[ il principio ]
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Le feste di Barclay Addams erano, da sempre, le migliori: tutti gli studenti della Bulldogs High School si ritrovavano ogni secondo sabato del mese nella villetta del presidente del consiglio studentesco a divertirsi spensieratamente tra litri e litri di birra chiara. Non mancavano le belle ragazze con le gonne inguinali di colori metallici e sberluccicanti insieme ai loro fedelissimi fidanzati che, varcata la soglia, sparivano chissà dove. Ma andava bene così, perché quelle relazioni erano poliamorose e alle giovani degli anni '90 importava solo della fama. Che questa fosse poi cattiva, era tutta un'altra storia.
E non mancavano nemmeno le stelle del football. Era solo con la loro presenza che una festa si poteva chiamare tale. Ancor meglio, se a presentarsi inaspettatamente era stato il capitano. Jungkook non capiva il perché si stesse trovando nel salone principale di quella casa circondato dai suoi compagni che come posseduti ballavano sul ritmo della musica di What is Love. Ci era finito perché Jackson lo aveva letteralmente sequestrato da casa sua senza spiegare un cazzo e il corvino non si era opposto. Forse distrarsi, anche per una notte, da quei mostruosi pensieri, gli avrebbe fatto più che bene.
Abbandonato a se stesso, dal momento che la coppia di amici si era allontana da lui dopo qualche drink, Jungkook aveva deciso di farsi largo tra i corpi sudati di quegli adolescenti per poter prendere un po' d'aria nel giardino. Un'impresa alquanto ardua che lo aveva portato a scontrarsi di spalle con una ragazza, facendole ovviamente versare a terra il liquido del suo bicchiere rosso. A peggiorare il tutto, c'era anche il fatto che fosse Zara Brown, cheerleader della scuola interessata, da tempi immemori, a Jungkook. Lui però non provava la stessa attrazione e ogni qual volta che la incontrava, faceva di tutto per nascondersi.
«Ehi...dove pensi di andare? E' maleducato non scusarsi.» La castana tentò di sovrastare le urla degli altri.
«Hm...scusami.» Rispose Jungkook dopo essersi voltato. Il disagio e l'inadeguatezza segnavano il suo volto, ma Zara sembrava non averli colti.
«Oh, Jungkook! Che piacere vederti. Il capitano ci ha degnato della sua presenza. — Una risata nasale scappò dalle labbra di lei che si era avvicinata pericolosamente al quarterback. — Visto che devi ripagare il mio punch, cosa ne dici di ballare con me?»
Il corvino la guardò spaesato. Non sapeva cosa diavolo fare. Insomma, davanti a lui c'era una bellissima ragazza eppure i suoi muscoli sembravano non reagire a nessun stimolo. Chiuse per un momento gli occhi, dentro la sua testa non c'era altro che confusione. Ora che aveva l'occasione di spassarsela con qualcuna, la sue insicurezze erano ritornate a bloccarlo. Pensò a Jackson e ai suoi discorsi motivazionali e poi a Matthew che da tempo gli aveva detto quanto avesse bisogno di una fidanzata. Strinse le mani in due pugni: doveva sciogliersi, quella serata non avrebbe pensato più a nulla.
«Va bene, in qualche modo devo sdebitarmi.» Rispose così Jungkook. Da una parte sapeva che quella decisione fosse la migliore, ma dall'altra si sentiva inadatto, un burattino che fingeva di essere ciò che non era.
Zara gli sorrise mostrando la sua dentatura perfetta. Intanto, Rhythm is a Dancer aveva iniziato a propagarsi in tutta la casa dando il via a performance di break dance improvvisata. In quel casino, la ragazza aveva avvolto le sue braccia intorno al collo di Jungkook che la stava tenendo per i fianchi. Aveva un fisico esile e delicato, avvolto in un orribile tubino giallo con stampato un vortice nero. Il corvino si maledì in mille modi: Zara era magnifica ma a lui proprio non piaceva in quel senso. Perché doveva essere così? Perché non poteva essere come Jackson?
Seguendo i passi della castana, Jungkook aveva cercato di scrollarsi di dosso quella sua goffaggine che lo faceva sembrare un pesce fuor d'acqua. Da quella distanza, era riuscito a notare le piccole lentiggini che apparivano sulle goti della ragazza e come i suoi occhi chiari risplendessero sotto le luci psichedeliche riflesse dalla mirror ball. Lei aveva continuato a sorridergli sincera, anche quando aveva deciso di spingersi un po' troppo.
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The chinese biscuit effect || 𝒕𝒂𝒆𝒌𝒐𝒐𝒌
Fiksi Penggemar𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 | Anni '90. Stati Uniti d'America. Essere il quarterback e per giunta anche il capitano dei Bulldogs, la squadra della scuola, era una bella gatta da pelare per Jeon Jungkook. Lui, che in quel campo di erba battuta ci era cresciuto e...