Cryptic (italian translation)

Capitolo 8 pt.2

Sussulto disgustata. "Ti prego dimmi che non sai il mio secondo nome."

Per favore.

"Jane."

Verme.

Il Signor Styles fa un sorrisetto alla mia reazione, sembrando soddisfatto.
"Qual è il mio primo nome?"

"Io..."

Deglutisco.

Voglio dirgli che è, infatti, Harry, anche se vorrebbe dire perdere la battaglia fra il mio cervello e il mio subconscio.

Solo non posso spingermi a dirlo.

Ci sono migliaia di Harry nel mondo, ma uno di loro è Lui, l'anonimo stronzo che ha invaso la mia vita quando avevo solo 10 anni.

Quando ho iniziato a ricevere le sue note, personalmente indirizzate quotidianamente con impertinenti minacce e vecchi segreti, ho pensato fosse un errore.

Perché sceglierebbero me per diventare parte della loro "squadra", e non qualsiasi altra persona? Perché me invece che Christopher e Jessica?

Ma questo era prima che scoprissi la quantità di debiti che aveva la mia famiglia: tutti verso le sole ed uniche Dex Operations.

Come mi sentivo a sapere che anche i miei genitori erano perseguitati dal loro passato: così come i miei nonni. La tradizione era trasmessa da generazione a generazione; sembrava solo giusto che anche io e i miei fratelli avremmo sofferto la stessa sorte, un giorno.

Un pochino sapevo che sarei stata l'unica rimasta a spiccare dalla mia famiglia dopo che le Dex Operations avessero ottenuto la loro violenta e crudele vittoria su tutti noi.

Ma alla fine ho capito che questo è l'intero scopo del sistema; distruggere tutto e causare inutile caos solo per un semplice gioco chiamato vendetta.

Stando alla tradizione, la Famiglia Bryant era ritenuta un'enorme minaccia al loro sistema. Le sole persone che sapevano della sua esistenza eravamo noi e i loro membri.

Da qui la loro missione: avrebbero sia reclutato che eliminato. Così è come hanno risolto tutti i loro problemi.

Le intimidatorie parole "se non diventi uno di noi, ti daremo la caccia" erano originariamente indirizzate a tutta la mia famiglia, ma io non sapevo nemmeno della loro esistenza finché finalmente mio padre non si arrese e le presentò una notte ai suoi inconsapevoli e ingenui bambini.

Mio padre ci spiegò a grandi linee chi ci minacciava; un agente di una super segreta e corrotta agenzia chiamata Dex Operations che svolgeva atti di tradimento, furti e altri crimini. Ci avvertì che un giorno ci avrebbero presi di mira; e ancora, continuavo ad ignorarlo. Non potevo del tutto afferrare il concetto che fosse tutto vero.

D'altra parte, chi si caccerebbe in tutti questi guai solo per torturare noi?

Ma, proprio come lui ha detto, col tempo le lettere inviate dall'anonimo agente delle Dex Operations iniziarono ad essere dirette a mio fratello maggiore, Christopher. Le strappava appena arrivavano, come mia sorella Jessica fece prima di lui.

Poi, alla fine, si spostarono sulla loro ultima opzione: io. La più giovane della famiglia Bryant, e sicuramente non la più brillante.

Essendo così giovane e ingenua com'ero, non ne vidi il pericolo. Notando la mia debolezza, la mia curiosità, l'agente mi indicò una via per raggiungerlo, che sfortunatamente presi. Iniziai a chiedere spiegazioni; perché avevano preso di mira la mia famiglia, perché volevano torturarmi.

Ma tutto ciò che ha lasciato era il suo nome.

Harry.

Questo era tutto ciò per cui avrei dovuto andare avanti per i successivi due anni della mia vita. Ho vissuto il resto della mia adolescenza a temere e ad isolarmi da tutto e da tutti.

Sapevo che non potevo fidarmi di nessuno, nemmeno della mia famiglia, sapendo che un giorno li avrei traditi.

E poi tutto è cambiato.
Non mi dovevo più preoccupare delle loro aspettative, se ne erano semplicemente andati.

Dopo questi cambiamenti di vita, Harry mi ha lasciato un'ultima lettera sull'uso io di casa; mi deva istruzioni sul solo modo, e l'ora nella quale avrei potuto ricostruire la mia vita dal cumulo di macerie che era diventata.

Mi sarai di grande aiuto,
disse.

Vorrei portare avanti degli affari con te, disse.

Saprai il luogo e l'ora, disse.

Ma a quel tempo, non avevo esattamente idea in che cosa mi stessi cacciando.

E ancora non so esattamente in cosa mi sono cacciata. Mi sono praticamente sacrificata nelle braccia della Dex invece che reagire. La mia famiglia aveva dei seri motivi per non lasciare che la Dex si avvicinasse a noi, ma proprio alla fine ci è riuscita.

Ed io sono stata quella che ha tradito la sua famiglia e tutte le sue convinzioni per Dex.

Solo per restare in vita.

Ora realizzo il mio errore. Come ho fatto ad essere così stupida da valutare la mia vita più della mia famiglia?

Il senso di colpa risiede in me ancora oggi; mangiandomi lentamente le viscere fino a che non crollerò.

Come ha fatto Harry a convincermi a unirmi a lui? Come può avermi minacciata finché non ho ceduto ed in seguito aver raccolto tutti i pezzi?

Chi può essere così malvagio e spietato?

"Andiamo, lo devi sapere." L'Harry difronte a me mi persuade, sorridendo.

Balbetto un'incerta scusa,
"Io... Lo so."

Mi guarda in attesa.
"Quindi? Qual è?"

"I-Io... Solo... Non posso... Dirlo."

Non posso fare altro che sussultare ai ricordi.

Il Signor Styles ignora la mia affermazione, portando gli occhi al cielo.

"Che c'è, è perché non abbiamo ancora le basi per chiamarci per nome?"

Vedo la mia via di fuga.

"Esattamente. Non le abbiamo." Mi fermo, sperando che lui non voglia continuare.

Il Signor Styles ansima infastidito.

Inspiro profondamente, cercando di riottenere il mio normale battito.

"Va bene, allora ti chiamerò semplicemente Bryant."

Va bene per me.

"Styles." Controbatto, sorridendo debolmente.

"Bryant."

"Styles."

Tira i suoi ricci. "Cazzo, non ce la faccio, Celine."

Cazzo.

Perché no?

"E, per il futuro, il mio nome è Harry."

Mi preparo a fare una smorfia.

Ma non la faccio.

Il suo accento Britannico fa sembrare il nome più sopportabile, le vocali pronunciate con molta meno enfasi.

Le mie spalle iniziano a rilassarsi.

"Hai afferrato?" Il Signor Styles mi lancia una strana occhiata tirando su i manoscritti selezionati dal tavolo.

Annuisco solamente.

"Be', se non sai questo, allora cosa sai?" Chiede, mezzo curioso e mezzo esigente, guardando fuori dalla finestra per la centesima volta oggi, poi lentamente si rigira.