Capitolo 8

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Percepisti d'un tratto delle mani afferrare le tue spalle, ritrovandoti in una frazione di secondo sdraiata sul grande letto, mentre Guzma ti sovrastava col suo muscoloso corpo e ti fissava con un sentimento strano nel profondo dei suoi occhi.

Percepisti il tuo viso divampare e il tuo cuore battere all'impazzata per l'emozione, serrando i tuoi occhi decidesti di abbandonarti al tuo destino.

...Non che ti dispiacesse, comunque.

Guzma scostò la mano da una delle tue spalle, iniziando a passarla lungo il tuo viso, scendendo piano piano fino ad arrivare al tuo collo. Apristi piano piano gli occhi nella speranza di incrociare quei meravigliosi occhi grigi, sentendo nient'altro che le palpitazioni del tuo cuore e i brividi percorrerti ogni parte del corpo. Ciò che vedesti però, fu solamente il suo viso avvicinarsi al tuo orecchio per bisbigliarti qualcosa.

<Stammi alla larga o giuro che non rispondo di me.>


La sua voce così bassa e il respiro che sfiorava la tua pelle ti fecero irrigidire di colpo.

Sorridesti alle sue parole, non ti fecero paura, così lo afferrasti per i polsi prima che si allontanasse e ti avvicinasti al suo orecchio a tua volta.


<Come se mi dispiacesse.> Ammettesti poi con un bisbiglio, lanciandogli subito un'occhiata di sfida appena si voltò verso di te, sconvolto dalla tua contestazione.

Alzasti un sopracciglio e mantenesti il contatto visivo, ma Guzma si ritrasse subito, fissandoti perplesso ed imbarazzato.


<Grazie per essere passata. Ora puoi andare.> Concluse poi, alzandosi e dirigendosi nuovamente verso il suo trono.

Tirasti un lungo sospiro e ti alzasti in piedi, incrociando le braccia in segno di disappunto ti avvicinasti al trono.


<Mi mandi via così?> Borbottasti, scuotendo la testa leggermente, in segno di dissenso. Guzma sospirò, passandosi una mano sul viso fino ad arrivare ai capelli, che arruffò in modo seccato.

<Ti ho detto di andartene. Lì è la porta.> Disse poi, alzando un braccio e puntando dritto davanti a sé, indicandoti la via per uscire senza degnarti di uno sguardo.

Non lo potevi accettare, non così almeno. Iniziasti ad allontanarti dalla scalinata che portava al trono, ma la tua intenzione non era uscire, ma tornare sul letto.


Ti ci sedesti con impertinenza, continuando a tenere lo sguardo fisso su Guzma, nella speranza che ti guardasse e vedesse tutta la rabbia presente nei tuoi occhi.

<Non me ne vado! Resto qui! Ti arrangi!> Esclamasti tu, mettendoti a braccia conserte e mugugnando fra te e te.

Alzò lo sguardo non appena udì le tue parole, guardandoti a bocca aperta mentre continuavi a guardarlo male.


<Sì, mi hai sentita bene. Non ho intenzione di fare ciò che mi dici dal momento in cui tu per primo non ascolti le mie parole.>

<Ma cosa vuoi?!>

<Voglio che capisci che sei una brava persona! Smettila di ascoltare ciò che dicono gli altri! La gente non sa chi sei, ti guarda male e ti giudica solo perché non ti conosce, perché se avessero tutti avuto l'opportunità di vederti come ti ho visto io non parlerebbero in quel modo.>

Rimase in silenzio... ascoltava le tue parole anche se il suo sguardo era fisso a terra.

<Io non so cosa ti faccia avere gli incubi la notte, ma anche se non posso cambiare i fatti vorrei che tu mi dessi l'opportunità di starti vicino... - Iniziasti a percepire i tuoi occhi diventare caldi e la tua visuale farsi sempre più sfocata, fino a quando le lacrime non caddero lungo il tuo viso. - Guzma, tu non sei cattivo, hai solo bisogno di qualcuno che ti stia vicino...> Tentasti ti non scoppiare a piangere come una bambina di 5 anni, ma era tutto troppo per te e ormai era tardi per fermare le lacrime.

<(T/N)?! C-che fai?? Piangi????> Domandò Guzma alzandosi subito in piedi e osservandoti sconvolto mentre passavi le tue mani sugli occhi nel tentativo di asciugarti le lacrime.


Non sapeva cosa fare, era la prima volta che si ritrovava da solo con una ragazza che piangeva... Si morse il labbro nervosamente e alzando gli occhi al cielo rassegnato si decise, racchiudendoti fra le sue braccia mentre con una mano ti accarezzava la testa per tranquillizzarti.


Affontasti il tuo viso nel suo petto, stringendoti a lui mentre continuavi a piangere.

Guzma X Reader - Fly High!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora