L'uomo premette il piede sull'acceleratore fino a quando non arrivò al semaforo.
Bloccò la macchina e aspettò che la luce da rossa divenne verde.
Quando cambiò premette ancora il piede e acceleró.
Girò a destra fino a quando con un po di difficoltà arrivò a destinazione.
La città di Madrid a quest'ora era piuttosto trafficata.
Ma alla fine l'uomo riuscì ad arrivare al parcheggio in tempo,che ora non era un problema.
Ma poi lo sarebbe stato.
Parcheggió la macchina e mise un po di musica.
Guardò l'orologio.
-Le 4 meno cinque.
Disse girandosi verso l'edificio.
Si poteva pensare a tantissime cose : una banca, un negozio o un ristorante. Tutto ma non una scuola.
Passò cinque minuti e poi sentí la campanella suonare che poi fu sovrastato da le urla felici degli alunni.
Le lezioni era finite.
I ragazzi di undici, dodici, tredici e forse quattordici anni stavano uscendo dalla porta della scuola media.
Probabilmente stavano parlando della giornata scolastica passata.
I prof, i compagni, i voti..... I soliti cose da scuola media.
Guardai molti gruppi di ragazzi passare davanti alla mia auto.
Ma io stavo cercando una persona. Mi sistemai gli occhiali e continuai a cercare l'individuo per la quale ero venuto qui. Poi la vidi.
Era una ragazza, sui 13 anni. Aveva i capelli fino alla spalla e di un biondo molto scuro. Erano ricci e raccolti in una mezza coda con delle ciocche lasciate fuori. Indossava delle Vans abbinate con jeans a vita alta e una maglietta. Portava molte collane e bracciali. Eccola.
Era il momento di uscire dalla macchina e di agire.
La ragazza salutò il suo gruppo di amiche e poi si giró per tornare a casa. Quando era abbastanza vicina parlai :
-Ehi!
Dissi. La ragazza di giró e mi guardò piuttosto male. Ero uno sconosciuto che l'aveva appena salutata. O per lo meno io ero uno sconosciuto.
-Ciao..... Mi sa che devo andare. Quindi.
Disse per poi aumentare il passo.
Però mi bastò dire una frase per attirare la sua attenzione.
-Una mattina....
La ragazza si bloccò.
-Mi sono alzato....
Continuai mentre la ragazza si era avvicinata a me.
-O bella ciao. Bella ciao...
Continuò la ragazza mentre nel frattempo sorrideva.
-Bella ciao ciao ciao.
-E se io muoio da partigiano....
Dissi mentre pensavo a quel momento.
-Te mi devi seppelir.
Finí la ragazza.
Quando disse l'ultima parola incominciò a squadrarmi dal basso verso l'alto.
-Non mi sembri una che vuole farmi qualcosa. Quindi che c'è?
Chiese alla fine. Sorrisi e poi dissi una frase semplicissima ma che diceva molto.
-Ti va di far parte ad un colpo alla Zecca di Stato?
La bionda mi guardò per capire se stessi scherzando poi divenne per un attimo pensierosa.
-Si.
Disse. Allora aveva pensato alla stessa cosa alla quale pensai io mentre cantavo Bella Ciao.
-Beh.... Allora seguimi.
La ragazza lo fece senza obbiettare. Lui doveva averle detto qualcosa su di me... E magari si ricordava anche qualcosa.
Entrammo in macchina.
-Aspetta come ti chiami...
Chiese alla fine. Si. Si ricordava di me e forse anche bene.
-Puoi chiamarmi il Professore.°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Spazio Autrice
Questa storia è basata sulla storia de La Casa De Papel. In seguito verranno molti altri personaggi. In pratica i protagonisti sono dei parenti dei personaggi della serie.
Spero che vi piaccia e che non esca una cosa orrenda.
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𝐋𝐚 𝐑𝐚𝐩𝐢𝐧𝐚
Fanfiction𝑩𝒆𝒏𝒗𝒆𝒏𝒖𝒕𝒊〛 ᴄᴏsᴀ sᴜᴄᴄᴇᴅᴇʀᴇʙʙᴇ sᴇ ᴜɴ ᴜᴏᴍᴏ ᴀʀᴄʜɪᴛᴇᴛᴛᴀssᴇᴇ ᴜɴ ᴄᴏʟᴘᴏ ᴀʟʟᴀ ᴢᴇᴄᴄᴀ ᴅɪ sᴛᴀᴛᴏ.... ᴍᴀ ᴀ ғᴀʀʟᴏ sᴀʀᴀɴɴᴏ ᴅᴇɪ ʀᴀɢᴀᴢᴢɪ? є̀ υиα ƒαиƒιϲτιοи ѕυ ℓα ϲαѕα ∂є ραρєℓ. 𝑉𝑖𝑐♡