~prologo~

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Avevo sempre sentito molte storie sul fato, mio nonno me ne raccontava spesso.
"Un'entità sconosciuta e superiore all'uomo in grado di cambiare il destino di ogni individuo".
Credevo che fossero solo fantasie create dall'umanità, come l'esistenza degli angeli e dei mostri.
Ero sempre stato molto scettico al riguardo.

Il giorno del mio quattordicesimo compleanno, durante una visita medica, scoprii che io, Kageyama Tobio, ero uno dei dieci Unmei del mio anno di nascita, e da lì fui costretto a credere a tutto quello che prima consideravo "storielle banali".

Il fato, ogni anno, sceglie dieci bambini ai quali dare la possibilità di realizzare il loro più grande desiderio, facendo rivivere loro il giorno in cui viene espresso per un massimo di quattro volte, quattro volte durante le quali i giovani devono prendere le decisioni giuste per riuscire a farlo avverare, e i dieci fortunati otengono il titolo di "Unmei".
O almeno, questo era quello che mi avevano sempre raccontato.

Un giorno incontrai anche un vero angelo; Hinata Shoyo, un pallavolista delle medie, terzo anno, alto poco più di un metro e 60, con una chioma spettinata dello stesso colore dei tramonti migliori, gli occhi color ambra e un visino assolutamente adorabile.

Ero affascinato ma, dopo quell'unica partita durata meno di mezz'ora, lui iniziò a considerarmi un vero e proprio rivale mentre io non riuscivo a non vederlo come la cosa più intrigante e preziosa su tutto il pianeta.

Un vero talento sprecato, però.

Passò più di un anno da quando scoprii il mio raro dono ma non avevo ancora espresso il mio desiderio.
Era un peso troppo grande per me, l'idea di sbagliare mi terrorizzava e
inoltre mi ritenevo ancora troppo immaturo per poterlo utilizzare per qualcosa di davvero significativo.

Inoltre...
Passarono alcuni mesi da quando incontrai per la prima volta Hinata ma prima che me ne potessi accorgere, e contro ogni previsione, diventammo compagni di squadra.

Era un giocatore interessante, veloce, atletico e mozzafiato, proprio come lo ricordavo.
Certo, all'inizio era una schiappa, ma la sua sete di vittoria e la sua incredibile resistenza compensavano alle sue orripilanti ricezioni.

Non so ancora come o quando successe, l'unica cosa che so è che un giorno mi ritrovai ad ammirarlo pensando per la prima volta: "Come sarebbe tenersi per mano con lui?"
Da lì la mia mente sì trovò costantemente a vagare verso quel piccolo centrale.

Fu la mia prima cotta, non sapevo come gestire la situazione e non mi sentivo a mio agio all'idea di dichiararmi.
Quel sorriso raggiante, però, complicava le cose ogni giorno sempre di più.

Lo amavo, è vero, ma qualcosa mi impediva di dire quelle quattro stupide paroline: "Hinata, usciresti con me?".

Forse orgoglio.
Più probabilmente imbarazzo.

Ogni tanto provavo a fare finte dichiarazioni davanti allo specchio e, oltre a sentirmi assolutamente ridicolo, il mio volto si tingeva sempre di un color porpora acceso.
La cosa non aiutava per niente.

Nella mia adolescenza mi stavo portando dietro due grandi segreti: il mio raro dono e la mia stramba cotta per Hinata, e mi ero ripromesso che sarebbero rimasti tali per sempre.


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Spazio autrice:

Ehilà ragazziii

Spero che il prologo vi sia piaciuto e lo so che è molto corto però non preoccupatevi, i prossimi capitoli saranno molto più lunghi.

Questa kagehina ha una trama alquanto particolare, sarà sicuramente difficile e divertente scriverla e spero davvero che vi piacerà.

Coooomunque!

Sarà moooolto più corta rispetto a your HEARTbeat.
Che sta venendo una ff con più di 60 capitoli ma vabbè...ci vuole poco per farla più corta

Ci vediamo nel prossimo capitolo ~♡

-',𝒍𝒐𝒗𝒆𝒍𝒚 𝒇𝒂𝒕𝒆 - 𝑘𝑎𝑔𝑒ℎ𝑖𝑛𝑎,'-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora