Febbraio, 1964
Era una settimana che mi sentivo male con lo stomaco e la prima cosa che mi venne in mente fu la possibilità che ero rimasta nuovamente incinta.
Il dottore confermò la mia teoria rimandandomi a casa con tanti sentimenti contrastanti che lottavano per accaparrarsi il posto assoluto.
Decisi di non dire niente a nessuno, non volevo essere messa di nuovo al centro dell'attenzione ed essere trattata come una bambina per nove lunghi mesi.
Mentre i bimbi facevano il riposino pomeridiano ero solita passare il tempo in compagnia di un buon libro o dei centrini da ricamare ma quel pomeriggio non avevo alcuna voglia di starmene chiusa in casa ad ammuffire sul divano.
Decisi di fare una passeggiata in giardino nonostante fosse inverno e la temperatura abbastanza rigida.
Indossai il cappotto e mettendomi il cappello uscii respirando aria fresca che mi distese immediatamente i nervi.
Carlo era partito per degli affari e sarebbe tornato non prima di una settimana con mia grande gioia.
Giuseppe era sempre più presente nella mia vita ed in quella dei bambini che erano sempre felici di vederlo e giocare con lui.
Aveva venduto il negozio per una bella somma di denaro che permise a sua madre di vivere dignitosamente la vecchiaia senza doversi preoccupare di guadagnare soldi.
-E' stato un gesto davvero molto caro, era il tuo sogno quella pasticceria- gli dissi un giorno mentre eravamo seduti in giardino in completo silenzio quasi opprimente.
-Non fa niente, l'importante per me, adesso, è sapere che tu stia bene- mi sorrise accarezzandomi la guancia, arrossii di colpo per quelle attenzioni così dolci, Carlo non era mai riuscito ad essere gentile con me nonostante avesse cominciato ad essere meno violento sia con i gesti che con le parole.
-Una bellezza come la tua è sprecata qui- ammise guardandomi dritto negli occhi, si era avvicinato senza che me ne accorgessi e come se fosse del tutto naturale mi baciò sulle labbra prendendomi alla sprovvista, mise le mani intorno alla mia faccia premendo con leggerezza.
Ero sconcertata, non credevo avrebbe avuto un tale coraggio da baciarmi nella villa di Capponi con spie ad ogni angolo, mi allontanai frettolosamente -Sei pazzo! Cosa credevi di fare?! Se Carlo lo venisse a sapere per te è finita- mi alzai dalla panchina fuggendo dall'unico uomo che mi amava realmente.
Ripensai a lungo al suo gesto e per quanto potessi essere arrabbiata ed impaurita allo stesso tempo, non potevo mentire a me stessa dicendo che il bacio non mi aveva riacceso il cuore.
Passarono alcune settimane nella quali mio marito si interessò veramente poco a me.
Aldo e Caterina rispettivamente di due anni e mezzo e un anno e mezzo, crescevano a vista d'occhio e sapendo entrambi camminare per benino avevano cominciato ed essere più difficili da gestire, bisognava stare sempre attenti affinchè non combinassero pasticci.
Marzo era arrivato con le sue piogge e ciò mi costrinse a rivelare il mio stato interessante alla famiglia.
-E' una bellissima notizia- si congratulò mia cognata Caterina un giorno quando venne a fare visita ai bambini portando loro della cioccolata.
-Si, è una bella notizia- confermai sorridendo, entrambi erano ancora piccoli ed avevano bisogno di attenzioni ma non mi spaventava avere un altro figlio, anzi, ero felice della gravidanza.
Novembre, 1964
Durante il parto avevo subito della complicazioni, il cordone ombelicale aveva quasi soffocato il bambino e quello che doveva essere un parto naturale si è trasformato in un cesareo.

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Sarò tua, per sempre
Aktuelle LiteraturPrequel DI "IRRIMEDIABILMENTE TUA" Lucia Sapone è l'ultima figlia femmina di Ferruccio Sapone, detto "U Surici". Sa che il suo destino è segnato da un matrimonio combinato, lo sa da quando sua madre l'ha considerata in grado di comprendere. Essendo...