Omnia Vincit Amor

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Mi trovai nella mia camera e se non fosse stato per il senso di vomito e per l'atroce mal di testa avrei pensato che fosse stato tutto un sogno. Un conato di vomito mi indusse a correre in bagno e vomitare tutto quello che ho preso alla festa. Frammenti di ricordi mi frullano in testa: io ed Allie al centro della pista, io ed Allie sul tavolo, io che sto per cadere dal tavolo ma un ragazzo mi prende in braccio in tempo. Okay, un altro conato. Scesi in cucina e caddi sulla sedia davanti mio padre, ieri non l'avevo considerato proprio.

"Che hai?" mi chiese preoccupato,

"Solo un po' di mal di testa" risposi io massaggiandomi le tempie.

"Alison Gibson per caso ieri hai bevuto?" mi chiese lui ad un tratto serio.

Miliardi di pensieri mi invasero la mente, cosa potevo dire?

"Noo, ma ti pare! Solo che la musica era veramente troppo alta e per di più stavamo tutti attaccati" devo ammettere di essere proprio brava a dire bugie, anche se non credo sia un pregio.

"Le feste ai miei tempi erano ancora più scatenate" sospirò mio padre, in preda ai ricordi.

"Si comincia" sussurrai io,

"Eravamo tutti amici e facevamo festa in ogni momento, c'era poi Gilbert Rude che era un vero e proprio spasso, eravamo come fratelli sai? Suo figlio viene a scuola con te giusto?" io non stavo ascoltando per niente.

"Cosa?"
"Il figlio di Gilbert Rude non viene a scuola con te?" oddio.
"Ah si, si chiama Jack" ti prego non dirlo, ti prego non dirlo.

"Allora magari un giorno di questi invitiamo la famiglia Rude a cena" propose lui tutto contento.

"Yee" ma questo è un incubo che si avvera!

"Aspetta però l'inizio della prigione" lo pregai io.

"Va bene, facciamo una settimana dopo l'inizio della scuola" calcò la parola scuola guardandomi male.

"Si si va bene, ti voglio bene" e scappai in camera, consapevole che tanto se lo sarebbe dimenticato.