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Gli allenamenti di quel giorno si conclusero prima del solito, come previsto e, dopo una doccia veloce, l'intera squadra si incamminò verso il centro città.

Era il 27 giugno e quella sera a Miyagi si sarebbe tenuto un festival al quale non volevamo assolutamente mancare.
Nota; al quale HINATA non voleva assolutamente mancare.
Dopo alcuni tentativi, il rosso riuscì a convincere il capitano a portare fuori il team al completo, con il pretesto di un'uscita "formativa" e "di relax" prima dei tornei.

E se non fosse abbastanza, Sugawara-san si era intromesso dichiarando che sarebbe stato bello indossare degli yukata per "seguire la tradizione", o qualcosa del genere.
Dovevo ammettere, però, che non era così scomodo come credevo.

Attraversammo alcune stradine desolate della prefettura, avvicinandoci sempre di più alla realizzazione della serata più importante della mia vita.

Faceva caldo, terribilmente caldo, ma questo fattore fu lievemente soffocato dal tipico venticello estivo serale che continuava a scompigliare le ciocche corvine dei miei capelli.

Sentivo i suoni ovattati,
le chiacchere dei miei compagni e il cinguettio degli uccellini sembravano rimbombare e abbassarsi di tono, come i suoni prodotti da una cassa immersa nell'acqua.

Il mio sguardo era catturato dagli occhi furbi e vivaci di uno dei miei compagni, quelli di Hinata per l'esattezza, che continuavano a fissarmi mentre mi sfoggiava uno di quei sorrisi in grado di illuminare una notte senza luna.
Le uniche cose che riuscivo a sentire chiaramente erano i miei pensieri che continuavano a ripetere sempre le solite frasi: "Smettila di scappare" "Diglielo, devi dirglielo" "Hinata...usciresti con-"

<<Kageyamaaa, mi stai ascoltando?>>

<<Ah, sì- Certo, continua>>

Qualunque cosa stesse dicendo il più basso in quel momento non sembrava tanto importante quanto perdersi nei suoi occhi.

I minuti passarono e dopo un po' arrivammo al cuore del festival.
C'erano numerose bancarelle, stand con giochi tipici, moltissime lanterne e, ovviamente, più persone di quante immaginassi.

<<Non perdetevi e non combinate pasticci, potete andare dove volete ma una volta finiti i fuochi d'artificio tornate tutti qua>>

Sawamura-san ci rivolse quelle parole e dopo un "Sì, capitano" detto all'unisono ci sparpagliammo tutti, in gruppetti da due, per quella frazione della città che era stata occupata da chiacchere vivaci e musica.

Per colpa del destino mi ritrovai in coppia con Hinata.
Per il destino o, più realisticamente, per colpa di quegli stecchini di dimensioni diverse che il vice capitano aveva portato per decidere le coppie, senza creare confusione.

Per pura coincidenza io e il rosso finimmo per pescare i legnetti della stessa lunghezza.

Però, fissando quella chioma spettinata e quel sorriso eccitato, che tirava gli angoli della bocca dell'angelo di fronte a me, non mi sembrava più giusto incolpare il fato.
Quella serata si stava già prospettando come una delle più belle della mia vita.
Forse sarebbe stato meglio ringraziarlo.

Iniziai presto a sentire un calore familiare avvolgere il mio viso e mi ritrovai a ricambiare il sorriso raggiante del centrale con uno sbilenco.

<<Hey Kageyama-kun! Che succede? Mi sembri strano. Non ti piacciono i luoghi affollati?>>

Bastò una frase per far tornare la mia solita espressione accigliata.

Il mio sorriso era davvero così atroce da farmi sembrare "strano"?

<<No...ma è la prima volta che vengo in un posto del genere>>

<<davvero?! Allora perché l'anno prossimo non ci torniamo insieme?!>>

-',𝒍𝒐𝒗𝒆𝒍𝒚 𝒇𝒂𝒕𝒆 - 𝑘𝑎𝑔𝑒ℎ𝑖𝑛𝑎,'-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora