Capitolo 7: indagini illegali e altre faccende (non tanto) segrete

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Harry aprì la porta e si trovò davanti una ragazzina bionda di una decina d'anni. - Non credevo di trovarti qui, zio - squittì Victoire.- Infatti sto per andarmene. Purtroppo Teddy se n'è già andato.La bambina lo squadrò e fece una smorfia. - Non fai ridere, zio - disse, ed entrò senza più degnarlo di uno sguardo. Harry rimase allibito, con Jim Irons dietro che sghignazzava - Tu non devi perquisire la gente che entra in questa casa?Irons lo guardò circospetto - In realtà non ho ben capito se sono qui per proteggerla o per controllarla, signore.- Bene, intanto che ci pensi, io me ne vado. - Perché signore?- Perché ho deciso che oggi inizieremo a indagare su un caso attualmente nelle mani dell'Ufficio per l'Applicazione della Legge sulla Magia.- Non so se posso permetterglielo, signore.- Non credo che tu sia nella condizione di poter decidere cosa posso e cosa non posso fare.- Signore, per favore, non mi complichi il lavoro...- Non te lo sto complicando. - Io mi attengo agli ordini, signore.- Prima regola, mai attenersi agli ordini. Se avessi seguito gli ordini: Voldemort avrebbe rubato la Pietra Filosofale al mio primo anno, mia moglie sarebbe morta al secondo, il mio compianto padrino sarebbe morto al mio terzo e beh, poi posso smettere con gli esempi perché non sosterrebbero più la mia tesi.- Ma signore...- Mi smaterializzerò tra tre, due, uno...- Vengo con lei.Jim si buttò in avanti e riuscì ad afferrare Harry un attimo prima che lui scomparisse. Riapparvero a Hogsmeade, con Jim che crollò a terra e si stampò con la faccia lungo il terreno.Si rialzò nero in volto, spazzandosi via la polvere dai pantaloni.- Per la barba di Merlino, neanche so perché siamo qui.- Una persona è scomparsa nelle vicinanze di Hogwarts, e io voglio capire perché. Tu però non eri richiesto.- E non se ne può occupare la vicedirettrice Granger o il signor Weasley?- Se avessi voluto che se ne occupassero, non mi sarei fatto commissariare.Jim lo guardò stralunato - E' il capo degli Auror, se non fosse stato sospeso, avrebbe avuto un intero ufficio al suo servizio!- E molta burocrazia in più. Ho bisogno di dedicarmi a tempo pieno di questa cosa.- Ma come faceva a sapere che sarebbe successa?Harry procedette lungo il viale, tirando fuori la pergamena dove si era segnato qualche appunto.- Pochi mesi fa un gruppo di Mangiamorte evasi riesce a entrare nella scuola più controllata d'Europa, ora a poca distanza da quella scuola avviene una sparizione piuttosto strana. Non ti pare un po' strano?Jim cambiò espressione, passando dal frastornato all'interessato. Lui, l'anno prima, era stato uno dei pochi che aveva assistito all'invasione dei Mangiamorte. Harry pensava che questo lo avrebbe interessato un minimo. Ed era così.

*


Georgesi trovava leggermente fuori luogo. Se ne stava in un angolo, unbicchiere di Whisky Incendiario in mano. Sua sorella Ginny era sedutaal tavolo e guardava Victoire con uno sguardo tenero che lui non avevamai visto nei suoi confronti.
- Quindi? - chiese George - Perché mi trovo qui?
Victoire lo guardò come se fosse stupido - Per Teddy, ovviamente.
George sorrise - Ah quindi non è solo un dialogo ipotetico. Ora si fa nome e cognome.
Victoire lo fulminò con lo sguardo, mentre Ginny alzò un sopracciglio - Cosa stai dicendo?
- Io e lei abbiamo già fatto questo discorso l'anno scorso.
Lobuttò giù come se non fosse niente, ma in realtà ne era profondamentefiero. Per la prima volta qualcuno si era rivolto a lui per qualcosache non fossero degli scherzi. La sua figlioccia lo aveva interpellato.Ed era stato molto felice di ciò.
- Sì, ci sono state delle novità.
- Di che tipo?
- Ho parlato con zia Ginny e mi ha dato un consiglio.
George fece il suo solito ghigno - Ah davvero, sorellina? E cosa le hai suggerito? Il piano Dean Thomas?
Ginny diventò bordeaux e gli lanciò uno sguardo omicida.
- Dean Thomas? Che c'entra?
Ginny diventò ancora più rossa, di un colore che ricordò a George Ron.
- Niente, tesoro.
- Diciamo che è un esperto in quella tattica.
- George, per favore... - disse Ginny.
- L'ha inventata lui? - chiese Victoire, sempre più interessata.
- Diciamo che è stato il povero idiota che l'ha subita.
- In che senso? Non capisc...
- Niente, tesoro, tuo zio George è il vero idiota.
Victoire li guardava confusa, mentre George sorrideva alla sorella.
- L'amico di Teddy mi ha detto che non ha mai parlato di me - sputò fuori tutto di colpo.
Ilprimo pensiero di George fu quello di fare una battuta ironica, maforse non era la situazione. Già con Ron aveva esagerato. Ok, nientebattute. Doveva trovare un'altra soluzione.
- Non dovresti prenderlacosì, tesoro - disse Ginny - la sua vita qui e la sua vita a Hogwartssono diverse, non è che non pensa a te. Per volere bene davvero a unapersona, bisogna però prendere atto che è sbagliato che quella personapensi solo a te, come non si deve pensare sempre alla persona che tipiace. Chi ti piace è solo una parte di quello che sei tu, e non puoivivere per una persona, sennò non sei tu.
George annuì. Sua sorella sapeva sempre cosa dire in questi casi,
- Ma a me Teddy piace, mi manca quando non c'è e odio il fatto che le possa piacere un'altra.
-La gelosia è normale, in un mondo dove ti hanno abituato a undeterminato tipo di amore - disse allora George - detto questo tu nonsei l'altra persona e devi accettare il fatto che all'altra personapossa piacere un altro Detto questo, non è detto che devi gettare laspugna.
Ginny lo guardò un po' stranito, come non si aspetta unafrase del genere da lui. Eppure anche George Weasley aveva avuto le suedelusioni. Sì, gente, avete capito bene. Anche gli splendidi avevanodei momenti no. Ancora peggio se la ragazza che le piaceva era andataal Ballo del Ceppo con suo fratello gemello. Un brutto colpo, che nonaveva detto neanche allo stesso Fred, ma che gli aveva fatto male.
- E quindi cosa dovrei fare? Voi due fate sempre discorsi strani! - disse la nipote guardando entrambi.
-Non fare niente, Victoire. Lavora su te stessa e non riflettere suqualsiasi cosa fa, Teddy. A volte è meglio giocare le proprie mosse concalma, piuttosto che farle tutto subito.
La nipote non pareva convinta dalle parole di Ginny,ma non trovò niente da dire.
Qualche ora dopo George e Ginny si trovarono di nuovo insieme in cucina.
- Sai, la vita mi ha abituato a molte cose, ma mai credevo di trovarmi a dare consigli d'amore insieme a te.
- Neanche io, sorellina.
- E' stato bello, fare qualcosa da fratelli.
- Non lo abbiamo mai fatto?
Ginnyguardò in basso - No. Tu eri sempre con Fred, e spesso mi sentivo adisagio. Come se nessuno potesse mai entrare davvero nel vostro magicomondo. Come se prima foste fratelli voi, e poi noi altri eravamo unmondo a parte.
George sorrise - Mi manca parlare con lui e dirglitutto, ma tu sei sempre stata la mia sorellina. E poi, ero sicuro chepresto o tardi tutti voi sareste venuti dal saggio George Weasley achiedere consigli d'amore. Chiama la Gazzetta e fammi dare una rubrica.Ho già un nome: "Il Gufo del cuore".
Ginny scoppiò a ridere - Cretino! 

Angolo dell'autore

Dopo tanto tempo sono tornato! In questi anni ho dovuto scegliere cosa fare e cosa no e quindi ho sacrificato questa storia, anche se non ho mai pensato di abbandonarla. Questa quarantena mi ha fatto ripartire. Ditemi cosa ne pensate!

Davide

Ted Lupin e il Potter ClubDove le storie prendono vita. Scoprilo ora