3. Artù

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A fatica lo riporto a Camelot. Nella mia testa per un attimo è passato di mente di portarlo dal Re Uther, ma poi quell'idea si annebbia e lo porto subito da Gaius. Spalanco la porta "Gaius fa presto! Portami della garza, aqua ossigenata e ago e filo" Sbaracco il tavolo con la roba e lo faccio sdraiare. "Si può sapere che diamine è successo?" Domanda Merlino in preda al panico "Mentre stavo raccogliendo le bacche ho notato Artù nei boschi che si stava allenando e all'improvviso dei banditi lo hanno circondato. L'ho aiutato mettendone al tappeto un paio, solo che poi uno di loro alla fine l'ha colto di sorpresa e..." Sto parlando troppo veloce, il mio cuore sta esplodendo nella mia gabbia toracica, il mio fiato si sta facendo sempre più corto. "Giorgia stai avendo un attacco di panico. Merlino falla sedere" Mi ribello, ma alla fine mi prende con la forza, mi porta nella sua camera e mi mette a sedere sul letto.

Dopo una mezz'oretta inizio finalmente a respirare meglio. "Scusa se prima ti ho strattonata in quel modo. Forse ho un po' esagerato" Dice abbassando gli occhi "Hai fatto bene, in questi momenti di panico perdo la ragione e non ci capisco più niente" Gli metto una mano sulla spalla "Grazie" Gli rispondo e mi sorride. Penso che delle persone con la gentilezza e l'umiltà di Merlino siano difficili da trovare. "Ora vado a vedere come è messo il principe" Mi alzo, ma la sua mano si aggrappa al mio polso per fermarmi "Parlate del principe Artù come se fosse un vostro amico. Per caso lo avete già incontrato?" Mi si forma un groppone in gola. Che faccio? Mento o gli dico la verità? "È complicato" Mollo la presa dal mio polso e vado nella sala.

Scendo la rampa di scale e vedo Gaius parlare con Artù. Ora è cosciente ed è seduto sul tavolo. Non voglio entrare subito, così mi nascondo in modo tale da vedere ed ascoltare la loro conversazione. "Siete stato fortunato Sire, la ferita è profonda ma non troppo. Vi rimarrà una cicatrice" dice Gaius tamponando la sua ferita "Se non ci fosse stata quella ragazzina probabilmente sarebbe andata anche peggio. La conoscete?" domanda Artù "Il suo nome è Giorgia, una ragazza che ha passato una brutta infanzia. I suoi genitori sono stati uccisi, ha perso l'unico amico che aveva ed è dovuta fuggire da questa città. Adesso è ritornata ma il motivo purtroppo è a me sconosciuto. Però è forte nonostante tutto quello che ha passato" Gaius prende ago e filo e inizia a cucire la ferita

"È una donna con delle grandi potenzialità" Afferma il principe "Anche io avevo un'amica con il suo stesso nome da piccolo. Mi ricordo che ogni giorno le portavo un fiorellino dei giardini reali. Purtroppo io posso fare amicizia solo con persone di sangue nobile, quindi la nostra era una cosa segreta. Solo che un giorno non la vidi più. Non mi lasciò niente tranne che questo" Mostra il braccialetto a Gaius. Ne ho uno identico anche io al polso sinistro. Mio padre li aveva creati a posta per me ed Artù. Un simbolo della nostra amicizia "Mi permetto di farvi una domanda Sire. Cosa fareste se un giorno la rivedrete?" Domanda mentre finisce le ultime cuciture "Non lo so. Solo quando mi capiterà davanti saprò cosa fare" Risponde girando il bracciale al suo polso "So solo che i suoi occhi azzurri da piccolo mi avevano incantato e ce li ho ancora impressi nella mia mente"

Dopo una decina di minuti decido finalmente di uscire da dietro la porta e vado nella sala "Come va la ferita Sire?"  Domando per poi fare un inchino "Non c'è bisogno che ti comporti così quando siamo fuori dal castello Giorgia." Dice facendo un sorrisetto "Sono venuto a sapere del tuo nome ma con dalla tua bocca. Sei timida?" Mi guarda facendo la faccia da pesce lesso "Prima o poi te l'avrei detto...Artù" Dico alzando gli occhi al cielo. Certe volte però è veramente irritante "Comunque sto bene grazie al tuo incredibile salvataggio. Te ne sono molto grato. Domani sera ti voglio nella sala del consiglio per decidere la tua ricom-" Lo blocco "Nono per favore. Non voglio avere ne oggetti preziosi o una ricompensa in denaro. Ho solo bisogno di un lavoro vero per pagarmi un posto in cui vivere. Qui non c'è posto per me e non voglio creare un ulteriore disturbo." Affermo guardandomi attorno "Terrò conto di questa cosa. Entrò domani deciderò e ci troviamo alle 21 in punto. A domani" Annuisco facendo un sorriso sincero. Lui si volta per andarsene ma prima che vada aggiungo una cosa "Puoi sempre contare sul mio aiuto Artù" Lui si ferma. Si volta, mi guarda negli occhi, mi sorride e va via, lasciandomi come sempre a bocca aperta.

Si fa sera. Dopo aver cenato lavo i vari piatti e poi torno in camera, ma i miei occhi non possono credere a quello che stanno vedendo. Merlino ha trovato la mia valigetta e l'aveva aperta. Io mi fiondo subito verso di lui e gliela prendo "Non toccarla mai più! E poi è poi così difficile chiedere?" Rispondo con tono scazzato "Quei fiori sono vecchi di anni e sono protetti da una magia molto potente" Inizio a sudare e la mia vista si appanna "Sono i fiori che ti ha regalato Artù vero?" Come fa a saperlo? A lui non ho raccontato nulla di tutto ciò. A meno che oggi pomeriggio lui abbia spiato la conversazione tra lui e Gaius. "Non ti hanno mai detto che origliare è da maleducati Merlino?" Gli dico guardandolo negli occhi. Faccio un respiro profondo.

"So che quello che ho fatto è sbagliato, ma posso mostrarti che anche io ho un segreto" Si siede sul letto, unisce le mani, pronuncia una formula magica, poi le riapre e spunta una rosa "Per questo sono riuscito a sentire il loro potere. Io sono un mago" Rimango a bocca aperta. Anche lui deve avere una vita infernale. Vivere costantemente nell'ombra perché se scoperto sarebbe giustiziato anche per motivi inutili "Devi voler molto bene ad Artù, nonostante si comporti da persona arrogante ed egoista" Faccio una risatina, ma improvvisamente ritorno seria "È ancora il bambino che ho conosciuto quando aveva 10 anni. So che non è cambiato" Prendo la valigetta, la apro, prendo un fiore e lo rigiro tra le mani "Come siete diventati amici? Insomma, lui è di sangue reale e tu..." Dice le ultime parole borbottando. "È stato molto strano, ma allo stesso tempo molto divertente..." i miei occhi iniziano a luccicare e la mia mente torna a 12 anni fa...

Un Principe E Una ServaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora