Il mio cervello si era completamente spento, non sapevo neanche ci fosse una piscina ma avrei dovuto immaginarlo- allora ragnetto hai portato il costume?- merda e ora che mi invento - n-no non ho il costume- dissi subito - allora te ne presto uno io certo ti andranno un po' larghi ma troverò qualcosa che ti stia bene- cavolo -n-non c'è bisogno d-davvero, non ho neanche voglia di andare in piscina- continuava a fissarmi stava capendo qualcosa me lo sentivo dovevo scappare, scappare via da lì e andare il più lontano possibile correre finché le mie gambe non cedono - pete mica ti metterai vergogna di farti vedere in costume da me?- disse con tono ironico, io involontariamente arrossì quello era il secondo motivo, stavo letteralmente andando in panico in quel momento la mia mente stava esplodendo non sapevo come muovermi avevo paura di sbagliare qualcosa, vidi la sua mano avvicinarsi alla mia e l'unica cosa che riuscì a fare fu abbassare più che potevo le maniche della felpa rossa, lui subito alzò lo sguardo dritto su i miei occhi, ci fissammo negli occhi i suoi erano lucidi forse aveva capito - pete alza le maniche della felpa- io non lo ascoltai mi abbassai ancora di più le maniche e schizzai via, dov'era l'uscita di quella maledetta casa, inseguito da Tony arrivai alla porta di ingresso, ma prima di aprirla lui riuscì ad afferrarmi il polso, lo teneva stretto tra le sue mani, io provavo a svincolarmi da quella presa ma niente era come se avessi delle catene, avvicinò l'altra mano e alzò la manica della felpa fino al altezza del gomito, riuscì a percepire la delusione nei mie confronti mentre scrutava quei taglietti in quel momento sarei solo voluto sparire vorrei non aver mai accattato l'invito del signor.Stark con uno spruzzo di forza riuscì a liberarmi da la presa del mio amato sapevo che da quel giorno non avrei più potuto fingere. Mi precipitai fuori la porta della villa lasciando Tony sulla soglia della porta era pietrificato come se il mondo gli fosse crollato addosso. Corsi il più lontano possibile, non avevo una meta precisa dovevo solo andarmene via da lì di sicuro mi sarei perso ma non mi importava, volevo sparire, volevo che nessuno mi trovasse, volevo rintanarmi in un luogo e non essere mai più trovato, volevo che tutti mi dimenticassero per sempre, gli avrei solo semplificato la vita se quel giorno non fossi sopravvissuto, lo sguardo deluso di stark era quello che mi logorava l'anima non potevo sopportare di vederlo così e sono sicuro che ora mi odia perché gli rendo la vita un inferno, l'uomo di cui sono innamorato ora mi odia. Corsi per ore fino ad arrivare in un piccolo boschetto mi inoltrai al suo intero sempre di corsa mi fermai solo quando le mie gambe iniziarono a tremare, per la stanchezza caddi a terra non avevo più forza, ora ero lì steso sul terreno a fissare il cielo, mi sembrava di essere tornato nella mia camera l'unica differenza era che ora non potevo fare niente mi rimanevano solo le forze per continuare a respirare i muscoli delle mie gambe erano come pietrificati non riuscivo a muovermi tentavo di fargli fare anche un piccolo movimento ma niente era tutto inutile. Mi arresi. E rimasi a fissare il cielo mentre cambiava le sue sfumature passando da un celeste scuro a un leggero lilla. Piangevo come un bambino. Come quando mi fu detto che i miei genitori erano morti. Come quando ben mori. Come quando L' avvoltoio mi fece cadere quella palazzina addosso. Come quando mi stavo dissolvendo nel vuoto. Come quando Tony era in procinto di morire. Come quando al sera ero solo nel mio letto aspettando che qualcuno mi venisse a salvare dal inferno che la mia vita era diventata, qualcuno che però non era ancora arrivato. Riuscì a muovermi di pochi centimetri per appoggiarmi con la schiena ad un albero iniziava a fare veramente freddo. Speravo che Tony lo stesse cercando quasi quanto speravo che lui non lo trovasse, perché sapevo che Tony sarebbe stato meglio senza di me ne sono sicuro al cento per cento ma io senza di lui non avevo nessuna ragione per continuare. Alzai le maniche e mi guardai le braccia - stupido- dissi tra me e me ti sei detto mille volte di smettere ma non lo hai fatto hai continuato e questo che ti meriti, ti meriti che tutti ti odino perché è colpa tua, tu sei la causa della sofferenza degli altri tu sei la causa della sofferenza di Tony. Un rumore alle mie spalle mi spavento sapevo di chi si trattava, l'unica cosa che riuscì a fare fu alzarmi il cappuccio e le maniche per poi nascondermi il viso ancora annacquato di lacrime tra le mani - tana per bimbo ragno ti ho trovato, sai sei davvero un ottimo giocatore a nascondino- non risposi, non c'è la facevo e il solo sentire la sua voce fece scendere altra lacrime sul suo volto - ok magari non era il momento migliore per fare una battuta lo capisco ma non sono bravo con queste cose- disse mentre si avvicinava a me, si sedette al mio fianco - non conoscevo questo posto? lo sai è proprio carino- disse mentre si guardava intorno -mi d-dispiace- dissi tra i singhiozzi e le lacrime che scendevano- scusami tu me ne sarei dovuto accorgere prima era un po' di tempo che ti comportavi in modo strano- mi accolse tra le sue braccia e subito infilai la testa nel incavo del suo collo, il suo profumo era sempre stata la medicina migliore continuavo a ripetere che mi dispiaceva mentre lui mi accarezzava i capelli e mi lasciava teneri baci sulla fronte - ti va se andiamo a casa piccolo, ci facciamo portare qualcosa da mangiare e poi ci vediamo un bel film insieme di quelli che ti piacciono tanto- mi limitai ad annuire mi staccai controvoglia dal suo abbraccio ma le gambe non volevano ancora muoversi, ero imbarazzato non c'è la facevo a guardarlo nei suoi bellissimi occhi - qualche problema?- disse notando che io non mi ero mosso di un solo centimetro - non riesco a muoverete gambe- dissi con voce tremare e spezzata da singhiozzi. Tony fece uno sguardo che conoscevo bene ormai era preoccupato si avvicino a me è mi prese come una sposa, subito diventai un peperone ambulante - non ti ci abituare Parker è meglio che ti torni a caminare prima che May lo scopra ho paura di quella donna- una leggera risata uscì dalle mie labbra. Tony clicco due volte sul reattore che aveva sul petto e un intera armatura- allora principessa tieniti forte- mi strinsi forte al armatura che a sua volta mi teneva stretti i fianchi, nemmeno in quella situazione riuscivo a essere tranquillo le lacrime continuavano a scendere involontariamente i singhiozzi per fortuna erano sparti. Arrivati fuori la villa a malibu l'armatura spari completamente e ancora tra le braccia di Tony entrammo in casa - ora mando un armatura a prendere dei cheesburger e noi ci rilassiamo un po'- non risposi non riuscivo, mi vergognavo troppo per quello che era successo. Mi poggio sul divano e poi mando un armatura prendere del cibo, si sedette anche lui sul divano, ci guardammo per un po' è poi mi fece cenno di avvicinarmi a lui appoggiai la testa sulle sue gambe e mi rannicchiai il più possibile mette Tony giocherellava con i miei capelli - mi dispiace- sussurrai - non è colpa tua il dovevo capirlo- dovevo parlarne con lui? Non lo sapevo e mi tormentava questa domanda. Lui mi passo una mano sulla spalla e la fece scivolare sulla mia sapevo che voleva alzare quella maledetta manica. È così fece alzò la felpa e lascio scoperto tutto l'avambraccio su cui passava i polpastrelli le lacrime iniziarono di nuovo a bagnarmi il volto, ma questa volta anche a Tony iniziarono a scendere le lacrime- perché lo hai fatto?- disse con voce bassa e tremante era serio e io quasi non lo riconoscevo solitamente c'era sempre una punta di ironia in ogni cosa che diceva, passarono minuti in cui io cercavo le parole giuste per esprime ciò che sentivo- sono ancora lì- furo le uniche parole che decisero di farsi vive-li dove?- decisi di rispondere a questa domanda anche se mi sembrava ovvia -sono ancora sotto quei macigni- i singhiozzi si ripresentano - perdonami Pete- mi girai con ancora la testa poggiata sulle sue gambe, guardai quegli occhi color nocciola che ora erano lucidi e Rossi - per cosa?- lui mi strinse la mano - per tutto... e colpa mia se quel giorno è successo quello che è successo hai salvato me non avresti dovuto farlo- un lacrima bagno la sua guancia che subito venne asciugata dal dorso della mia mano - non è stata colpa tua- mi alzai e lo abbracciai ora eravamo entrambi in lacrime uno nelle braccia del altro - mi dispiace Tony- le sue braccia mi tenevano stretto a lui più che mai - è colpa mia- continuava a dire -no non è colpa tua basta non dirlo mai più.... promettilo- non mi arrivo nessuna risposta rimanemmo abbracciati suL divano in pelle, fino al arrivo del armatura - hai fame?- io mi limitai ad annuire erano settimane che non mangiavo qualcosa di "vero" visto che nel ultimo periodo avevo mangiato solo Snack e cose del genere giusto per non morire di fame, mi facevano ancora male le gambe per la corsa di qualche ora fa e Tony se ne accorse visto che camminano malissimo - hey piccolo Non ti muovere se ti fanno ancora male le gambe. Vengo io tu ritorna sul divano e aspettami lì - subito mi riaccomodai sul divano in attesa che Tony tornasse. Quando arrivo aveva due panini e delle bibite - Coca-Cola e panino al bacon per te - era bello sapere che nonostante non gli avessi detto niente su alcune cose lui già le sapesse - sai anche quale il mio panino preferito- lui sorrise e disse - so tutto di te ragnetto, sei sempre stato la cosa più importante per me- il mio cuore si sciolse averi voluto baciarlo ma non potevo farlo. Non avrei mai potuto fare una cosa del genere a pepper non me lo sarei mai perdonato, lei era sempre così dolce è disponibile con me era come una madre e solo pensarle di farle un torto del genere. Mangiammo e la serata passo tranquilla tra qualche stupida chiacchiera e un film, apprezzai vernare tanto il fatto che non parlasse di quello che era successo oggi, non me la sentivo non ancora, dopo un po' Tony si addormentò e io rimasi al suo fianco sveglio sapevo che se avessi provato ad addormentarmi avrei dato inizio ad un nuovo incubo. Passarono venti minuti e quando fui sicuro che Tony si era veramente addormentato decisi di portarlo a letto. Mi alzai con ancora dei forti dolori alle gambe ma li ignorai, presi Tony in braccio come una principessa, salire le scale fu più difficile di quanto pensassi ma un passo alla volta superai quest'ostacolo arrivai nella camera da letto lo poggiai sul comodo letto e gli rimboccai le coperte, gli lascia un bacio sulla guancia e poi sussurrai vicino al suo orecchio -buonanotte Tony, grazie per tutto- mi diressi verso l'uscita della camera per andare di nuovo sul divano ma Tony mi fermo - non andare rimani qui... per favore- disse con la voce impastata classica di si è appena svegliato - scusa se ti ho svegliato- lui continuo a dire - vieni qui per favore.... non voglio lasciarti solo..... voglio stare con te- tornai al interno della camera spendi la luce e con tutto il viso arrosato e mi stesi affianco a Tony ero abbastanza imbarazzo, e il mio cure si fermo per un secondo quando Tony mi attiro a se facendomi accoccolare sul suo petto mi teneva stretto a se - buonanotte... petey-pie- mi diede un bacio sui capelli è inevitabile arrossì eravamo così vicini che potevo sentire suo profumo la sua pelle calda e soffice che placavano le mie ansie. L'unica cosa che non riusciva e a fermare era la mia mente che continuava a tenermi occupato con stupidi pensieri -a cosa pensi petey? - disse Tony - a niente- risposi - non dirmi bugie pete con me puoi parlare - disse prima di alzarsi e accendere la luce - pensavo al fatto che con te sto bene e che non voglio più andarmene- tony impallidì - t- tu te ne volevi andare? e dove? Con chi? Da solo? Perché? - wow un vero e proprio terzo grado - si me ne volevo andare non c'è la facevo più a rimanere qui ogni ricordo che ho fa schifo, mi sarebbe piaciuto andare il Italia in una di quelle città piena di monumenti e opere d'arte dove cucinano la migliore pizza dal mondo, dove non fa mai veramente freddo..... dove potevo essere chi volevo e non Peter Parker..... ma ora ho cambiato idea quindi non preoccuparti non me ne scapperò in Italia o da qualche altra parte- dissi tutto di un fiato Tony aveva ancora la bocca spalancata- perché non vuoi più essere peter- disse lui la sua vice era tremante è spezzata - perché il peter che conoscevate non esiste più.. ora ci sono io e sono molto diverso da lui.... lui era , felice, ottimista, energico e aveva molti amici non si sentiva mai solo mentre invece io sono l'opposto non sono felice e vedo il lato negativo in ogni cosa mi sento sempre solo e abbandonato e non dormo bene da quando ho memoria e soffro di insonnia e depressione, non sono quello di cui mi raccontate e non credo di esserlo mai stato, insomma tutta questa sofferenza non può essersi creata dal nulla no?- i miei occhi bruciavano da morire e molto probabile erano lucidi, mentre Tony mi guardava con aria malinconia - finché sarò in vita tu non sarai mai solo io ti proteggerò farò rinchiudere New York in una campana di vetro se ciò ti farà sentire più sicuro e quando vorrai scappare via da la tua vita io verrò con te, andremmo in Italia e passeremo intere giornate ad esplorarla e a rimpiazzarci di pizza, non ti abbandonerò mai- le lacrime iniziarono a bagnarmi nuovamente le ma questa volta ad asciugarle fu Tony - mi prometto che non te ne andrai mai - dissi alzando il mignolo della mano sinistra - te lo prometto- disse afferrando con il suo mignolo il mio - ora a dormire bimbo ragno e tardi e i bimbi devono riposarsi - disse appena spense la lampadina, mi avvolse con le sue possenti braccia e io mi raggomitolai sul suo petto
Ciao ragazzi spero che la storia vi stia piacendo sto cercando di aggiornare più spesso fatemi sapere secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo!
-C💕
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•F•O•R•G•E•T•
FanfictionNon riusciva a perdonarselo. Era colpa sua se fosse stato più attento non sarebbe successo, e lui non avrebbe dimenticato. Non avrebbe dimenticato gli ultimi sei mesi passati condividendo quel amore di vuoi nessuno era a conoscenza. E che era era ma...