Capitolo 2

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"E' sempre un piacere vederti tutte le mattina, Barbie." sorride, arrotolando una ciocca dei miei capelli biondi fra le sue dita. Gli scosto bruscamente la mano e mi allontano di qualche passo incrociando le braccia al petto.

"Che cavolo vuoi?"Alzo gli occhi cielo. È così irritante averlo sempre fra i piedi.

"Tu lo sai cosa voglio" Fa il suo solito sorrisino da schiaffi  "e sono sicuro che tu lo vuoi più di me" si morde il labbro. I miei occhi seguono il suo movimento ma torno immediatamente a guardarlo negli occhi.

"Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando." Sbuffo.

"Certo che lo sai, Barbie" Cerca di toccarmi un fianco ma mi scanso immediatamente.

Il suono della mia risata  fa spazio nel corridoio e lo guardo incredula. Ma davvero? Prende sostanze stupefacenti? Non ne sarei così tanto stupita, in realtà.

"Sai bene che non succederà mai, nemmeno nei tuoi sogni più selvaggi." Faccio un sorriso ironico e aspetto la sua solita reazione, ossia prendermi in giro come il suo solito e andarsene. Ci ha sempre voluto provare con me, ovviamente per andarci a letto insieme e non per altro, ma non mi sono fatta mai invaghire da lui e non solo perché ero fidanzata.  

"Meglio tu non sappia cosa ti farei nei miei sogni più selvaggi, Barbie" scoppia in una risata non appena vede la mia faccia sconvolta dopo la sua uscita.  Ha proprio ragione, non ci tengo a saperlo.

Non so se trovare più irritante il modo in cui mi guarda oppure per lo stupido nomignolo che mi ha ultimamente affibbiato. Che poi perché mi chiama Barbie? Solo perché ho i capelli biondi e gli occhi chiari?

Lo guardo cercando di sembrare per lo meno un po' decisa.
"Allora punto primo: smettila di chiamarmi così, secondo non mi interessano i tuoi sogni pervertiti su di me, stai sicuro che nella realtà non succederà mai e poi mai, terzo togliti di mezzo perché ho una lezione da seguire" la mia voce non suona esattamente come speravo.

"Sei nel tuo periodo, Barbie"Alzo gli occhi al cielo, i maschi non ne dicono una nuova.

C'è bisogno del ciclo per essere incazzate nere? Non capisco tutti questi paragoni sulle mestruazioni quando un ragazzo vede una ragazza frustrata, come se loro capissero cosa si provi...

Sospiro e opto per l'opzione migliore del secolo: ignorarlo e svignarmela. Tanto non ne vale la pena e io ho già esaurito tutta la mia pazienza di oggi.

Odio il liceo e sono contenta che di essere all'ultimo anno.

Arrivo quasi vicino al mio armadietto personale e mi viene incontro la mia unica e migliore amica: Emily. Lei è semplicemente fantastica, riesce sempre a mettermi di buon umore e a differenza della gran parte di invidiose e maligne persone  dentro questo edificio, lei è l'unica con la quale vale la pena passare e spendere del proprio tempo.

Mi guarda corrucciando lo sguardo, e col suo solito sopracciglio alzato so che sta cercando di decifrare la mia espressione.

"Ali, che hai?"Siamo forti amiche dagli inizi del liceo e riesce sempre a capire se sto male. Forse non sono brava a nascondere i miei sentimenti o sarà perché lei mi conosce davvero bene, ma senza dire una sola parola mi abbraccia forte a sé.

"Me lo dici dopo, okay?" Mi asciuga la lacrima che non credevo nemmeno  di avere sulla mia guancia.

Faccio un piccolo respiro e ci avviamo verso la classe. Non appena riesco ad entrare ed arrivare al mio banco mi ritrovo letteralmente spalmata a terra.

Zack. So che è stato lui a farmi lo sgambetto e non serve nemmeno girarmi. In questo momento non sto né pensando se mi sono fatta male né pensando alla figura di merda.

"Ma sei proprio imbecille!"
Grida Emily in faccia a Zack mentre aiuta a rialzarmi. Le prendo la mano e mi tiro su con la testa. Forse potrei usare lui come valvola di sfogo e non sarebbe assolutamente una cosa fatta male.

Faccio cenno a lei nel dirle di lasciare stare. So che sta cercando una mia reazione e sa bene che non tarderà ad arrivare, ma al momento non sono in vena di battibeccare con lui, come il nostro solito.

"Cos'ha oggi la nostra Alicia? Ti ha lasciato il ragazzo?" Continua a ridere e la classe lo segue stupidamente.

Ahia. Adesso non è più un'ipotesi, dovrei utilizzarlo come mia valvola di sfogo.

Ma continuo ad ignorarlo continuando per questa strada: non considerarlo minimamente. Forse la smetterà di essere così egocentrico e scenderà dal piedistallo.

Solitamente sono sempre sulla difensiva, be' oggi lo sono stata di meno, ma sono così a pezzi ed emotivamente distrutta che neanche lo svago con la mia amica riuscirà a tirarmi su di morale.

Non ho voglia di parlare con nessuno, nemmeno con Emily e sono anche più che sicura che lei  mi capirebbe più di tutti.

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