Prologo

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L'acqua scorrendo leniva il corpo fragile del ragazzo.
Fermo, immobile, aspettando una fine che non arrivava, Jimin sedeva sul pavimento della doccia.
Avrebbe voluto reagire, parlare, gridare, ma l'unico suono che la sua bocca riusciva a produrre era un miserabile singhiozzo mal trattenuto.
Le sue lacrime fuoriuscivano ininterrotte dai suoi occhi e si fondevano col getto d'acqua che usciva dal soffione.
Le sue lacrime non erano le sole a scorrere. Il tempo passava ed il ragazzo era intenzionato a non far niente per fermarlo.
Come sempre si ritrovò a pensare a sé stesso, a quanto fosse stupido, a quanto fosse ingiusto.
Uscì, frizionando il suo corpo con un accappatoio, chiudendo dietro di sé il box doccia e lasciandovi dentro le sue domande, che avrebbero aspettato imperterrite il suo ritorno.

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