Un'altra notte era passata, forse troppo velocemente. A giudicare dal sole che filtrava attraverso le tende color vaniglia, doveva essere mattina inoltrato; non che le importasse poi molto. Era il giorno di riposo in pasticceria e Sara se ne stava supina nel letto ad accarezzare il tessuto ruvido della federa.
«Lo sento ancora su di me», pensò.
Fece scivolare una mano tra l'incavo dei seni e socchiuse gli occhi per rivivere meglio l'emozione delle sera prima. Le immagini si susseguivano nella sua mente come la pellicola di un film.
Sulla soglia dell'ingresso, ad accogliere l'entrata dell'uomo, c'era la ricompensa a tutte le sue fatiche, l'oasi da cui dissetarsi. Vestita di sola lingerie nera, Sara sorrideva compiaciuta dall'effetto che sapeva di suscitargli.
Dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, Steve, si fiondò su di lei come un ragazzino alla sua prima esperienza. Si rimproverò mentalmente per essere stato così avventato, ma gli era difficile mantenere il controllo quando era con lei.
Si liberò del soprabito senza staccarsi dal suo corpo: le labbra erano incollate al collo, mentre le mani si affrettavano a liberarlo del superfluo.
L'eccitazione di Steve pulsava prepotente contro la sua femminilità tanto da farla arretrare con le spalle al muro. Cominciò ad accarezzarla nei punti che più amava e i primi sussulti non tardavano ad arrivare. Mantenne lo sguardo fisso su di lei; amava vederla contorcersi di piacere. Il volto arrossato e quell'espressione di beatitudine lo mandavano su di giri. Si fermò appena in tempo, non le avrebbe permesso di raggiungere l'estasi, non da sola.
L'afferrò per i fianchi sollevandola sopra la cintura dei pantaloni. Di riflesso, Sara, incrociò le gambe alla vita dell'uomo, e prima che potesse farsi alcun tipo di domanda, si ritrovò a colpire il tavolo con le natiche. Il rumore dell'oggetti che cadevano a terra, vennero soffocati dal tintinnio della fibia in metallo. Ebbe un brivido lungo la schiena quando il resto del corpo toccò la superficie fredda del mobile. Tutti e cinque i sensi vigilavano ansiosi, mentre il pizzo degli slip solleticava la discesa lungo le gambe.
Steve l'ammirò per un istante in tutto il suo splendore. Il respiro era corto e la voce carica di emozione.
«Sei meravigliosa.»
La strinse a sé con forza e la prese con prepotenza. Si lasciò sfuggire un gemito di troppo, mentre la sentiva trasalire sotto di lui; se Steve avesse potuto dare un secondo nome al piacere, sarebbe stato quello di Sara. Continuarono ad amarsi a lungo, incuranti degli effetti che ne sarebbero conseguenti l'indomani stesso.
Avvolta nell'accappatoio, restò ad osservare l'ingresso per qualche secondo. Oggetti di varia natura, spazzati via dal loro solito posto, ora giacevano a terra come le foglie di un albero dopo la tempesta.
Chissà se qualcuno dei suoi vicini le avrebbe fatto un'inaspettata visita per rumori molesti.
Per fortuna, l'appartamento sottostante era rimasto vuoto da tempo. Gli ultimi inquilini avevano deciso di lasciare l'appartamento dopo aver scoperto che stavano per avere un bambino; Clara, glielo aveva confidato un pomeriggio dopo averla invitata a casa sua per un tè.
Avevano quasi la stessa età, la loro visione del mondo le accomunava ed erano entrate in buoni rapporti fin da subito. Spesso si ritrovano a parlare per le scale, a farsi confidenze come due sorelle, quando erano due perfette estranee. Sara, da sempre stata figlia unica, sentiva di aver trovato una sorella, ma le cose iniziarono a cambiare quando conobbe il suo ragazzo.
«L'ho fatto per lui», aveva ammesso Clara. Suonava come una giustificazione, una risposta che ancora oggi non riusciva a mandare giù.
Clara stava sacrificando la sua vita, il suo corpo, per cosa? Per soddisfare il capriccio di un uomo, che dopo la gravidanza avrebbe perso interesse su di lei?

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Un dolce fuori campo
ChickLitSara, una giovane pasticcera di New York, vive una relazione extraconiugale con Steve, l'attuale allenatore di una delle squadre più famose dell' NBA: I New York Knicks. Il loro rapporto, fatto esclusivamente di incontri occasionali che non comporta...