Lilith si alza dal letto, rivestendosi in fretta e sistemandosi davanti allo specchio.
Prende un profondo respiro e raggiunge la porta.
È curiosa di sapere che cosa dirà Thomas ai suoi famigliari.
Apre lentamente la porta e si guarda intorno, assicurandosi che non ci sia nessuno nei paraggi.
Il corridoio è immerso nel silenzio più totale, ed ogni altra porta lungo ad esso è chiusa.
La ragazza sgattaiola fuori dalla stanza, tendendo l'orecchio come se cercasse di cogliere il più lieve rumore.
Improvvisamente delle voci ovattate rimbombano lungo la scala che porta al piano di sopra.
Con la massima attenzione la giovane cammina lentamente e a piedi nudi lungo le scale, cercando di non far scricchiolare nessuno scalino, ritrovandosi di fronte ad un'altra porta chiusa.
Vi appoggia l'orecchio e resta in ascolto, mentre il volto assume un'espressione concentrata.
<< Ma chi può essere stato? >> domanda preoccupata Lizzie.
<< Poche persone sapevano dell'attentato, oltre che a voi qui presenti >> risponde di rimando Thomas.
<< E adesso che cosa facciamo, Tommy? >> interviene Finn.
<< Niente, finché non avrò scoperto chi mi ha tradito; dopodiché mi occuperò personalmente del bastardo e di Mosley >>.
<< E a Polly... che cosa le diremo? >>.
<< La verità >> risponde il signor Shelby con tono sofferente ma perentorio alla moglie.
In quel momento, da dietro la soglia, Lilith, intenta ad origliare la discussione che stava avvenendo all'interno della stanza, non si accorge dell'alta figura armata di pistola che le giunge alle spalle: quest'ultima allunga la mano con uno scatto, l'afferra per la veste e la scaraventa contro il muro.
<< Il compito delle domestiche non è quello di origliare, ma di pulire >>.
L'uomo che la sovrasta è Arthur Shelby e il suo aspetto è tutt'altro che gradevole: i capelli biondo rossicci sono disordinati, sporchi; le pupille dei suoi occhi chiari sono dilatate dalla cocaina e l'odore di alcol e fumo impregna i suoi vestiti sgualciti.
<< Non sono una domestica, signor Shelby >> asserisce la ragazza con tono schietto e pacato, fissandolo con intensità.
<< E che cosa sei? >> biascica lui.
Ma prima che la destinataria di quella domanda possa aprir bocca, il fratello maggiore della famiglia Shelby risponde al suo posto.
<< Una ficcanaso, ecco cosa sei >>.
L'uomo la prende per un braccio e spalanca la porta.
<< Dai, entra >> le dice con tono scocciato.
Sotto lo sguardo stupito ed incuriosito dei presenti, dalla soglia appare Lilith affiancata da Arthur.
<< Signorina Lilith, stava per caso origliando la nostra conversazione privata? >> domanda con indignazione Thomas rivolgendosi alla sua ospite.
<< Sicuro che stava origliando! >> dice esasperato suo fratello maggiore.
<< No, signor Shelby, affatto. Stavo per bussare alla porta quando suo fratello mi ha interrotta in malo
modo >>.La misteriosa creatura, calcolatrice e letale, lancia un'occhiata così diretta e carica d'odio da sembrare un attacco fisico ad Arthur, che si ammutolisce.
<< Dunque, che cosa desidera? >>.
L'attenzione della ragazza si sposta sul proprietario dello studio.
<< Sono venuta ad esporvi il perché della mia visita, signor Shelby >>.
<< Prego, vada avanti >>.
<< Sono certa che tutti voi ricorderete Danny Whizz-Bang >>.
Un'espressione interrogativa si dipinge sul volto di Thomas, che inarca un sopracciglio, sorpreso.
<< Pace all'anima sua >>.
<< Era mio padre >>.
Il silenzio che segue è come la falsa quiete prima della tempesta. Infatti, un mormorio stupefatto si diffonde rapido per la stanza, come le increspature concentriche prodotte da un sasso gettato in uno stagno.
Lilith sorride tra sé soddisfatta. A volte è bello oltrepassare i limiti.
Mentre tutti gli altri non osano credere alle loro orecchie, l'uomo non sembra affatto sorpreso da questa affermazione.
<< Danny aveva solo figli maschi >>.
<< E una figlia bastarda >>.
<< E chi l'avrebbe mai detto! Ah, il buon vecchio Danny! >> si intromette Arthur, versandosi da bere e scolandosi il bicchiere in un sorso.
Il bagliore di sicurezza nello sguardo di Thomas vacilla per un momento; la giovane coglie l'occasione.
<< Aveva intrapreso una relazione con mia madre, a Londra. Dopo aver scoperto di essere rimasta incinta, lei lo supplicò di restare, ma lui se ne andò e tornò da sua moglie a Small Heath. E mi crebbe finché poté, mia madre: poi mi lasciò davanti ad un orfanotrofio, con soltanto un biglietto che non avrei potuto aprire prima della maggiore età.
<< Io sono riuscita, signor Shelby, a ricostruire, grazie al contenuto di quel biglietto, la vera storia di mia madre: venni a sapere la storia di quella povera prostituta morta anni prima, suicidata. E venni a sapere sopratutto che quella donna lasciò soltanto una nota su cui vi era scritto: " Daniel Owen, Small Heath, Birmingham ".
<< Sono giunta così dov'ella volle, a Small Heath, domandando del mio presunto padre al proprietario di un pub che mi ha indirizzato dalla signora Owen; quest'ultima mi ha annunciato la triste scomparsa del marito e mi ha dato il vostro nome, signor Shelby, poiché la aiutate economicamente. Ed è così che sono arrivata fin qui >>.Attorno a lei permane un silenzio glaciale. Nessuno osa dire una parola.
<< È una storia molto commovente, signorina Lilith >> dichiara con voce atona l'uomo dagli occhi azzurri accendendosi una sigaretta e aspirando il fumo con evidente piacere << suo padre era un brav'uomo, e uno dei migliori uomini che io abbia mai avuto al mio
fianco >>.<< Sono lieta di sentirvi dire queste parole, signor Shel... >>.
<< Ma suppongo che il suo scopo non sia solo quello di raccontare la sua triste storia. Lei vuole qualcos'altro, qualcosa che io posso offrirle >>.
La ragazza esita per un istante, poi disse:
<< Voglio lavorare per lei, signor Shelby >>.
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La parola del Diavolo
Mystery / Thriller" Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro ". La storia è ambientata alla fine della quinta stagione.