"Sarai una brava mamma, Natasha"
Questa frase continuava a risuonare nella mente della spia come un disco rotto, da ormai due giorni.
Gliel'aveva detta Agnese, durante l'allenamento. Erano arrivati in visita dei ragazzini dalla scuola degli X-Men, che avrebbero visitato il centro di allenamento, accompagnati da Deadpool, che però era subito corso in camera di Peter per fare cose e aveva lasciato i piccoli a loro due.
Il tour era stato divertente. Natasha aveva spiegato come funzionavano le sale di allenamento e l'organizzazione, e Agnese, che già conosceva i ragazzi, li aveva messi a loro agio raccontando aneddoti e offrendo focaccine per merenda.
Il tutto finì verso le quattro di pomeriggio, i ragazzi volarono via su un QueenJet accompagnati da Wade e parte della squadra si riunì in sala allenamenti per la ginnastica quotidiana.
Era stato a quel punto che gliel'aveva detto, mentre sollevavano pesi.
《Sarai una brava mamma, Natasha.》
Il piccolo sorriso spensierato che Natasha non si era resa conto di avere diventò all'improvviso troppo pesante, ma non poté chiedere chiarimenti alla madre di Iron Man perché questa era stata chiamata al piano di sopra (probabilmente la sedare l'ennesima lite fra Peter e Tony per la presenza di Wade) prima che Nat potesse porle una qualsiasi domanda.
Non aveva espresso i suoi dubbi a Bruce, quella sera, ma aveva continuato a rimuginarci.
Agnese sapeva che lei non poteva avere figli, e non era certo così insensatamente crudele da tirarle una frecciata tanto acida.
Forse se n'era scordata per un istante?
Impossibile, quella donna si ricordava le date esatte della caduta di ogni dente da latte di tutti i suoi figli.Ma soprattutto, perché lei si stava impuntando su una frase fatta probabilmente per caso?
Come da suo carattere, si tenne dentro quelle domande per due lunghi giorni, giustificandosi con se stessa col fatto di non aver mai trovato il momento buono per parlare con Agnese, ma quel pomeriggio, vedendola (stranamente) sola e intenta a lavorare all'uncinetto, non ebbe più scuse, neanche col proprio cervello.
《Ehi, ciao, possiamo parlare un attimo?》
Agnese sollevò lo sguardo, le sorrise e mise da parte il lavoro.
《Certo, siediti pure.》Natasha obbedì, e parlò a quella donna così anziana che sarebbe potuta essere una sua antenata, ma che non aveva mai perso il corpo e l'aspetto di una diciassettenne.
《L'altro giorno, in palestra, mi hai detto che sarò una brava mamma.》
《E lo penso.》confermò la maggiore.
《Ma... sai che io non posso avere figli.》
《Non puoi concepire e partorire, questo non vuol dire che non puoi fare la madre.》
Gli occhi di Natasha si illuminarono di comprensione.
《Stai parlando di...》
《Adozione, esatto. Ci sono moltissimi bambini al mondo che rimangono accalcati negli orfanotrofi, che aspettano una famiglia che li accolga, li protegga e li ami. Tu e Bruce potreste essere quella giusta per almeno uno di loro. 》
Agnese si interruppe e appoggiò un dito sull'auricolare che aveva all'orecchio sinistro.
《Scusa cara, a Dora si sono rotte le acque, devo andare.》e corse via.
Natasha si permise di vagare con l'immaginazione in quegli spazi del suoi desideri che aveva sempre soppresso.
Perché non ci aveva mai pensato?
Forse perché conduceva una vita spericolata, troppo spericolata.
Ma quella di Steve, di Tony, di Wanda, Visione e Clint lo era altrettanto, e ciò non li aveva ostacolati.
Si alzò dal divanetto.
Quella sera ne avrebbe parlato con Bruce.
Non sapeva se tutto questo si sarebbe tradotto in qualcosa, ma, per una volta, per la prima dopo tanto tempo, speranza brillava dietro al suo sorriso.
ANGOLO HOLA - RINGRAZIAMENTI
Buona serata a tutti.
Era da molto tempo che mi girava per la testa di fare una raccolta di pills, ma per vari motivi avevo sempre esitato.Ho riscontrato un appoggio e un gradimento che non mi aspettavo.
Sono ancora convinta che certe mie uscite acerbe cadano nel cringe, ma nonostante ciò continuerò a scrivere, del resto, solo così si migliora, no?
Ancora grazie per il sostegno, vi distribuisco focacce virtuali!