Quando la mattina dopo tutti e quattro si ritrovarono alla fermata del pullman, Lance, un pallone sotto il braccio e la borsa appoggiata sulla spalla, non riusciva a credere alla meravigliosa giornata che si prospettava davanti a loro.
"Oh, voglio assolutamente andare sul trampolino" esclamò.
Pidge grugnì da dietro gli occhiali da sole neri, intimandogli di abbassare la voce se non voleva ricevere un calcio in un certo luogo molto delicato e Lance non fece ulteriori commenti, nonostante riuscisse a malapena a trattenere l'entusiasmo. Quando infine il pullman arrivò, Keith si sedette in uno dei posti liberi e Lance, che stava per sedersi accanto a Hunk, intercettò i suoi occhi neri e allora si sedette al suo fianco, perché sì.
"Hai portato i braccioli?" si sporse verso di lui sogghignando e il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
Lance continuò a guardarlo, nella mente ben vivido il ricordo della notte prima, di come si era addormentato mentre lo stringeva a sé, i suoi capelli che gli carezzavano il volto, nel petto mille emozioni che lo facevano sentire così innamorato.
Aspetta, cosa?
"La smetti di fissarmi?" esclamò Keith, fulminandolo con gli occhi. Lance si allontanò da lui con uno scatto, il viso che bruciava. Passarono il resto del tragitto in silenzio, stranamente, ma Lance era fin troppo consapevole del contatto della sua gamba con quella dell'altro e dovette evocare svariate divinità per trovare la forza necessaria per non girarsi verso Keith ogni tre secondi. E baciarlo. Come? Cioè, picchiarlo.
Oh, a chi vuoi darla a bere Lance?
Quando infine scesero, la calda giornata di maggio li salutò con un sole splendente e un cielo azzurro e Lance dovette coprirsi gli occhi con una mano.
"Tuffo bomba!" gridarono lui e Hunk subito dopo aver posato la loro roba sulle sdraio. L'impatto di Hunk con l'acqua causò l'alzarsi di un'onda anomala che inghiottì il bambino che nuotava lì accanto, il quale per fortuna riuscì a riemergere, sputando acqua e piangendo e i due si allontanarono da lui prima che qualcuno potesse accusarli. Lance si portò i capelli bagnati indietro con la mano e sguazzò fino al bordo della piscina.
"Davvero? Avete intenzione di rimanere lì tutto il tempo?"
Pidge era già in postazione, ben coperto dal sole, il computer portatile acceso sulle ginocchia incrociate e tutta l'aria di non volersi muovere di un millimetro da dove si trovava. Era una battaglia persa in partenza, Lance lo sapeva, ma, comunque, era molto più interessato al convincere Keith. Il ragazzo esitò mentre Lance alzava e abbassava le sopracciglia e alla fine, con sua immensa gioia, si tolse la maglia nera, rivelando il petto niveo, i muscoli appena accennati e- okay, Lance, meglio se calmi una certa zona lì in basso.
Keith si sedette sul bordo della piscina e tremò all'improvviso gelo quando mise le gambe in acqua.
"Hai freddo?" Lance si avvicinò a lui, afferrandogli i polsi e guardandolo dal basso. Se non bacio questo ragazzo nell'immediato futuro potrei esplodere.
"Vuoi che ti riscaldi io?"
"Cosa?"
"Cosa?" e a quel punto Lance, un ghigno in volto, lo tirò in acqua. Keith, com'era ovvio, gli cadde addosso ed entrambi affondarono. Con ancora i polsi di Keith tra le sue mani, Lance aprì gli occhi e trovò il viso del ragazzo incredibilmente vicino al suo, i capelli fluttuanti e gli occhi stretti forte, un'espressione ridicolmente carina mentre cercava di liberarsi dalla presa. Quando aprì gli occhi e si fissarono il cuore di Lance, fu, infine, KO.
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I'm falling so I'm taking my time on my ride // Klance
Fanfiction[COMPLETA] Lance è davvero, davvero preso da quel ragazzo intelligente e carino della classe di spagnolo e non ha la più pallida idea di come conquistarlo. Finché non gli viene la geniale idea di farsi aiutare dall'amico emo, solitario e inquietante...