Epilogo.

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Harry finita la cerimonia di esecuzione dei detenuti si avvicinò alle guardie, una volta dileguata la folla, e chiese di poter avere indietro il corpo di Louis. Dopo vari tentennamenti riuscì a convincerli e gli venne consegnato il cadavere già riposto in una cassa di legno. Harry pensò che fosse giusto potergli dare una degna sepoltura. Si fece portare fuori Londra, dove i palazzi si diradavano e i prati verdi si disperdevano a perdita d'occhio, e si fece lasciare in cima a una collina dove batteva il sole del pomeriggio. Prese la vanga che aveva portato e iniziò a scavare e scavare. Non sentiva nemmeno la fatica di quel lavoro, pensava solo a scavare e a piangere mentre lo faceva. Si era trattenuto fino a quel momento ma la consapevolezza di star seppellendo l'uomo che amava lo investì tutto in una volta e non poté fare a meno di scoppiare in lacrime e singhiozzi. Dopo qualche minuto dovette fermarsi per quanto si sentiva scosso, respirò ad occhi chiusi e poi riprese a smuovere la terra. Quando fu soddisfatto della profondità della fossa si fece aiutare dal suo cocchiere a calare la cassa e una volta fatto gli chiese di allontanarsi di nuovo e tornare alla carrozza. Di nuovo solo si soffermò a osservare l'asse di legno che lo separava da Louis e iniziò a ricoprirlo fino a richiudere la buca e a formare un cumulo di terra. Quindi raccolse alcune margherite che trovò sul prato formando un piccolo mazzolino e lo posò sulla terra smossa, consapevole che comunque sarebbe volato via prima o poi essendo così leggero. Contemplò quella tomba per un tempo che sembrò infinito ma non si sentiva pronto a dirgli addio per sempre, non riusciva a comprendere il fatto che non avrebbe più visto quei magnifici occhi azzurri spalancati e ridenti che scorrevano lungo le pagine del libro che avevano condiviso, libro che teneva in quel momento nella tasca del cappotto. Lo tirò fuori e lo aprì, dentro custodiva le due lettere che Louis gli aveva scritto dalla prigione e un tovagliolo di carta, quello che Louis gli aveva lasciato la mattina dopo la prima notte che avevano dormito insieme. Ciao, lavoro e il cuore disegnato a fianco. Quelli erano gli unici oggetti che gli testimoniavano dell'esistenza di Louis e del tempo che avevano passato insieme.
"Mi ricorderò di te, Louis" disse ad alta voce "come potrei dimenticare il più grande amore della mia vita?" ed era assurdo pensare che una relazione durata due mesi avuta a vent'anni potesse essere il più grande amore della sua vita, ma Harry era consapevole che un sentimento così non l'avrebbe provato per nessun altro. Il sole stava per tramontare quando Harry decise di salutarlo e tornare alla carrozza diretti verso Londra. La mattina successiva Harry prese un treno per il Cheshire.

Anni e anni passarono. Harry era tornato da sua madre nella sua casa natale, l'aveva ritrovata esattamente uguale a come l'aveva lasciata. Appena era arrivato sua madre le era saltata al collo tenendolo abbracciato per diversi minuti, poi gli aveva preparato del te e si erano seduti al tavolo. Harry le aveva raccontato tutto quello che aveva passato in quegli anni in cui era stato via. Raccontò degli ultimi due mesi della sua vita con la voce spezzata e sua madre lo abbracciò ancora. Rimase in quella casa per diversi mesi, finché non decise di voler riprendere in mano la sua vita e tornare a Londra, doveva farlo anche per Louis. Una volta tornato trovò Zayn e Niall, quest'ultimo si era legato a loro dopo la tragedia che li aveva accomunati, e questi lo aiutarono a rimettersi. Harry tornò a lavorare a teatro per una nuova compagnia, visto che la vecchia non voleva riprenderlo dopo lo scandalo e dopo averla abbandonata dopo il primo spettacolo del Dottor Faustus.
Nonostante tutto, Harry tornò ad avere una routine con il lavoro e con i suoi amici. Questi lo esortavano anche ad uscire con qualcuno e trovarsi una moglie ma lui si rifiutò sempre dicendo che non ne aveva bisogno e stava bene da solo. La verità era semplicemente che non si vedeva affianco a nessuno, affianco a nessun altro. Visse quegli anni il più serenamente possibile finché all'età di quarantacinque anni fu colpito da una grave polmonite. Fu costretto per molti giorni a letto, con le forze che continuavano a mancargli, circondati dalle cameriere che lavoravano in casa sua, da medici e dai suoi amici. Una sera erano venuti Zayn e Niall e sul tardi li aveva raggiunti anche Liam che ormai faceva parte del loro gruppo, ma quella sera si sentiva peggio del solito. La conversazione fu interrotta dai suoi lamenti di dolori e i tre ospiti lo guardarono preoccupati chiedendogli se dovessero chiamargli un medico, Harry rispose che era tardi ormai. Li guardò singolarmente negli occhi e sorrise dicendogli che presto sarebbe stato bene. Poi i suoi occhi si fissarono vacui davanti a sé e aprì le labbra in un sussurrò solo una volta ancora prima di chiudere gli occhi e spirare.
"Finalmente ti rivedo, Lou"e anche Harry si sentì libero.

Il vostro fiato gentile rigonfi
le mie vele, se non volete il crollo
del mio scopo: volevo divertirvi.

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Angolo autrice:
Oi oiii, eccoci alla fine definitiva della storia, spero davvero con tutto il cuore che vi sia piaciuta e che io non vi abbia fatto perdere tempo hahaha, so che non è il massimo e che ci sono tantissime storie meravigliose su questo sito ma ho cercato di dare del mio meglio. Grazie per essere stati con me in questo piccolo viaggio, spero vi abbia trasmesso qualche emozione e che vi abbia lasciato qualcosa. Se avete qualcosa da dire scrivetemi pure nei commenti oppure su twitter dove mi trovate come pepssafeplace. Qui non so se ci ritroveremo mai ma se mi troverò a scrivere di nuovo cercherò di fare del mio meglio e di condividerla di nuovo qui. Fino ad allora vi auguro il meglio, bye xx 

When the curtain goes up || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora