Capitolo 5

291 3 0
                                    

SIMONE

Mi sveglio con un mal di testa atroce "Mh" grugnisco voltandomi con il corpo dal lato opposto a dove mi trovo "Ben sveglio" dice una voce alle mie spalle "Ciao Ame" parlo con una voce roca "Che ci fai a casa mia?" dico mentre apro gli occhi e cerco di focalizzare qualcosa "Sei a casa mia a dire il vero, ieri sera ti sei ubriacato e non riuscivi a reggerti in piedi e dato che casa mia era la più vicina ho deciso di farti dormire qui" dice e io annuisco ben contento di non aver fatto cazzate "Carina la tua amica sai?" dice all' improvviso e io subito apro gli occhi e mi alzo di scatto facendomi venire un capogiro "Quale amica?" chiedo mentre cerco di capire di cosa stia parlando "Serena e quale se no?" spiega semplicemente "Come sai di lei?" chiedo "Amico, l'hai chiamata stanotte mentre eri completamente ubriaco" continua "Cazzo, che le avrò detto?" dico mentre mi ributto sul letto coprendomi gli occhi dalla figura che ho compiuto. E se vai a vedere non vorrà più venire all'appuntamento con te suggerisce mia voce interiore e io annuisco convinto del mio pensiero. "Perché non lo chiedi direttamente a lei?" dice mentre sento dei passi provenire da fuori alla stanza "È permesso?" dice una voce che riconoscerei fra mille "Entra Serena" dice lui mentre lei fa la sua comparsa nella stanza. "Hey, come stai?" chiede fissandomi negli occhi mentre si morde il labbro inferiore e sedendosi sul letto accanto a me mentre le faccio la radiografia e noto come è vestita: un semplice maglioncino color carne (a maniche lunghe) messo dentro a dei jeans sbiaditi a vita alta, un paio di converse nere e noto che è senza trucco, e Gesù, la sua bellezza è da togliere il fiato.

SERENA

"Sono stato meglio" mi dice appena mi siedo sul letto "Ti chiedo scusa per... Per averti chiamato nella notte" dice imbarazzato e io scoppio a ridere "Simone ma di cosa ti stai scusando? Non hai detto o fatto nulla di male, anzi, hai solo detto ai tuoi amici che sono bellissima, niente di così imbarazzante di come credi" gli spiego cercando di tranquillizzarlo "Quindi... Nient'altro?" domanda titubante e io scuoto la testa sorridendo "Nient'altro, promesso" dico senza smettere di guardarlo "Okay allora io vi lascio, vado a pulire un po' di là" dice Amedeo per poi alzarsi dal letto e lasciare la stanza. "Allora... Posso sapere come ci sei finita qui stamattina?" chiede e io annuisco incrociando la gamba destra sotto quella sinistra "Puoi toglierti le scarpe se vuoi" dice osservando il mio movimento e io lo faccio ben volentieri dato che odio indossare le scarpe su un letto e così, dopo averle tolte, mi siedo a gambe incrociate sul letto difronte a lui. "Stamattina mi ha contattato, su instagram, Amedeo dove, anche lui, si è scusato del comportamento che hai avuto ma gli ho risposto di non preoccuparsi perché in fin dei conti non hai fatto chissà cosa e mi ha chiesto se potevo passare da casa sua per poterti tenere sotto controllo dato che ha avuto un imprevisto all 'ultimo minuto e non ha voluto lasciarti solo in casa e io ho accettato, mi ha dato l'indirizzo e sono corsa qui per vedere in che condizioni stessi. Appena sono arrivata mi ha aperto la porta e mi ha indicato la stanza in cui tu fossi ed è corso via in fretta, io sono entrata qui dentro e non ti ho lasciato fino a quando non è tornato lui, ovvero 10 minuti fa" spiego e lui resta a bocca aperta "Come va la testa?" chiedo preoccupata poiché dovrebbe avere un mal di testa tremendo. "Mi fa male" dice in un sussurro e toccandosi le tempie con le mani. "E penso anche di puzzare un po' quindi è il caso che vada a farmi una bella doccia rigenerante" continua annusandosi l'ascella destra e facendo una leggera smorfia con il viso. "Be si, in effetti ho sentito del cattivo odore nella stanza ma non pensavo fossi tu" dico fingendo di pensarci un po' su. "Come hai detto scusa?" dice con voce di shock e fissandomi come se mi fossero comparse due teste. "Ho det-" non finisco la frase che mi ritrovo un cuscino spiaccicato in faccia "Non lo hai fatto sul serio" ribatto notando che dietro di lui sta un cuscino, bianco, enorme "Oh sì invece" dice e così io prendo il cuscino e faccio la stessa cosa che fatto lui a me e la sua faccia sconvolta è a dir poco esilarante, infatti, scoppio a ridere "Quindi questa è guerra" dice prendendo il cuscino mentre io prendo l'altro "E allora guerra sia" dice e per 10 minuti ci facciamo guerra e nella stanza si sente solo il suono delle nostre risate che si uniscono.

Prendimi per mano |Awed, Simone Paciello|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora