Come il mare.

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Quella mattina era alquanto strana. Ethan non era in camera e il suo letto era del tutto ordinato. Aiden guardò l'orologio sul proprio polso.
Sì, era decisamente strano. Erano le sette del mattino... chi era il mentecatto che si svegliava prima di quell'ora? Per quanto considerasse Ethan fastidioso non si poteva definire stupido. Questo è poco ma sicuro.
Attese ancora qualche minuto prima di alzarsi dal letto controvoglia e di lavarsi i denti. Aveva una terribile emicrania e si sentiva davvero debole.
Si era sempre domandato come fossero gli effetti post-sbornia, e ora che li aveva provati, si era pentito amaramente di essere stato così curioso.

Si lavò i denti, guardandosi in viso. I capelli erano scombinati come sempre e le occhiaie erano più evidenti. Si domandava quando avrebbe fatto una dormita per bene. Sputò il dentifricio nel lavandino e serrò i denti per controllare se fossero sufficientemente puliti. Appurato ciò, uscì dal bagno e infilò lentamente braccia e gambe nei vestiti in un arco di tempo che variava da uno a dieci minuti. Si perdeva a fissare il soffitto o il pavimento, non pensando però a qualcosa di preciso.

Uscì dalla stanza e si diresse in mensa, più che intenzionato a cercare di svegliarsi con la voce squillante di Kevin e la tagliente ironia di Ethan.
Ma quel giorno non c'erano. La mensa era quasi vuota come sempre, ma questa volta i suoi amici non si erano presentati.
Decise di prendere un piatto e di riempirlo con quante più cose possibile e di mangiare da solo.

Estrasse il telefono dalla tasca e cercò il contatto di Kevin.

-Ehi, sono Aiden. Mi avete lasciato solo questa mattina? Ingrati.-

Riprese a mangiare, ma la risposta non tardò ad arrivare.

-Scusa occhi smeraldo ma hno sonnissimops-

Rise per il modo con cui scriveva e gli inviò semplicemente un ok con una faccina. Bloccò il telefono, finendo la propria colazione.

L'interrogazione di filosofia non era andata per niente male. Certo, se non avesse avuto così sonno da chiedere per tre volte una stessa domanda sarebbe andata ancora meglio.
Era passato a prendere in camera sua i libri che gli servivano per studiare, e, con enorme stupore notò che la camera fosse ancora vuota.
Fece spallucce e si chiuse la porta dietro di sé.
Attraversò innumerevoli corridoi, raggiungendo finalmente la scalinata principale.
Tra qualche ansimo e appoggiamento al corrimano, raggiunse finalmente l'ultimo piano, entrando in biblioteca.
Era molto ampia e si estendeva per molti metri.

Appoggiò i libri su un tavolo e si sedette cominciando a leggere attentamente. Non aveva mai studiato così tanto prima d'ora. Nel mentre leggeva, cercava alla cieca il proprio astuccio per prendere un evidenziatore. Dopo un po', alzò lo sguardo e si rese conto di non averlo portato. Non riusciva a studiare senza i suoi amati evidenziatori.
«Tieni.»

Disse improvvisamente una voce, porgendogli un maker arancione. Guardò stranito il pennarello, spostando poi lo sguardo sul ragazzo che aveva appena parlato.
«Grazie.»
Lo prese e sottolineò qualche frase: era decisamente la tonalità che usava di solito.
«Comunque piacere, io sono Aiden.»
Gli porse la mano e subito l'altro gliela strinse con una certa eccitazione.

«Io sono Lucas, piacere mio. Da quando sei qui? Non ti ho mai visto.»
Si guardò un attimo intorno, e quando passò un tipo alto e con i capelli neri, Lucas strinse d'istinto il braccio di Aiden.
«L'hai visto? È passato di qui! È bellissimo.»
Aiden ridacchiò di gusto. Non era affatto sorpreso che qualche ragazzo fosse gay in quella scuola, solo che non si aspettava una simile esposizione.
Lanciò uno sguardo curioso al ragazzo, annuendo con faccia compiaciuta.
«È un bel ragazzo, sai? Magari è anche intelligente e hai il pacchetto completo.»
Lucas sorrise e si aggiustò leggermente il  ciuffo.
«Mi raccomando, è mio. Sia chiaro.»
Disse con tono spocchioso, sorridendo subito dopo.

Scrivilo sulla linea dell'orizzonte.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora