La musica rock, sin dalle sue origini negli anni '50, venne vista come strumento di ribellione giovanile nei confronti di una società opprimente e troppo conformista. Se agli albori questa fosse una ribellione unicamente a livello musicale e di vestiario, negli anni '60 assunse anche un significato diverso. I testi delle canzoni professano anticonformismo, pacifismo e filantropia. Fu proprio in questo periodo che si svolsero gli eventi che verranno poi raggruppati in quel fenomeno socio-culturale conosciuto come Sessantotto, in cui il rock ebbe una particolare importanza. A partire dal 1964, si iniziò a protestare e a manifestare contro la guerra in Vietnam e a favore dei diritti civili. Questo clima di proteste non fu un fenomeno che riguardò unicamente gli Stati Uniti. In Europa ebbero risalto le contestazioni che colpirono Francia, Cecoslovacchia e Italia. In Francia la protesta assunse toni molto violenti nel maggio del 1968, in contrasto con un progetto, il piano Fouchet, che mirava a modificare il sistema scolastico per favorire le esigenze delle industrie. Gli studenti e i professori universitari più progressisti iniziarono a scioperare. Ben presto la protesta assunse toni politici e anche gli operai si unirono agli studenti in quella che era diventata una manifestazione antiborghese. De Gaulle decise di anticipare le elezioni, che egli stravinse. Ciò porto i ribelli a desistere, gli scioperi e gli scontri con la polizia andarono progressivamente scemando nel giugno '68. In Cecoslovacchia venne tentata una democratizzazione del sistema stalinista, si provò ad aumentare i diritti dei cittadini e a riformare l'economia. Questo tentativo venne però soffocato nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1968, quando l'Unione Sovietica fece intervenire l'esercito ed occupò il paese. Il Sessantotto in Italia esplose nell'autunno del 1967 e nella primavera del 1968. Inizialmente la protesta assunse uno stampo studentesco: vennero occupate molte università tra le quali quelle di Trento, Milano e Torino. All'interno di queste gli studenti organizzavano assemblee e dibattiti nei quali tentavano di dare corpo ai loro pensieri politici. La protesta studentesca del 1968 in Italia ebbe il massimo dei consensi, ed a questa si aggiunsero le rivolte del movimento operaio. Gli operai denunciavano un profondo malessere sociale che ritenevano causato dal fatto che loro pagassero molte più tasse e che alcuni ricchi imprenditori evadessero le tasse. A seguito di queste rivolte gli operai ottennero sia aumenti salariali, sia innovazioni di tipo normativo. Infine nel 1970 venne approvato dal Parlamento lo Statuto dei Lavoratori, in cui veniva vietato ogni abuso di potere all'interno delle fabbriche, ponendo limiti all'autorità dei "padroni" e vietando le discriminazioni politiche e religiose nell'ambiente lavorativo. La contestazione non si esauriva, come detto precedentemente, sul piano sociale e politico, bensì riuscì a trovare nella musica un ulteriore canale di diffusione. In questo periodo il tipo di musica che "accompagnava" le contestazioni era il rock, che interpretava il senso di inquietudine, di protesta e di ribellione dell'epoca. Esso si proponeva come un canale anti-tradizionalista e anticonformista, che voleva rimpiazzare la musica melodica e sentimentalista e produrre un nuovo sound provocatorio. Con questo genere si arrivava ad un punto in cui libertà in musica, nei costumi e libertà sessuale si fondevano prepotentemente. In questo periodo nacque il movimento degli hippie (i cosiddetti figli dei fiori) particolarmente presente durante gli anni della guerra del Vietnam. I maggiori interpreti del pacifismo furono Joan Baez, John Lennon e Bob Dylan (celebre la sua Blowin' In The Wind). L'apice della cultura hippie si ebbe con il Festival di Woodstock, emblema dell'atmosfera allegra e utopistica che volevano creare i "figli dei fiori". In Italia, in realtà, il Sessantotto si ebbe qualche anno più tardi, ma, dal punto di vista musicale, la ribellione apparve come fenomeno di massa già nel 1966, quando Migliacci e Lusini scrissero il testo di C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. La canzone fu cantata da Gianni Morandi, ma, essendo egli il classico interprete di testi facili e sentimentali, la sua avventura con questo tipo di canzoni fu scoraggiata da più parti. Il testo venne censurato dalla Rai poichè citava la guerra in Vietnam, che in quegli anni stava scrivendo alcune fra le pagine più sanguinose della storia contemporanea. Le idee e le atmosfere evocate, tipiche nella gioventù dell'epoca, contribuirono a un successo senza precedenti per la canzone, che fu anche ripresa da Joan Baez che la consacrò quale inno alla pace. Molte canzoni furono scritte sugli avvenimenti di quegli anni, tra cui il celebre album di Fabrizio De Andrè Storia di un impiegato e il brano di Francesco Guccini intitolato Primavera di Praga. Infine rimane molto significativa anche la canzone Come potete giudicar dei Nomadi, vero e proprio inno alla libertà che toccò i problemi del Sessantotto.
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La Musica Rock Degli Anni '60
No FicciónTesina interdisciplinare sulla musica rock degli anni '60 portata alla mia maturità nel 2018. Come il rock abbraccia storia, arte, letteratura e filosofia.