Il lunedì mattina seguente Louis si svegliò particolarmente felice; aveva passato un tranquillo fine settimana: il sabato sera era uscito con Niall che lo aveva convinto ad andare all'osteria insieme, parlare con Niall si era rivelato davvero piacevole ed era certo che lavorando insieme per i prossimi mesi sarebbero diventati ottimi amici. Niall era semplice, non si faceva problemi di nessuno tipo e viveva la sua vita serenamente, sorrideva e faceva continuamente battute, soprattutto dopo la terza pinta di birra, e Louis rideva sempre, si chiese da quanto tempo non rideva così tanto. La domenica invece la passò in compagnia delle sue sorelle, prepararono il pranzo insieme e il pomeriggio uscirono a fare una passeggiata nel parco. Niente di particolare, lo facevano quasi tutte le domeniche, ma Louis era contento così, si accontentava delle piccole cose della vita come gli aveva insegnato a fare sua madre, perché ogni momento era un dono da non sottovalutare.
Terminato il turno in cantiere si incamminò lungo la strada che lo avrebbe portato al teatro e la sua attenzione venne attirata da un cumulo di mobili bruciati sul ciglio della strada: le case di Londra in quegli anni sempre più si stavano dotando dell'illuminazione a gas, in sostituzione delle candele, perché "bisognava sostenere il progresso", ma ogni tanto accadeva che ci fosse una falla nell'impianto e che scoppiassero degli incendi. Louis si soffermò ad osservare la cassettiera carbonizzata e la libreria annerita e notò che sugli scaffali di quest'ultima c'erano ancora dei libri. Erano quasi tutti rovinati e illeggibili ma uno che sembrava il meno intaccato dal fuoco attirò l'attenzione di Louis che lo prese in mano. Aveva la copertina rossa e rigida con le rifiniture dorate e aprendola il testo era ancora chiaramente leggibile, solo il bordo delle pagine era consumato e scuro. Louis decise di tenerlo, non sapeva leggerlo ma aveva una piccola idea sull'uso che poteva farne.Louis chiuse la penultima stanza e si accorse che il suo cuore batteva più del normale, respirò lentamente ad occhi chiusi cercando di calmarsi, si lisciò i vestiti meglio che poteva e passò una mano sui capelli che gli ricadevano sulla fronte. Quindi entrò nell'ultima stanza che a differenza del resto del teatro ormai buio era ancora illuminata da delle candele poggiate sul tavolino. Lo specchio appeso davanti rifletteva la luce soffusa delle piccole fiammelle in tutta la stanza, che andava ad accarezzare i lineamenti marcati del giovane uomo di fronte a lui addolcendoli.
"Ciao" lo salutò entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
"Ciao" rispose l'altro di rimando, che distolse l'attenzione dal suo copione per portarla su di lui. Gli occhi navigarono sul suo corpo fino a soffermarsi sulle sue mani. "È per me?" chiese indicando ciò che stringeva tra esse. Louis guardò il libro, quello che aveva preso ore prima dalla libreria bruciata. "L'ho trovato per caso mentre venivo qua, stava per essere buttato via e mi sembrava un peccato visto che tutto sommato è in buono stato" spiegò Louis.
"Hai fatto bene" disse Harry esortandolo a continuare.
"Ho pensato a quello che hai detto ieri, di trovare qualcosa da fare, e ho trovato questo e ho pensato.." ma si bloccò rendendosi conto improvvisamente di quanto la sua idea che nella sua mente appariva carina suonasse effettivamente stupida una volta che doveva dirla a voce.
"Su continua, dimmi cos'hai pensato"
"Ecco, io.." riprese "pensavo che magari potessimo leggerlo insieme, o meglio tu potessi leggerlo visto che io non so farlo; sai mi hanno sempre affascinato i libri però non sono mai stato capace di fare altro oltre che ammirare le copertine e le parole stampate.." si sentì profondamente in imbarazzo a dire queste cose, nonostante Harry sapesse già di queste sue lacune e non lo avesse mai giudicato fino ad allora.
"Mi sembra un'idea magnifica" disse Harry sorridendo "posso vedere di cosa si tratta?" chiese allungando una mano. Louis gli porse il libro che egli si rigirò tra le mani. "La tempesta, di William Shakespeare" lesse il titolo "non potevi trovare di meglio" e, dal modo in cui Louis annuì, comprese che non sapeva di cosa si trattasse ma non gliene fece una colpa e anzi si prodigò a spiegargli nel dettaglio di cosa si trattasse. "William Shakespeare è stato uno dei più grandi poeti e scrittori di opere teatrali che l'Inghilterra abbia mai visto camminare tra le proprie strade, è vissuto nella seconda metà del 1500 e questa è l'ultima opera che ha composto, nonché una delle mie preferite"
"Sembra davvero interessante" disse Louis che aveva ascoltato ogni parola attentamente, gli piaceva imparare cose nuove "Ti è capitato anche di interpretarla a teatro?"
"No, ho avuto alcuni ruoli di opere shakespeariane ma non questa" gli rispose Harry, contento di vedere Louis così preso da quello che era il suo mondo.
"Quindi.. ti andrebbe di leggerla per me?" chiese allora timidamente.
"Certo che sì" rispose con entusiasmo "ma pensavo a qualcosa di meglio"
Louis fu confuso da quella affermazione "Cioè?"
"Potrei insegnarti a leggerla" propose.
"Come?" Louis era totalmente sorpreso da quella offerta "Davvero mi insegneresti a leggere?" e vedendolo annuire continuò "Ma io.. non voglio che tu sia costretto a farmi da maestro, non voglio seccarti con questa cosa"
"Sono stato io a proportelo" gli fece notare Harry "E poi ne traiamo entrambi dei benefici: tu impari a leggere e io ho a disposizione questo tempo per ammirarti"
Louis era di nuovo senza parole, Harry Styles gli stava letteralmente fottendo il cervello ma dovette mantenere la lucidità.
"Non che tu abbia bisogno di pretesti come questo per farlo"
Harry sorrise e si andò a sedere per terra con le spalle al muro, su una serie di cuscini poggiati sul pavimento. Louis non li aveva mai visti né lì né negli altri camerini e nella sua mente si immaginò Harry disporli apposta per quei loro incontri, evitò di chiedere spiegazioni perché gli piacque pensare che fosse davvero quello il motivo. Si sedette affianco a Harry e tutto ciò gli sembrò totalmente intimo e surreale. L'attore gli fece una prima introduzione su ciò che stavano per leggere per aiutarlo nella comprensione, dopodiché iniziarono a sfogliare le pagine, Harry leggeva e Louis ripeteva subito dopo e faceva domande e sembrava tutto così normale, come se lo avessero sempre fatto. Louis era contento di imparare e Harry si beava del suo sorriso ogni volta che finiva di leggere una battuta come gli era stato insegnato. Lessero solo la prima scena non volendo mettere subito troppa carne sul fuoco e Harry gli consegnò il libro in modo che potesse provare a rileggere a casa. Rimasero lì seduti ancora un po', con le gambe che si sfioravano e gli sguardi che si incontravano, e si sentirono giusti in un mondo che aveva sempre da ridire su tutti.
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When the curtain goes up || Larry Stylinson
Fanfiction1890, Londra, Inghilterra Louis Tomlinson, un ragazzo che vive nelle zone più malfamate di Londra e lavora tutto il giorno fin da quando era piccolo per cercare di sopravvivere. Harry Styles, uno dei più rinomati attori teatrali della città che ha l...