Capitolo tre ❄️

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L'aereo atterrò circa un'ora e mezza dopo, facendoci svegliare di soprassalto in concomitanza con l'atterraggio leggermente brusco.
Riuscii a slacciare la mia mano approfittando del leggero intontimento del ragazzo, passandola franca, e per qualche secondo lo osservai cercare di recuperare un po' di ordine.
<<Aspetta, Niki, ti aiuto>> gli sussurrai, aiutandolo a rimettere in ordine i capelli.
Lui mi lasciò fare tranquillamente. <<Ti piace così tanto toccarmi, eh?>> chiese, tirando di nuovo fuori il suo lato provocatorio.
<<Chiudi il becco, oppure ti faccio scendere da qui come un idiota. Così le tue fan in aeroporto potranno vederti con i capelli come la testa del tuo barboncino Makkachin. Cosa ne pensi di questo?>>
Victor si ammutolì. <<Ecco, saggia decisione>> commentai quindi.
Il suo viso restò inespressivo mentre toccavo delicatamente la sua chioma e mi sentii quasi spogliata di ogni cosa. Aveva infatti uno sguardo davvero profondo e non di rado mi sentivo quasi in soggezione con i suoi occhi puntati sulla mia figura.
Aveva delle iridi bellissime. Di un azzurro impossibile da definire, intervallato da qualche piccolo accenno di verde.
Avrei passato un'intera vita a guardare quegli occhi e a volte mi capitava di fermarmi a pensare cose come: "Chissà com'è svegliarsi ogni mattina e trovarsi come prima cosa davanti uno sguardo bello come il suo. Chissà com'è iniziare la giornata con Victor Nikiforov che dorme al proprio fianco come compagno di vita".
Pensavo continuamente cose simili ed irrimediabilmente mi ritrovavo ad arrossire, proprio come in quel momento.
<<Sei tutta rossa, T/N>> disse infatti lui, sollevandomi il mento con l'ausilio delle dita.
Mi imbarazzai maggiormente e mi divincolai presto da quel contatto, iniziando a riorganizzare le mie cose sparse sui sedili nel silenzio più totale e con una certa frenesia.
<<Sei arrabbiata?>> chiese leggermente divertito.
<<Smettila di prendermi in giro o giuro che ti mollo qui. Sarai anche il mio allenatore, ma tra i due sono io quella con un buon senso dell'orientamento, mentre tu quello capace di perdersi anche nel bagno di casa propria>> risposi a mia volta, tuttavia senza riuscire a nascondere anche il mio di divertimento.
Victor sorrise e con gesti eleganti recuperò le nostre valigie sulle cappelliere, per poi affidarmi la mia. Abbastanza piccola in verità, utile per quei pochi giorni previsti nella capitale francese.
Poi scendemmo dall'aereo, ricambiando il saluto cortese delle hostess, decisamente più interessate al bellissimo e famoso ragazzo al mio fianco, piuttosto che a me.
Chiaramente essendo nel mondo del pattinaggio da diversi anni, con varie vittorie alle spalle, anche io avevo un seguito di ammiratori. Tuttavia nemmeno lontanamente paragonabili come numero e tenacia con quelli dell'affascinante russo più volte campione del mondo. Non con tutte le ragazze che praticamente quasi gli svenivano ai piedi ogni volta, specie con lui che si comportava continuamente in maniera maliziosa in pubblico.
Faceva parte del suo personaggio, anche se spesso si portava dietro quella caratteristica anche nel privato. Era radicata dentro di lui e non di rado la utilizzava su di me, mandandomi prima nel pallone e poi su tutte le furie, facendolo divertire immensamente.
Tuttavia non lo faceva con cattiveria.
Quello era semplicemente il suo modo di fare e denotava la sua fiducia nei miei confronti, oltre che la nostra confidenza.
Victor ed io continuammo poi a camminare verso l'uscita, attardandoci giusto un po' lungo i negozi posizionati prima, fino a trovarci la strada parzialmente sbarrata da molte ragazze e qualche ragazzo.
La maggioranza delle persone presenti si fiondarono direttamente verso di lui, scattando fotografie, chiedendo autografi e lasciandogli regali. Qualcuno però si avvicinò anche a me e cercai di accontentare quanto più possibile le loro richieste, sorridendo sempre.
Io non ero molto abile con il francese, quindi mi limitai a conversare in inglese.
Conoscevo infatti solo la mia lingua madre ed iniziavo ad apprendere abbastanza fluentemente il russo. Mentre Victor riusciva a dialogare perfettamente in russo, in inglese e anche in francese, senza considerare un po' di giapponese. Infatti in quel momento stava conversando senza problemi con le sue ammiratrici.
Decisi quindi di avvicinarmi per appoggiarmi a lui in termini linguistici. Tuttavia trovai ad attendermi sguardi gelidi ed espressioni dure da parte di molte ragazze lì raccolte.
In passato non mi era mai capitato di avere cattivi rapporti con le fans del russo, nonostante varie haters che ancora non mi perdonavano l'aver messo, a detta loro, le grinfie sul ragazzo. Quella mattina però trovai l'aria completamente diversa e molti più sguardi adirati nella mia direzione, oltre che commenti poco gentili a me rivolti sottovoce in un inglese poco masticato, ma comunque comprensibile.
Victor ed io riuscimmo ad allontanarci solo dieci minuti dopo, tutti e due confusi.
<<Ma le tue fans cosa avevano oggi? La luna storta?>> chiesi disorientata, riferendomi ai loro strani comportamenti.
<<Sei gelosa di loro?>> domandò a sua volta lui <<mi vuoi tutto per te?>>
Alzai gli occhi al cielo in risposta, blaterando un: <<Ma cosa c'entra con quello che ti ho chiesto... chi ti capisce è bravo>> e tirando fuori nel mentre il mio cellulare, ancora nella modalità aereo.
La tolsi, ricevendo immediatamente centinaia e centinai di notifiche, specie dai social network.
<<Ma che->> dissi confusa, aprendo Instagram; siccome quello con il numero maggiore di materiale da visionare.
Victor continuò a camminare placidamente, con tutta la calma del mondo, senza rendersi conto di me ferma in mezzo all'aeroporto.
<<Victor>> lo richiamai, facendolo immediatamente fermare <<credo di aver capito il comportamento delle ragazze di poco fa.>>
Lui si voltò nella mia direzione ed io girai lo schermo nella sua direzione, mostrandogli la foto incriminata che stavo visionando fino a poco prima.
Lo scatto immortalava me e Victor mentre dormivamo sui sedili dell'aereo. Lui con la testa sulla mia spalla ed io con la mia nuca sulla sua.
Fortunatamente la coperta nascondeva le nostre mani intrecciate, ma la posa era comunque fraintendibile, così come la circostanza.
Era stato pubblicato da pochissimi minuti, ma stava già rimbalzando da una piattaforma all'altra. Mentre in moltissimi stavano seminando messaggi di odio sui miei profili e domande sul profilo Instagram del ragazzo: v-nikiforov.
Victor era confuso e alzò la testa nella mia direzione, probabilmente alla ricerca di spiegazioni.
<<Perdonami, credo sia colpa mia. Ho preso la situazione alla leggera e mi sono poggiata su di te per stare più comoda>> spiegai <<un passeggero deve averci riconosciuti e pubblicato la foto alla ricerca di un po' di notorietà o solo per divertirsi.>>
Ero sinceramente mortificata e non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi. <<Scusami, Niki>> dissi nuovamente.
Subito dopo percepii il tocco della sua mano sulla mia guancia.
<<Perché ti stai scusando?>> mi chiese lui.
<<Perché mi sono messa a dormire sulla tua testa, senza considerare possibili occhi indiscreti e ora le persone ci hanno visti così... probabilmente penseranno che->>
<<Non importa>> mi bloccò lui, accarezzandomi dolcemente la guancia <<non importa davvero e tu non hai fatto nulla di male, non è colpa tua.>>
Sentii delle leggere lacrime affollarsi ai lati dei miei occhi e abbassando il capo gli sussurrai: <<Grazie davvero, Victor>>.
Ci lasciammo poi quella faccenda momentaneamente alle spalle, salendo sul primo taxi a disposizione.

Ci lasciammo poi quella faccenda momentaneamente alle spalle, salendo sul primo taxi a disposizione

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ᏒᎾᏚᎬ ᏴᏞᏌ || Victor Nikiforov x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora