Capitolo 9

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Presi il cellulare e chiamai Tommaso
"Dove sei?"
"Sono a casa. Che è successo!"
"Ti prego dimmi che non sei ancora partito."
"No domani mattina, te l avevo detto. Ma cos'hai perché piangi?"
"Ho solo voglia di vederti. Sto arrivando."
Appena scesa dalla macchina lui era già lì fuori.
"Hey hey, calmati vieni qui."
Me lo abbracciai con tanta forza che quasi credevo di fargli male.
"Me ne sono andata. Li non ce la facevo più. Stava diventando un incubo. Lei mi comandava, umiliava davanti a mia madre. E lei non muoveva un dito."
"Andiamo dentro. Almeno ti rilassi un po!"
Entrammo e la sua casa era un disastro. Stava da solo, potevo almeno permettermi di stare con lui, almeno potevo curare qualcosa che poi avrebbe curato me.
"Stavo pensando, posso venire con te domani?"
Lo guardai con occhi colmi di lacrime, lui mi rassicurò facendo segno con la testa che era d'accordo.
Quella sera, mi sentivo protetta, amata, mai sentita prima. Ero contenta di stare con lui. Mi avrebbe fatto sentire speciale.
La mattina mi alzai alle 5. Il viaggio era molto stressante. Mentre preparavo le mie pochissime cose, trovai un messaggio di mia madre.
"CHIAMAMI SI TRATTA DI TUO PADRE."
Era un inganno? Pensai. La chiamo
"Dove sei?" Mi disse.
"Perche lo vuoi sapere?"
"Non cominciare a fare la testarda e ascoltami. Tuo padre ha avuto un brutto incidente. Era con tua sorella. Sono tutti e due ricoverati all'ospedale."
"Come è successo?"
"Non si sanno le dinamiche ancora. Ma sicuramente aveva bevuto. Ho paura per tua sorella."
"Va bene ci vediamo in ospedale."

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