Mi fai altri due pompinotti Weasel per favore? -
- Wade... è già il terzo e sono le due del pomeriggio non è il caso di... -
- Hai ragione! Sono pochi! Fammene tre! - Rispose il mercenario su di giri.
Adesso davanti a lui c'era Peter, non lo vedeva da un po' ma gli pareva più piccolo del solito, i suoi capelli, di solito scomposti e incasinati, erano più corti, forse appena tagliati.
L'estate era finita e anche se si erano promessi tante cose, Wade non ne aveva rispettata nemmeno una. Eppure una spiegazione gliela doveva.
Era una giornata uggiosa quella in cui decise di fare la sua telefonata, la pioggia si era portata via l'estate profumata di pesche che avevano trascorso insieme. Non ci volle molto prima che Peter rispondesse al telefono, la sua voce tremava leggermente, sembrava una timida eco lontana ma piena di speranza.
- C'è una novità. - Gli comunicò Wade come una sentenza definitiva del tribunale.
Prima di rispondere Peter sospirò. Aveva già capito tutto. - Ti sposi? - Gli chiese, anche se conosceva già la risposta.
- Sì, forse in primavera. -
Una brutale sentenza definitiva.
- Non me ne hai mai parlato... -
- Ci prendiamo e ci lasciamo da due anni. -
Peter non disse più nulla. In effetti, non c'era molto da dire. Aveva trascorso l'estate più bella della sua vita con un uomo più grande di lui e si era innamorato per la prima volta. Ora Wade stava per sposarsi ed era in un altro continente. In effetti, non c'era proprio niente da dire...
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Un sonno senza incubi
FanficOkay, elaboriamo una descrizione degna di nota. Sono Deadpool, ma questo lo sapete già. Mi diverto ad uccidere il prossimo, a non fare mai la cosa giusta e ho smesso di fare conquiste da quando sembra che io abbia immerso la faccia in una fottuta fr...