Capitolo dodici ❄️

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Quella sera mi sentivo stranamente bene con il mio corpo. Forse per tutto il tempo che avevo dedicato precedentemente alla mia preparazione. Forse per il pregiato vestito che avevo comprato per l'occasione, uno di quelli impossibili da usare in altre occasioni, uno di quelli che non ero solita indossare mai.
Non era nulla di troppo sfarzoso o appariscente, ma un abito con un taglio semplice, perfettamente in linea con il mio modo di essere.
Non mancava ormai molto all'orario stabilito da me e Victor per recarci insieme al Gala di chiusura del Grand Prix, ma non mi sentivo agitata. Mi sentivo solo triste, estremamente triste.
Avevo forse davanti a me la mia ultima serata da passare con Victor con lui come mio allenatore e l'ultima chance di passare in sua compagnia momenti del genere.
Le nostre vite erano destinate a dividersi dopo quasi un anno a condividere le nostre giornate ed ero terrorizzata, estremamente terrorizzata dalla idea di ricominciare una vita senza la sua figura presente. Una vita con Victor non contemplato al mio fianco, senza l'uomo che amavo accanto a me.
Lui si era preso rapidamente il mio cuore, divorandolo inconsciamente giorno dopo giorno con ogni sorriso, con ogni gesto... semplicemente con il suo modo di fare.
Era stato impossibile per me non innamorarmi di una persona splendida ed unica nel suo genere come lui.
Non c'era un altro Victor al mondo, né a parere mio nessuno capace di prendere il suo posto.
Non era chiaramente per la sua fama o per il suo talento innato nel pattinaggio, ma nello specifico per la sua capacità di lasciare il segno nelle persone senza nemmeno doversi impegnare troppo.
Victor era così... ti rapiva con il suo enorme carisma, ancora prima di farti realizzare la situazione. Ne ero ben consapevole, siccome io stessa ci ero caduta dentro con tutte le scarpe e non riuscivo più a togliermelo dalla mente.
Ero innegabilmente persa di lui e non era un sentimento destinato a passare in poche settimane o in pochi mesi. Me lo sentivo fin dal profondo di me stessa.
Quell'uomo aveva lasciato un segno dentro di me talmente profondo da essere destinato a non cancellarsi forse mai più.
Con quella consapevolezza sospirai forte, tornando a guardare la corona di rose blu stabilizzate posata con cura sul comodino della mia camera d'albergo personale, la stessa dove non avrei passato che ancora solo una notte, prima di tornare in Canada.
Non ne avevo ancora parlato con Victor, ma avevo deciso di tornare per un periodo a casa dei miei, prima di decidere il da farsi.
La nostra collaborazione si era infatti conclusa come da patto dopo la vittoria della mia medaglia d'oro, così come mi aveva promesso quasi un anno prima, quindi non aveva senso tornare in Russia con lui.
Inoltre non ne avevo le forze, non in quel momento, non con la consapevolezza di non avere possibilità di legarmi a lui in ambito sentimentale.
Sarebbe stata troppo dura per me continuare a stare accanto a lui, vedendomi preclusa la libertà di baciarlo quando volerlo, di considerarlo solo mio o di fare l'amore con lui quando ne avevo il desiderio. Troppo doloroso.
Ero decisa a parlarne con lui quella sera stessa di ritorno dal Gala, così da avere la giusta tranquillità. Senza correre il rischio di rovinarci l'evento, discutendone prima del tempo.

Con quella consapevolezza lasciai la stanza dieci minuti dopo, pronta per affrontare una delle sfide più difficili della mia vita: riuscire a separarmi da Victor Nikiforov. Probabilmente per sempre.

. . . .

L'atmosfera era bellissima quella sera, dentro allo splendido salone dedicato al Gala.
Le persone presenti sembravano tutte particolarmente felici e spensierate.
Perfino io mi stavo divertendo abbastanza, nonostante il grosso peso che mi portavo sul cuore da qualche giorno, specie quel giorno.
Victor era circondato come sempre da tante persone, interessate ai suoi discorsi.
Lui era come una luce per le falene. Dovunque c'era lui si raccoglievano sempre molti individui, tutti irrimediabilmente attratti dallo splendore che emanava la sua presenza.
Aveva un carisma innegabile ed era impossibile non essere attratti da lui, anche se non sul mero piano fisico... anche solo dalla sua aura e dal suo essere unico nella sua stravaganza.
In quel momento sembrava impegnato nel raccontare un chissà quale aneddoto, molto divertente a giudicare dalle risate autentiche che si sentivano attorno a lui.
Io chiaramente non avevo il suo successo e mi limitavo ad aggirarmi nei pressi del buffet, sorseggiando in silenzio un po' di champagne e intrattenendo ogni tanto una qualche breve conversazione; di solito con persone che si avvicinavano per congratularsi con me rispetto alla mia vittoria.
Mancavano all'appello ancora diverse persone, tra cui anche l'ex fidanzato del russo protagonista dei miei pensieri, nonché Jean-Jacques, forse perché come al solito troppo lento a prepararsi.

ᏒᎾᏚᎬ ᏴᏞᏌ || Victor Nikiforov x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora