Capitolo 6

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Lo odio.

Lo odio da morire. Come si permette di avvicinarsi così a me quando in pubblico non fa altro che prendermi in giro? È un cretino e io lo sono stata ancora di più per aver accettato di farlo venire qui. Per qualche secondo le sue parole hanno fatto suscitare in me un momento di compiacere ma lo conosco abbastanza bene per non capire che vuole solo avere quei cinque minuti di orgoglio e dire al mondo che sono caduta ai suoi piedi, quando non succederà mai. 


Sono stravolta, non solo per la troppa vicinanza ma perché non sto facendo niente per impedire tutto ciò. Mi sembra di essere di ghiaccio e posso scommettere che si stia divertendo da morire nel vedermi così.

"O ti levi dalle palle o studiamo." Scatto spostandomi bruscamente dal suo corpo.

Lui mi guarda con indifferenza facendo spallucce.
"Se proprio insisti"

Sospiro e mi avvicino alla mia scrivania prendendo il libro di spagnolo e iniziando a sfogliarlo freneticamente. Ho il cuore che mi batte alla millesima, tanto che potrebbe fuori uscirmi dal petto.
Sto iniziando a diventare abbastanza nervosa e tutto per colpa delle sue avance per prendermi appositamente in giro.

"Accidenti, non credevo che per la mia presenza diventassi così agitata" afferma con un sorriso sghembo; abbastanza insopportabile.

"Non sono agitata!" Ribatto ancora più nervosa. Che problemi ho?

"Come no, Barbie"

Alzo gli occhi al cielo.
"E la vuoi smettere con questa Barbie, per tua informazione ho un nome, ed è Alicia" Sto praticamente urlando. Più faccio così e più sembra compiacersi. 

"Okay Alicia" marca il mio nome apposta, tanto per aumentare il mio fastidio nei suoi confronti.

"Possiamo, adesso, studiare? Hai anche una grave insufficienza in materia, ti rendi conto che siamo all'ultimo anno?" Chiedo ma lui mi guarda col suo solito modo sgarbato.

"Lo so, maestrina"

Alzo gli occhi al cielo. Mi chiedo come abbia fatto a passare tutti gli anni senza essere mai stato bocciato. Non capisco, veramente. Non fa mai niente dalla mattina alla sera e gli basta sfoggiare il suo carisma ai professori per recuperare un insufficienza grave.

"Iniziamo con una conversazione" Sospiro. Già la vedo dura.

"Tengo Ganas de ti. (Ho voglia di te)" improvvisa guardandomi dritta negli occhi.

"Te quiero toda mia, y un dia voy a lograrlo (ti voglio tutta mia, è un giorno ti otterrò) continua senza battere ciglio.

Ma che cavolo? Lo guardo con gli occhi sgranati. Non tanto per ciò che ha appena detto, ma perché questo stronzo sa  lo spagnolo, per non parlare della sua  pronuncia perfetta. Rimango allibita per circa trenta secondi prima di parlare nuovamente.

"Okay. Spara, sei spagnolo?" Chiudo gli occhi.

"No" Ridacchia.

"E com'è che hai questa pronuncia perfetta?" Incrocio le braccia.

"In realtà ho vissuto per due anni in Messico, i miei lavoravano là" Spiega alzando le spalle.

"Ah .. E mi spieghi il perché della tua netta e perenne insufficienza in spagnolo?" Chiedo più arrabbiata che interrogativa. Non può avere l'insufficienza se sa perfettamente la lingua. Assolutamente, non può.

"Beh.. A me non serve, mi basta recuperare all'ultimo secondo e ho fatto. Non ho voglia di impegnarmi più di tanto." mi fa l'occhiolino.

"Sei proprio sfacciato." dico chiudendo il libro e rassegnandomi. È uno svogliato scansafatiche e quest'anno dovrebbe prendere il diploma di maturità. Di maturo non ha niente, chiunque potrebbe dire che a fine scuola sia uscito dalla scuola materna.

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