Capitolo uno ❄️

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Victor Nikiforov pattinava ormai davanti a me da diversi minuti, quasi volteggiando sul ghiaccio.
Quando quello splendido uomo era impegnato sulla pista non potevo fare altro che osservarlo con ammirazione e col fiato sospeso, sentendo lentamente tutto il mondo attorno sparire.
Guardarlo pattinare era per me lo spettacolo migliore in assoluto. Il ghiaccio infatti era il suo habitat naturale e mentre i suoi pattini scorrevano sulla superficie trasparente lui assumeva le fattezze di una creatura ultraterrena. Non più un uomo, ma bensì una divinità; scesa sulla Terra solo per mostrare a tutti noi comuni mortali la potenza e l'eleganza di un vero dio.
Victor non era una persona comune, perché nel mondo del pattinaggio di figura era considerato alla stregua di un mito.
All'età di sedici anni era già stato inserito tra i migliori al mondo. E adesso che di anni ne aveva ventotto poteva contare sulle medaglie d'oro ottenute in: cinque mondiali, cinque finali di Grand Prix consecutivi e numerosi campionati europei.
Era praticamente una leggenda vivente e cosa ancora più assurda il mio allenatore. Solo mio.
Victor o Niki, come a volte amavo chiamarlo affettuosamente io, mi aveva notata quasi un anno prima durante una competizione.
Si era presentato davanti a me con naturalezza, poco dopo avermi vista lasciare il kiss and cry, esordendo dal nulla di essere interessato a una collaborazione con me. Il mio allenatore infatti ai tempi era prossimo alla pensione ed io avevo bisogno di un sostituto disposto ad allenarmi, quindi lui era capitato praticamente a fagiolo; promettendomi inoltre di seguirmi fino alla medaglia d'oro del prossimo Grand Prix.
Inutile ricordare la mia faccia da perfetta idiota davanti a quella proposta inaspettata, per non parlare della sorpresa.
Victor era praticamente il mio idolo indiscusso da anni e per poco non ero svenuta ai suoi piedi, non aspettandomi di ritrovarmelo così vicino per la prima volta, per di più interessato alla mia carriera e al mio allenamento.
Ovviamente facendo parte del pattinaggio a livello professionale da diversi anni mi era capitato diverse volte di assistere a gare con lui come partecipante, ma senza avere mai la possibilità di parlare con lui o di avvicinarlo; principalmente a causa della mia timidezza e della mia paura di disturbarlo.
In passato infatti ero solita pensare sempre cose come: "Chi sono io per avvicinarmi a quella leggenda, nonché scapolo del mondo dello sport più ambito tra tutti?".
Tuttavia avevo accettato senza pensarci troppo su, dopo essermi consultata velocemente con il mio vecchio allenatore, anche lui su di giri per l'irripetibile opportunità di farmi allenare dal migliore atleta al mondo in quel campo.
Victor non era solo un atleta eccezionale, ma anche una bellissima persona, sia dentro che fuori.
Le persone lo conoscevano solo come l'infallibile pattinatore che non sbagliava un colpo, ma lui era molto di più e aveva tanti lati sconosciuti al mondo.
Era un uomo stravagante ed eccentrico, che non poteva fare a meno di cercare sempre un pretesto per sorprendere le persone attorno a lui.
Era un incorreggibile sbadato, sempre pronto a dimenticare qualunque questione, anche quelle più importanti. Chiaramente non lo faceva di proposito o per disinteresse, ma era più forte di lui e gli succedeva quasi ingenuamente.
Era una persona che amava essere provocante e che spesso tendeva quasi ad imbarazzare il prossimo quando prendeva una certa confidenza, specie con me che ero la sua attuale allieva.
Inoltre mostrava sempre un calma fuori dal comune e raramente sembrava turbato da qualcosa.
Victor era davvero un ragazzo strano e particolare, ma raramente sapeva essere anche dolce, regalandomi fugaci momenti di affetto quando meno me lo aspettavo da lui.
Grazie a tutte queste sue particolarità ero passata rapidamente dalla profonda stima per la sua carriera a qualcosa di decisamente più intenso e definito. Io mi ero innamorata di lui.
Avevo appena ventuno anni e non avevo grandi esperienze in quel campo, siccome avevo avuto solo una relazione importante. Nello specifico con un altro famoso pattinatore di figura di nome Jean-Jacques Leroy, conosciuto nella sala di pattinaggio dove ero solita allenarmi in passato, prima di seguire Victor in Russia.
JJ era canadese come me ed ero rimasta subito ammaliata dalla sua prestanza fisica e dal suo essere positivo.
Era più giovane di me di quasi due anni, ma quello non ci aveva impedito di stare insieme per diversi mesi, prima di chiudere la nostra relazione per un insieme di cause.
Avevo sofferto molto la rottura del nostro fidanzamento ed era uno dei principali motivi che mi aveva spinta ad accettare di essere allenata da Victor. Volevo un pretesto per allontanarmi dal Canada e non vedere continuamente il mio ex ragazzo, oltretutto alle prime frequentazioni con una bellissima ragazza di nome Isabella Yang, anche lei canadese come noi.
La mia vita in Russia era molto diversa da quella nel continente americano.
Avevo fatto molta fatica ad abituarmi alla distanza da casa, al clima rigido, al cibo e soprattutto alla lingua. Con Victor però tutto mi era sembrato più facile e quasi naturale, perché mi ero trovata fin da subito a mio agio con lui.
Oltretutto non ero stata la sola nei mesi precedenti a soffrire la rottura di una relazione, siccome lui aveva dovuto fare i conti con la fine di una storia con il pattinatore Yuri Katsuki.
La loro relazione omosessuale aveva scandalizzato molte persone bigotte, ma non aveva mai turbato minimamente me, siccome da sempre a grande sostegno delle comunità LGBT. Io dal canto mio ero eterosessuale, ma ero a favore dell'amore in ogni sua forma, purché nel rispetto delle persone.
Victor non parlava mai della sua precedente relazione e col tempo avevo imparato a non chiedere nulla. Sapevo solo che era bisessuale e che aveva avuto altre relazioni prima di Yuri, ma senza specificare quante e con chi.
Invece io mi ero sfogata molto su JJ, siccome il mio nuovo allenatore mi aveva incoraggiata a mostrare tutte le mie emozioni, così da convogliarle in una coreografia degna dell'ormai imminente Grand Prix.
Dai miei sentimenti negativi era nata una bellissima composizione di passi e una musica che ancora mi dava i brividi solo ad ascoltarla. Quello aveva fatto sparire anche gran parte del mio dolore. In fondo non potevo odiare qualcosa che mi aveva portata a realizzare una coreografia così bella, per di più in collaborazione con il mio grande idolo.

Victor smise di pattinare solo diverso tempo dopo, iniziando ad avvicinarsi lentamente a me.
Per tutto il tempo avevo continuato a guardarlo ammirata da oltre il bordo della pista di pattinaggio, perdendomi di tanto in tanto nei miei pensieri.
Lui arrivò poi davanti a me, leggermente sudato e ansante. Bellissimo.
La scena mi fece sorridere e senza indugiare gli allungai un piccolo asciugamano pulito e una bottiglietta di acqua a temperatura ambiente, che lui accettò con riconoscenza.
<<Sei stato incredibile, Victor. Come sempre d'altronde>> commentai sincera, desiderando di poter arrivare un giorno anche solo minimamente al suo livello.
Lui era la mia ispirazione. Lui era la persona che ogni giorno mi spronava a dare il massimo, sempre, sempre di più.
Victor non rispose, decisamente più interessato ad idratarsi, rispetto che a conversare.
Lo lasciai bere, osservando la sua pelle chiara e sudata illuminata dalla luce circostante che entrava dalle grandi vetrate.
Quel giorno la pista era tutta nostra, siccome era stata prenotata dal ragazzo in modo da garantirci una tranquilla seduta di allenamento prima dell'imminente finale del Grand Prix.
Ero riuscita a candidarmi con un buon punteggio, mentre lui aveva naturalmente ottenuto il miglior punteggio nella categoria maschile.
Aveva deciso di riprendere a gareggiare e continuava a provare, riuscendo nel mentre a seguire anche le mie prove.
Victor ed io stavamo sempre insieme, tanto da dormire anche nello stesso appartamento.
Inizialmente mi ero sistemata in una specie di ostello, ma dopo aver avuto vari problemi ero stata invitata dal ragazzo stesso a spostarmi a casa sua, siccome provvisto di una stanza libera. Avevo accettato immediatamente.
<<Tocca a te provare, inizia il riscaldamento, veloce>> mi disse subito dopo, entrando nelle vesti severe da allenatore.
Quando si trattava di seguirmi cambiava carattere e diventata molto serio. Non mi perdonava nemmeno un errore ed era molto critico quando la situazione lo richiedeva.
Evidentemente allenare Yuri Katsuki doveva avergli fornito una certa dimestichezza con i pattinatori da allenare. Era bravo in quello che faceva, anche se a volte nemmeno lui sapeva come comportarsi con me, specie quando mi lasciavo sopraffare dall'ansia.
<<Sì, Victor>> dissi, recuperando velocemente la mia compostezza <<subito.>>

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ᏒᎾᏚᎬ ᏴᏞᏌ || Victor Nikiforov x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora