Capitolo 7
Anche alla fine
- Louis, credo che questo sia l'inizio di una bella amicizia. -
Erano trascorse più di due settimane da quando Deadpool aveva pronunciato quella frase tanto eloquente quanto significativa ad un più che sorpreso Spiderman.
Quest'ultimo si era convinto, in maniera del tutto ingenua, che da quel momento in poi i rapporti con il mercenario sarebbero migliorati ed invece... il nulla.
Deadpool non aveva più proferito parola dopo quell'ultima frase che ormai pareva quasi come un ricordo lontano.
Tutte le sere, dopo le ronde notturne, i salvataggi e i combattimenti contro i super criminali, i due si ritrovavano sul medesimo tetto.
Inesorabilmente in religioso silenzio.
Spiderman sapeva bene come Deadpool si fosse guadagnato il titolo di "mercenario chiacchierone" ed effettivamente nel corso della sua carriera, aveva potuto confermare egli stesso quell'epiteto.
Deadpool non smetteva mai di parlare.
Tutti glielo avevano sempre ripetuto come una mantra, quasi come se il vero super potere di Deadpool fosse quello di stordirti a parole eppure Spiderman avrebbe potuto facilmente sbugiardare chiunque prima di allora avesse detto quell'affermazione.
Egli aveva potuto difatti scorgere un altro lato del mercenario.
Un lato sofferente.
Un lato malinconico.
Un lato ricco di incertezze.
Un lato pieno di rimorsi.
Un lato silenzioso.
Deadpool gli aveva confidato di aver perso qualcuno e dopo di allora Spiderman non aveva avuto coraggio di proferire alcunché sull'argomento. Gli sembrava di non averne il diritto.
Così si cullava nel silenzio dell'altro.
Si beava dei loro incontri sul tetto in cima al grattacielo.
Tratteneva il respiro quando Deadpool, apparentemente non curante, si sdraiava protraendo il dorso della mano verso la sua in una muta richiesta di contatto.
Stavano costruendo un mondo tutto loro, impreziosito da silenzi e sospiri.
Un mondo in cui Spiderman si accorgeva degli umori di Deadpool anche senza che lui dicesse nulla, un mondo in cui il mercenario intercettava il leggero tremolio delle mani del giovane nelle notti più fredde e gli si avvicinava leggermente per trasmettergli il suo tepore. Un mondo in cui Spiderman allungava avanzi di cibo all'altro, perché aveva imparato a memoria quanto il suo stomaco fosse capriccioso e richiedente di alimenti.
Tuttavia non mancavano le stranezze.
Spiderman stava imparando a conoscere più da vicino anche l'altro Deadpool.
Quello che agiva indisturbato a New York per uccidere e incassare grosse taglie.
Quello che lo aveva sempre deriso.
Quello che lo aveva sempre respinto.
Quello cui tutti dicevano di tenersi alla larga.
Difatti se Spiderman tornava ogni notte su quel tetto talvolta ammaccato, talvolta in forma, talvolta esausto, ma sempre padrone delle sue azioni, il mercenario si presentava al loro tacito appuntamento in modi che il giovane non riusciva ad immaginare.
C'era stato il giorno in cui tornò completamente forato dai proiettili e il volto girato su se stesso facendo perdere dieci anni di vita al povero Spiderman che credeva di essere stato catapultato nel film dell'Esorcista. Il ragno era corso in suo aiuto strepitante, ricordandosi poco dopo di come l'altro potesse tranquillamente rigenerarsi e sistemare da sé ogni parte del suo corpo. Comunque gli era venuto un infarto.
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Un sonno senza incubi
FanficOkay, elaboriamo una descrizione degna di nota. Sono Deadpool, ma questo lo sapete già. Mi diverto ad uccidere il prossimo, a non fare mai la cosa giusta e ho smesso di fare conquiste da quando sembra che io abbia immerso la faccia in una fottuta fr...