Capitolo 3. Un Dono Dal Cielo

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-“C-Come fai a saperlo?!"chiesi sconvolta.
-“Sai? In tasca avevi una letterina d'amore, e guarda caso era per me!Ti cadde, e io la raccolsi".
-“Oh... P-Però qual'è la tua risposta?"chiesi, anche se era evidente che la risposta fu:
-“Certo che no, non potrei mai uscire con una sfigata come te!"
-“..." ebbi il cuore a pezzi, non credevo che rispose con tanta acidità. Mi inginocchiai, distrutta, non ce l'avrei fatta a dire alla mia amica e a mio padre la verità... lui rise di me, prendendomi in giro e andandosene via, fú tutto più chiaro, Jack fu uno dei ragazzi più popolari di tutta la scuola, tutte le ragazze lo amavano e fú amico di tutti i ragazzi. Non ci credetti, pensai tutto ciò fosse un sogno, mi sbagliai.

Da quel giorno in poi divenni vittima di bullismo, all'inizio non parlai a mio padre di ciò, finché ...

In un normale giorno scolastico(o almeno così pensai) cioè un inferno, accadde... un fatto che non saprei spiegare, ma mi proverò:

Come tutti gli altri giorni, venni bullizzata dal solito trio di ragazze, ma quando la più grande, Katie, la leader del gruppo stava per darmi l'ennesimo colpo, fu allora che divenne tutto silenzioso, non sentivo più le irritanti voci dei bambini delle elementari, un piano sotto di noi, oppure Katie non mi colpí, tutti sembravano IMMOBILI, perfino gli uccellini, che vedevo sempre dalle finestre, non volarono, sembrarono delle statue sospese a mezz'aria. Non mi fermai a riflettere su ciò che stesse accadendo, ma ne approfittatai. Quando acquistai un bel po' di vantaggio, necessario per scappare, tutto intorno a me riprese a muoversi, comprese le bulle, le quali incominciarono subito a inseguirmi. Scesi velocemente le scale, stando ovviamente attenta a non inciampare, quando incontrai un'ostacolo: il fidanzato di una delle mie bulle di cui manco ricordai il nome e di cui non ricordo il nome tutt'ora. Mi bloccò, perciò io gli tirai un calcio nei testicoli necessario per farlo cadere a terra. Arrivai al terzo piano(Fui al 5° piano per chiedere in prestito un libro dalla prof) entrai in classe, perfortuna suonò la campanella con ottimo tempismo, e mi salvai.

Durante l'ora di grammatica qualcosa mi colpí la testa: una pallina di carta così l'aprii.“Fuori scuola, la vedrai cara e se dirai a qualcuno di questo messaggio, sarà la tua fine" fu allora che capí di averla fatta grossa, anche se il messaggio fu scritto in anonimo, capí subito chi lo scrisse. Ero terrorizzata, ma se mi fosse fatta prendere dal panico, sarebbe stato peggio.

              ~ Fuori scuola ~

Corsi subito via, invano. Le due ragazze mi bloccarono e questa volta non erano sole; ci fu pure il ragazzo che mi bloccò. Iniziarono a picchiarmi però sentí una voce famigliare:
-“Ehy voi! Che state facendo?!"disse la persona.
-“Andiamocene via!" disse il ragazzo, e così fu.
Tra tutte le voci a me familiari, mi capitò proprio l'ultima al mondo che avrei voluto sentire in quel momento.
“Tesoro, che ti hanno fatto?!" chiese mio padre.

                   ~ A casa ~

Dovetti spiegare tutto quello che succese a mio padre finché arrivai al punto del racconto di ciò che mi accadde quel giorno:
-“Mentre mi stavano picchiando... tutto intorno a me restò immobile, ero l'unica a potermi muovere.
Passarono alcuni minuti da ciò che dissi, mio padre continuò a fissarmi scioccato ma anche un filino soddisfatto, finché mi disse:
-“Ci trasferiamo".

                ~ Angolo me ~
Ragazzi, anche questo capitolo è finito, se vi piace lasciate un commento e una ⭐. Alla prossima.

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