𝟬𝟳 ➳ «𝗟'𝗼𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮̀.»

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Le premesse, come ben sapete, sono sempre le stesse, quindi leggete con consapevolezza. Non vorrei essere ripetitiva in tutti i capitoli, quindi aspettatevi di tutto, bene o male i temi trattati li sapete. Detto ciò, buona lettura! <3



Settimo capitolo.
L'ora della verità.

Il ticchettio prodotto dal tacco delle eleganti scarpe che indossava Harry quel giorno echeggiava in quella vasta villa in cui, a suo malgrado, si trovava

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Il ticchettio prodotto dal tacco delle eleganti scarpe che indossava Harry quel giorno echeggiava in quella vasta villa in cui, a suo malgrado, si trovava. Per respingere il più discosto possibile le sue angosce tentò di focalizzare la sua mente sul brusio causato dai rami di svariati arbusti che sbattevano su quelle finestre nere, ma la sua idea non stava avendo successo. Non solo pativa la pressione addosso di quello che sarebbe potuto accadere di lì a poco, ma come se non bastasse stava in un luogo che era esattamente il contrario di quello che lui avrebbe definito uno spazio rassicurante e ospitale. Quella villa gli metteva angoscia, aveva sempre odiato il nero e i colori scuri, e in quel momento, tuttavia, ne era circondato. Non sopportava il buio. E in quell'istante, per colpa del temporale che aveva deciso di abbattersi quel giorno a Londra, ogni posto, anche il più colorato che ci potesse essere, pareva cupo.

Poco dopo il loro arrivo Liam era andato ad accoglierli con delle maniere garbate e formali, dimostrando quanto quell'incontro non avesse nulla di amichevole. Il sorriso che dimostrava di avere in quel momento non era altro che una facciata messa per quell'occasione. Ne era consapevole lui e ne erano consapevoli anche i membri dei Noctures. Neanche aveva preso inizio che già una notizia seccante era giunta alle orecchie di Harry e delle persone lì stanti: ci sarebbe stato un ritardo da parte di Louis e dei suoi sottostanti. Non che il ragazzo dagli occhi verdi rammentasse che il liscio fosse sempre stato puntuale, ma si aspettava almeno quel minimo particolare per quel giorno. Personalmente non se ne curò più di molto, nonostante volesse che quella situazione finisse al più presto, ma non poteva di certo dire lo stesso per gli altri; sapeva quanto odiassero i ritardi. Per quelli come loro erano visti come una sorta di prepotenza e spavalderia, anche se Harry sapeva per certo che non era quello il caso. Louis poteva avere tutti i difetti che quel mondo potesse contenere, ma il sentirsi superiore a qualcuno non era di certo uno di quelli.

La tensione incastrata in quelle quattro mura stava diventando insopportabile da contenere. Era come se un macigno pesante si fosse posato sul petto di Harry per impedirgli di respirare adeguatamente: per far sì che non paresse lucido in quella situazione, perché anche se si stesse dimostrando tranquillo, lui stesso sapeva benissimo che quella non era altro che un ennesima facciata finta messa per non far scorgere le sue debolezze agli altri. Ma non era di certo l'unico che cercava di nascondere i propri timori, infatti, quel posto era intriso di sentimenti e emozioni diverse provate da ognuno di loro: rabbia, curiosità, timore, voglia di vendetta, eccitazione, ansia...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 12, 2021 ⏰

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