È la notte dell'ultimo dell'anno e in un palazzo dove non dovrebbe esserci nessuno, si sentono della grida soffuse. Dei lamenti. Gemiti di pura lussuria che provenivano dal terzo piano del palazzo.
Tra le luci e ombre di una stanza, due figure. Una giovane donna china sul tavolo di marmo e cristallo, le dita che artigliano il bordo più alto tentano di contrastare gli assaliti dell'uomo alle sue spalle. La giovane sa che non potrà resistergli a lungo.
L'uomo alle sue spalle l'aveva afferrata per i fianchi e si spingeva in lei con foga, senza lasciarle il tempo di pensare o di replicare. "Oh... mio... Dio!" le dita di lui affondavano nei fianchi di lei così come il suo membro sprofondava nel suo sesso accogliente. L'orgasmo di lei lo travolse come un fiume in piena, stringendolo in una morsa di puro piacere estatico. Le aveva messo una mano sulla schiena mentre arrivò anche per lui l'orgasmo, forse uno dei più belli della sua vita.
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Stavo per perdere l'equilibrio se lui non mi avesse tenuta in piedi. È successo, di nuovo. Era difficile resistergli e dirgli di no. Mai avrei pensato di ritrovare l'uomo che mi aveva fatto battere il cuore per la prima volta, l'uomo che mi era stato vicino in momenti così difficili della malattia anche da lontano. L'uomo a cui ho donato tutta me stessa e che poi mi ha distrutto il cuore strappandomelo dal petto.
Sono sempre stata illusa e delusa dal genere umano di sesso maschile e non ho più avuto una storia seria da molto tempo.
Io sono Laura e lui è Giuseppe.
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Giugno 2020
Mi sono trasferita a Roma tre anni fa inseguendo il mio sogno e ora sono una pasticcera molto conosciuta. Ho fatto tante cose nella mai vita e poi la malattia ti cambia facendoti capire quali sono le tue priorità rimettendoti in gioco.
Sono cambiata.
Dico tutto quello che penso inimicandomi le persone ma non importa, è uno dei passi per essere più forte.
Non avere paura. Mai.
Dopo il brutto momento vissuto da tutta l'Italia, abbiamo ricominciato a vivere e io ho riaperto il mio negozio. A 35 anni uno presume di essere sposata e con figli ma il destino ha deciso per me molto tempo prima. Non posso avere figli, gli uomini per ora non sono la mia priorità e quindi mi sono dedicata al lavoro, lavoro che mi gratifica, i sorrisi delle persone felici per le mie creazioni ne sono la prova.
Era un pomeriggio di metà giugno e aveva iniziato a piovere. Quelle piogge imprevista e violente, così decisi di restare nel retro a finire alcune preparazioni. Pamela, era una delle mie migliori amiche, stava dietro al bancone per servire gli eventuali clienti. Avevo anche altre due amiche che ci aiutavano quando c'era molto lavoro da smaltire.
Il suono del campanello che avvisava che qualcuno era entrato dalla porta, attirò la mia attenzione. "Buon... giorno" perché mai Pamela tentennava nel parlare? Chi diavolo era entrato?
Mi affacciai dalla porta a soffietto che divideva i due ambienti del negozio e... oh cavolo! Istintivamente mi portai una mano alla bocca per non gridare, perché quella era la mia reazione. Il Presidente del Consiglio dei Ministri era qui.
Giuseppe Conte. Il mio Giuseppe.
Ok, calma Laura, oddio, mi verrà un infarto, ho il cuore che batte all'impazzata e... credevo di averlo dimenticato ma forse mi sbagliavo.
Rivederlo mi provoca un tuffo al cuore e fa riaprire vecchie ferite che credevo rimarginate. Ero così persa nei miei pensieri che quando Pamela venne a chiamarmi, saltai letteralmente. "Laura, tutto a posto? – annuii – vieni, quello che chiede LUI, puoi solo darglielo tu" che cavolo aveva chiesto? Laura, calma e respira.
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Whole lotta love - Le ferite dell'anima
FanfictionQuando il Destino vuole mettere una pezza agli errori del passato. Le ferite dell'anima possono trovare un balsamo per lenirle?