Una sentì il nipote arrivare e mettersi di fianco a lei quella mattina mentre era come sempre sulla soglia di casa. Si era seduto tranquillo ma l'anziana donna poteva percepire l'inquietudine dentro di lui."Sono stato a parlare con Morla all'alba!" Disse d'un fiato l'uomo.
La donna non rispose, restò in attesa. Sapeva che voleva dirle altro, ma il tempo per Louis era fondamentale, gli serviva per esprimere i concetti nel modo giusto, era riflessivo in fondo anche se non lo sembrava.
"Ho parlato con lei dello straniero. Dice che l'ho trovato. Secondo lei è proprio il romano quello che cercavo." Parlava a bassa voce, con un tono calmo e fintamente sereno.
"Quando il fuoco è venuto a trovarmi ha detto che ci avrebbe salvati, che lui conosce il segreto, ricordi?"
L'anziana annuì ancora muta, prendendo da una ciotola che teneva in mano delle erbe sminuzzate che sfregò tra pollice e indice. Le mani vizze e raggrinzite dalla vecchiaia avevano dita affusolate e diafane, erano mani esperte che maneggiavano con cura le erbe e ne sentivano l'essenza che ne veniva sprigionata.
"Forse lui ci salverà davvero." il castano fece un'altra pausa, poi sospirò prima di continuare ancora.
"Si sta dimostrando utile e ci sta rivelando molte mosse del nemico che ci attaccherà. Ma il segreto di cui parlava il fuoco, forse è un altro."
Una allora, dopo ancora qualche istante di silenzio, mise la mano gelida sul polso di Louis che si voltò verso di lei richiamato da quel contatto. Con l'indice intriso di color cobalto scuro, dato dalle erbe che stava sfregando, tracciò una linea all'interno di esso nella parte più chiara e morbida dove rivoli di vene bluastre scorrevano. Continuando a tracciare linee parlò.
"Il tuo *manar si sta compiendo ragazzo mio. Lo straniero avrà un ruolo preciso nel tuo cammino verso tutto questo. Io ho visto dentro di lui. Il suo cuore è sincero."
Louis ascoltava la nonna in silenzio mentre un brivido gli percorse la schiena. Le sue dita gelide avevano adesso finito di percorrergli il polso. Lasciando un segno sfocato, fatto di erbe sminuzzate che sarebbe scomparso con una folata di vento. Scomparso sì, ma solo in apparenza.
"Tu sai che quel verde è quello che hai visto, non è vero?"
Disse ancora l'anziana mentre alzandogli il volto con le dita gli sorrise, mostrando i pochi denti che le rimanevano. Louis sorrise a sua volta anche se sapeva che la donna non poteva vederlo, ma era certo che lo sentiva.
"Le due linee vicine e il cerchio che le contiene, significano *yanwe!"
Spiegò ancora Una mentre teneva il polso dipinto del nipote tra le dita rivolto verso l'alto così che lui vedesse.
"Non ci è dato sapere come ma è quello che è già scritto!"
Le parole della donna colpirono molto Louis. Il suo popolo credeva fermamente a tutto quello che erano gli spiriti, i sogni, i rituali, le profezie e i segni.
Conosceva ogni collegamento con la natura e ogni segno del fato. Sapeva che era proprio quello a governare tutto. Lo spaventava enormemente ascoltare quelle parole. Una paura arcana, incondizionata, ma che lo faceva sentire allo stesso tempo, vivo, con un fuoco che ardeva dentro di lui.
Per quello aveva tardato così tanto a parlare con la strega e poi con sua nonna. Ma lui sapeva, in cuor suo sapeva, che avevano ragione.
Da quando i due stranieri erano arrivati al villaggio Louis aveva smesso di avere incubi. Non era più riuscito a vedere nulla nè fuoco, nè armature dorate, nè bagliori verdi. Ogni giorno vedeva le cose reali che gli succedevano davanti agli occhi. Ogni giorno, la sua sicurezza aumentava.
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Sky Full Of Song
FanfictionLouis e Harry condividono un destino simile. Salvare ad ogni costo la loro terra e mantenere una promessa. Diversi, lontani, ma con un unico scopo. Scopriranno con l'aiuto dei loro amici e la voglia di scoprirsi, che in realtà sono molto più vicini...