Girati.

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Quella mattina poteva essere benissimo confusa come una delle tante altre mattine da quando era lì: pavimento freddo; sensazione di stanchezza e letti completamente disordinati.
Sì, quella mattina del diciotto ottobre poteva essere facilmente confusa come una delle tante altre mattine all'Accademia Williams... solo se non fosse per Ethan. Sarebbe stato strano vedere il suo letto completamente ordinato in quei giorni, e quasi gli veniva il mal di stomaco al pensiero che qualcun altro avrebbe preso il suo posto.

Ma infondo nessuno era come Ethan. Sapeva bene che chiunque fosse arrivato in quella stanza non avrebbe potuto sostituirlo.
Ad Aiden gli sarebbe sicuramente mancato quella sua ironia così struggente, per non parlare poi di quei suoi modi di fare così spontanei e fastidiosi. Nessuno poteva essere come lui.

Aprì  gli occhi a fatica. Era domenica e finalmente aveva recuperato un po' di ore di sonno arretrate. Si ritrovò improvvisamente il naso immerso in dei folti capelli ricci, ritrovandosi ad annusarli. L'odore era buono.

«Ma che cazzo?»
Disse all'improvviso alzandosi di scatto.
«Kevin! Ma che diavolo ci fai nel mio letto?»
Il riccio si stropicciò lentamente gli occhi come un bambino, guardandolo poi con un sorriso malinconico.

«Ero da solo in camera. Peter è dovuto tornare a casa sua per un problema... ed è stata una fortuna. Quando siamo venuti a sapere che Ethan è stato sospeso lui ha dato di matto. Stare lontano da qui gli farà bene.»

Aiden si sedette sul letto, stropicciandosi a sua volta gli occhi.
Sebbene non gli facesse piacere ritrovarsi delle persone nel suo letto, era felice che in quel momento non fosse solo.

«Come sei entrato?»
Guardò il letto di Ethan.
«Prima di andare Ethan mi ha lasciato le sue chiavi... a detta sua sarebbe stato un addio da perdente se le avesse restituite al preside.»
Aiden poté immaginare il tono di Ethan mentre pronunciava quelle parole e sorrise come un ebete. Possibile che si sia legato a lui in così poco tempo? Qualche giorno fa pensava di odiarlo.

«Tipico di Ethan.»
Kevin si sedette accanto al corvino e appoggiò la testa sulla sua spalla cominciando a fissare il letto del biondo.
«Già mi manca.»
Aiden sospirò appena.
«Manca anche a me.»

Rimasero in quella posizione per un po' finché Kevin non si infilò le scarpe e andò a prendere qualcosa per fare colazione. Entrambi non avevano la minima voglia di vedere altre persone quel giorno.
Aiden andò a lavarsi e rimase sotto la doccia più del solito a pensare a tutto ciò che era successo fino a quel momento. Erano passati solo pochi giorni... eppure sembrava di essere lì ormai da mesi. Prima che si facesse divorare letalmente dai suoi pensieri, decise di uscire dalla doccia e cominciare ad asciugarsi. Non voleva farsi trovare nudo davanti a Kevin.

«Aiden! Sono tornato!»
Urlò all'improvviso il riccio.
«Un momento!»
Aiden si infilò di fretta e furia i vestiti che si era portato in bagno e asciugò i capelli alla meglio che poteva, uscendo subito dopo.

«Cosa hai portato di buono?»
Chiese improvvisamente Aiden mentre si sfregava le mani per riscaldarle.
«Ma come facevate stare qui dentro tu e Ethan? Si gela.»
Kevin chiuse di colpo la finestra e ritornò a sedersi vicino alla scrivania. Aiden lo seguì subito dopo trascinandosi un'altra sedia con se.

«Ethan non aveva questo problema. Diciamo che le sue serate erano piuttosto bollenti.»
Prese una ciambella  dal sacchetto e la portò in bocca.
Continuammo a mangiare per qualche minuto parlando del più e del meno. Ma Aiden non ce la faceva più ad evitare l'argomento "Ethan."
«Kevin. Tu sai perché è stato sospeso?»
Chiese con una certa sfrontatezza. Kevin che in quel momento stava bevendo il suo cappuccino fumante lo guardò subito dritto negli occhi.

Scrivilo sulla linea dell'orizzonte.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora