6. Promessa da marinaio

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"Promettiamo
secondo
le nostre speranze
e manteniamo
secondo
i nostri timori".

Francois de la Rochefoucauld

I ricordi speciali hanno il potere di non svanire dalla nostra mente perché quando lasciano il segno compongono l'archivio del nostro cuore

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I ricordi speciali hanno il potere di non svanire dalla nostra mente perché quando lasciano il segno compongono l'archivio del nostro cuore.

Vivono per sempre dentro di noi e possono riemergere attraverso un nonnulla: una parola, un profumo, un oggetto, uno sguardo, un sorriso, un gesto, un tocco...

Mia madre era il mio ricordo speciale.

Anche se avessi dimenticato il suo tono di voce, ogni suo rimprovero o ogni suo singolo sorriso, lei, nella sua essenza, nel suo essere una madre amorevole e buona, non sarebbe mai svanita dal mio cuore, né dalla mia mente, né dai miei respiri.

Le dovevo la vita.

Le dovevo il suo incondizionato amore.

Le dovevo le speranze vivide trasmesse dai suoi occhi.

Tutto di lei sarebbe vissuto dentro di me per sempre e non avrei permesso mai a nessuno di infangare un ricordo così speciale.

A nessuno.

«Che succede?» Mia nonna voleva entrare nella mia stanza ma si ritrovò tra i piedi ostacoli di stoffa ovunque. «È scoppiata una bomba?»

Valanghe di abiti erano riversi a terra, sul letto e su ogni superficie disponibile della stanza come alghe sulla battigia. Gli armadi con gli interni denudati mostravano la loro desolazione e i miei occhi il totale sconforto.

«Non ho nulla da mettere» mi lamentai, inondata da quel mare di vestiti.

«Ci credo! Messi così, ormai, sono tutti da stirare. Gli armadi servono per contenere i vestiti, non per vomitarli tutti insieme a terra, Shelly*.»

Mi paralizzai a quell'ultima parola. Erano anni che non sentivo pronunciare il mio soprannome. Mia madre mi chiamava così nei momenti più dolci o quando doveva rimproverarmi bonariamente.

Papà aveva smesso di usarlo dalla sua morte e la nonna, vedendo quanto i miei occhi soffrissero al suono di quella parola, aveva cercato di perderne l'abitudine.

«Scusami.»

Scossi la testa accennando un debole sorriso. «Non fa niente.»

In realtà, un magone mi aveva affogato il respiro.

Odiavo quella sensazione attaccata addosso come liquame appiccicoso. Ogni volta che cercavo di toglierlo via, più strofinavo, più la macchia oleosa si cospargeva, avvinghiata come una seconda pelle, e finiva per soffocarmi.

Sconfitta ancora da quei sentimenti, provai a distrarmi separando le magliette dai pantaloni in cerca dell'abbinamento perfetto per attuare il mio piano.

Come Conchiglie sulla SabbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora