Filio *Serie Venator Inquisitor 2*

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-Cosa...?- Samuel guardava fuori dalla porta: molti cani randagi stavano seduti tranquilli in attesa.

William dietro di lui alzò le spalle, non sapendo veramente cosa stesse succedendo.

-Sono cani, animali... non sono licantropi o mannari...- Disse fiutando l'aria.

Su un muro in lontananza vide anche una schiera di gatti con gli occhi puntati sulla loro porta.

Un fruscio e dei brillantini dietro di loro li fecero voltare e chiudere la porta.

Nina nelle sue normali fattezze era apparsa sorridendo loro.

-Ciao dolcezze...- Ridacchiò trasformandosi e buttandosi con forza ai loro colli stringendoli.

-Saranno vampiri, ma dagli modo di respirare!- La voce di Cassandra dietro di loro li fece sorridere.

Dopo i convenevoli fatti da abbracci e saluti, Samuel indicò la porta.

-Cosa significa?-

-Li sta richiamando a sé per proteggerlo... e non saranno gli unici...-

-Non capisco...-Samuel guardò la strega confuso.

-Telal, è un demone, forte, potente, a capo della sua razza, ma... ci sono demoni più forti di lui... lei... L'amore l'ha cambiata, e suo figlio è visto come un pericolo dai Demoni Puri.- Cassandra fece loro un sorriso dolce. -Chris, anche se è metà di due esseri diversi, i suoi genitori sono due Puri, un demone, e un vampiro...-

William socchiuse gli occhi facendo un passo verso la strega. -Chi...?-

Lei lo guardò spostando la testa di lato. -William, non prendiamoci in giro, sai benissimo di chi è figlio, lo senti dal primo momento, lo sai, è un legame di sangue che va oltre ad ogni cosa a noi conosciuta, lo sapevi in quel momento, lo sai ora...-

-Alfonse...- Soffiò in un sussurro.

Samuel gli prese la mano e la strinse togliendosi il pendaglio che portava al collo da diciotto anni, e ridandolo alla strega. Posò la fronte su quella del marito e lo riempì di pensieri di immagini, e sensazioni avute in tutto quel tempo.

William emise un sospiro. Ora aveva un quadro generale.

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Marcus fissò davanti la casa in cui ora c'erano più presenze. Quelle schiere di randagi che attendevano, senza compiti precisi, potevano rischiare di segnalare la posizione.

Si scostò dalle ombre e diede qualche ordine secco, facendo sparire tutti gli animali, gatti compresi.

Bussò deciso alla porta.

Tre unici colpi.

Come gli era stato sempre insegnato.

Come facevano i Cavalieri.

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I quattro all'interno guardarono la porta.

-Aprigli...- Ordinò Cassandra verso Nina.

William e Samuel fecero per parlare ma la strega alzò una mano, non era il momento.

La fata fece un lungo respiro, sentiva quella presenza al di la, poteva essere pericoloso, o docile, tutto dipendeva dal primo approccio.

Nina fece un lieve inchino e aprì la porta lascianfolo passare.

Marcus si guardò intorno posando gli occhi sulla strega, poi sul Puro e sul Filio.

-Sono qui per il mio dovere di CANE... come giuramento al mio Cavalierato.- Posò gli occhi su Samuel. -Un Orsini che è un Filio... divertente...- La voce era bassa, suadente, ma allo stesso tempo affilata come la lama che portava nel fodero legato al fianco.

-Un cane?- Chiese di rimando sentendo in lui che l'altro non era pericoloso.

L'altro fece un sorriso sbieco. -Mi chiamo Marcus de'Medici, e provengo da un ramo della famiglia bastarda, di molti secoli or' sono. Un cane è un animale... un CANE è un acronimo: Consiliarius, Accepta, Nobilium, Experientia. La traduzione letterale non ha senso ai vostri giorni. Ma in pratica io sono un cavaliere da difesa, cavaliere, consulente, metto a dispisizione la mia vita per un padrone.-

Puntò lo sguardo sulla strega. -Lui è morto due secoli fa. Io sono rimasto solo da allora. Finchè ho sentito... il richiamo!-

Samuel guardava tutti. -Cosa... io non sto capendo più nulla... nei libri dei Venator Inquisitor non si parla di CANE, da nessuna parte!-

-Sediamoci in salotto...- Sussurrò Cassandra facendo attenzione a far passare per primo il loro ospite. Lanciò un occhiata di ammonimento agli altri: non c'era da scherzare, quello era pericoloso.

-Nina, potresti preparare del té?-

La fata annuì, l'aura del cavaliere la metteva a disagio, e Cassandra lo aveva capito.