Capitolo 1

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Sono in ritardo, la sveglia non è suonata e ho il ciclo, conoscete un insieme peggiore?

Faccio avanti e indietro per la stanza rischiando di inciampare tra vestiti, scarpe e libri sparpagliati per tutto il pavimento. Non sono mai stata una tipa ordinata e questa n'é la prova inconfutabile.

"Beverly, ci sono Winter e.. - ti prego mamma non dirlo, ti prego, tutti ma non lui, non sono ancora pronta a rivederlo - Logan" Logan, la persona che sopporto di meno nell'intero universo. Cazzo, dovevo immaginarmelo quando la mia migliore amica, Winter, la sera prima mi aveva scritto che passava a prenderci lei stamattina.

"Arrivo!" Metto il mascara in tempo record e, miracolosamente, senza sporcarmi. Metto velocemente la mia borsa contenente tutti i miei libri universitari sulla spalla e mi precipito giù per le scale, rischiando di cadere e perdere quei pochi neuroni che mi restano.

"Muoviti, Gabriel è già lì" Mi rivolge un'occhiata severa mia madre mentre prendo un toast al volo ed esco di casa in tutta fretta, senza neanche salutarla.

Ormai dovrebbe essere abituata al fatto che sono sempre, perennemente, in ritardo. Non è colpa mia ma della sveglia, ho sempre odiato quell'affare e oggi ne ho solo avuto l'ennesima conferma.

"Scusate" Entro in macchina ansimando per la troppa fretta, mi appoggio al finestrino e chiudo gli occhi cercando di non pensare al sorrisetto da schiaffi che Logan mi sta rivolgendo.

"Sei sempre la solita, Bev" Sorride dolce Winter, senza di lei non so come farei, ricambio il sorriso e sposto lo sguardo verso mio fratello concentrato a parlare di Football con quello stronzo patentato.

"Oggi non è colpa mia, lo giuro" La macchina parte e Logan mi rivolge un occhiata divertita.

"In tutti questi anni non è mai stata colpa tua" Alza un sopracciglio scettico riportando lo sguardo sulla strada davanti a sè. Non lo sopporto e questa non è una novità.

"In tutti questi anni non ti sei mai preoccupato di farti gli affari tuoi" Sorrido falsamente e mi giro, sbuffando, a guardare il panorama che scorre velocemente sotto i miei occhi, ho sempre amato la California e il suo clima.

"Pensavo che quest'anno saresti stata meno acida e invece no, sempre uguale eh scricciolo?" Alza un angolo della bocca in un sorrisetto di scherno e mi rivolge un occhiata veloce dallo specchietto, giuro che se non fosse il fratello della mia migliore amica l'avrei già ucciso e nascosto i resti da qualche parte.

"Dai Logan, lasciala stare, ha passato un estate di mer-" Gabriel si blocca prima di finire la frase per merito della mia occhiata di fuoco, se non impara a tenere la bocca chiusa gli strappo la lingua a mani nude. Winter si limita a lanciarmi un occhiata di sfuggita sapendo già tutta la storia e Logan mi rivolge uno sguardo interrogativo.

Mi stanno già facendo venire mal di testa.

~~⊰♥⊱~~

Scendo velocemente dalla macchina, notando con mio grande sollievo che siamo già nel parcheggio della scuola.

Winter e i due idioti ci seguono restando dietro di noi, ho sempre odiato che ci seguissero perchè tutti gli sguardi delle ragazze si posano su di noi. Logan e Gabriel sono da sempre migliori amici come io e Winter ma la differenza tra noi e loro è la popolarità; loro sono quei tipi di ragazzi belli e misteriosi che, al contrario di quello che si possa pensare, entrare nel loro letto è molto difficile. Questo li rende più desiderabili agli occhi delle ragazze.

Noi sappiamo che sono dei palloni gonfiati, con un carattere di merda e iperprotettivi verso di noi, ma comunque siamo abbastanza mature per decidere quello che possiamo o non possiamo fare.

"Potete andare" Mi volto verso i due, scocciata, alzando gli occhi al cielo.

"Vi accompagniamo alla vostra aula" Logan mi guarda male e mio fratello lo segue a ruota, come fa la gente a non vedere la realtà dei loro caratteri?

"Non ne abbiamo bisogno ragazzi, siamo in questa università da due anni e abbiamo imparato la strada" Winter prende la parola guardando male entrambi i ragazzi piazzati davanti a noi.

"Veniamo appena finite la lezione" Si arrendono e salutano il resto della squadra di football più un paio di ragazze che si trovano in fondo al corridoio, alzo gli occhi al cielo, di nuovo.

"Si, ciao" Trascino via Winter passando davanti ai Bluemn e le loro cheerleaders-troie. Non sopporto nessuna delle due squadre, credo si percepisca.

"Ciao ragazze" Ci salutano i giocatori in questione sorridendoci maliziosi. Da quando siamo qui hanno sempre cercato di farci seguire i nostri fratelli e uscire con loro, ma io e Winter non ci teniamo a sprecare i nostri preziosi momenti di vita con degli stupidi. Almeno così li definiamo noi, magari sono pure intelligenti. Chi lo sa.

Rispondo con un cenno mentre Winter li ignora completamente, proseguiamo fino all'aula di Filosofia dove ad attenderci c'è il professor Werter.

"Ci sono due posti laggiù" Indica l'ultimo banco in fondo all'aula e io e Winter prendiamo posto esattamente lì. Non mi è mai piaciuta tanto filosofia, specialmente Aristotele, ma ho sempre cercato di studiare e di andare bene anche nelle cose che mi piacevano meno, soprattutto in quelle.

"Oggi parleremo della vita di René Descartes*, Robinson e Jones ci fareste il favore di introdurcelo?" Mr. Werter ci guarda attraverso i suoi occhiali tondi e perfettamente luccicanti. Sospiro, me lo immaginavo che avrebbe chiamato le ultime arrivate in aula.

Io e Winter (per fortuna) abbiamo studiato fino a ieri sera e quindi, a ruota, gli spieghiamo tutto quello che sappiamo.
Nota: abbiamo fatto bene a guardare il programma prima di riniziare le lezioni.

Werter ci sorride soddisfatto e inizia a spiegare nei minimi dettagli tutto quello a cui abbiamo accennato noi e anche quello che non abbiamo detto.

"Abbiamo fatto un ottimo lavoro" Mi spinge in modo scherzoso la mia amica non appena usciamo dall'aula di Filosofia.

"Si, direi proprio di si, soprattutto per essere il primo giorno" Sorrido e mentre ci affrettiamo a cambiare aula per la prossima lezione il mio sguardo incontra quello di Logan, posto già su di me. È con Mya, una troietta di poco conto. Faccio una smorfia a cui lui risponde con uno sguardo malizioso, davvero? Scuoto la testa, non lo capirò mai e non intendo neanche farlo. Preferisce illuderla e farle credere che forse, un giorno, sarà degna di entrare nel suo letto piuttosto che rinunciare alle sue attenzioni. Patetico.

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* René Descartes è noto in Italia come Cartesio

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora