Capitolo III

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Due mesi e mezzo prima, avevo accettato quel lavoro da barista, e ormai in quel pub mi sentivo piú a casa di quanto non lo facessi dai miei.
La situazione rimaneva, però, sempre la stessa, e giá avevo perso le speranze, rassegnandomi al fatto che né Ryan né i miei genitori avrebbero mai accettato tutto questo.
Un'altra cosa che era rimasta costante in quell'ultimo periodo era la visita del biondo, Niall.
Infatti alle 22.00 di ogni sera mi aspettavo di sentire il motore di una moto fermarsi esattamente davanti al locale, ci avevo fatto l'abitudine.
Tutto era diventato piuttosto monotono e tra varie chiacchere ero arrivata anche quella sera alla fine del mio turno, mi ero andata a preparare e dopo aver scoccato un sonoro bacio sulla guancia a George, il proprietario del bar, e aver salutato tutti i clienti, tra cui Niall, ero uscita ad aspettare Ryan, il quale doveva riaccompagnarmi a casa, come suo solito. Inaspettatamente però mi era arrivato un messaggio:
"Oggi non riesco a venire."
Era Ryan.
Se solo mi avesse avvisato prima mi sarei potuta organizzare diversamente, invece mi aveva lasciata sola e io mi ero ritrovata a piedi, in pieno inverno, la notte.
Che amore di ragazzo mi ero scelta.
Per cui non potevo fare altro che incamminarmi verso casa.
E cosí avevo fatto.
Non credo di aver mai avuto tanta paura quanta quella sera, quando, mentre tranquillamente andavo a casa una moto aveva accostato esattamente dove ero io.
Ci avevo messo un po' a capire che si trattava di Niall, che divertito dalla mia reazione, aveva iniziato a ridere.
"Oggi non è venuto il fidanzatino?" Mi aveva chiesto sfacciatamente.
"Come puoi vedere Horan, no."
Ero parecchio scocciata, e questo si poteva percepire dal mio tono di voce.
"Dai monta su, ti accompagno io oggi", mentre lo diceva aveva preso un altro casco e me lo aveva passato.
Cosí, senza esitare me lo ero infilata, e in un attimo tutta la mia rabbia si era dissolta.
"Basta che vai piano, ho visto come corri" avevo risposto sorridendo.
"Proverò a rimanere dentro al limite di velocitá, ma non ti prometto niente. Quindi, tieniti forte Jo" io intanto, decisa, avevo stretto le braccia attorno alla sua vita, pregando di rimanere viva.
.
"Non é stato cosí male, ammettilo"
"Scherzi? Ho rischiato la morte per ben due volte, mai piú, giuro."
"Dite tutte cosí, poi volete sempre farci un giro."
"Tutte eh? Quindi Mr. rubacuori porti Tutte sulla tua moto eh?" Avevo chiesto ridacchiando e facendogli l'occhiolino.
"Eh vorrei poterlo dire, ma per tutte intendo te, mia mamma e mia sorella più piccola." E non avevamo potuto fare a meno di scoppiare a ridere nel bel mezzo della strada all'una di notte, i vicini mi avrebbero ucciso.
"Grazie per il passaggio, comunque"
"Nessun problema, la prossima volta se il fidanzatino ti dà buca, avvisami subito"
Aridaje con questa storia del "fidanzatino".
"Lo faró, solo se la smetti di riferirti a Ryan con "fidanzatino", okay?"
"Perchè non lo è?" Aveva alzato un sopracciglio.
"Certo che lo è, ma da come lo dici sembra abbia fatto qualcosa di male, e tu dopotutto non lo conosci neanche...ma aspetta, non è che sei geloso Horan?" Avevo scherzato con lui.
"Ah Jo, mi hai scoperto, ora sai del mio profondo amore per te" ormai avevo i crampi alla pancia a forza di ridere, non mi succedeva da tempo.
"Dai io vado dentro, grazie ancora"
E proprio mentre mi stavo voltando per raggiungere il portone, avevo sentito una presa attorno al mio polso, cosí mi ero girata.
"Aspetta un attimo, domani ti andrebbe di andare a fare un giro quando hai finito il turno?"
Mi aveva chiesto tranquillamente.
Così anziché rispondergli gli avevo solo sorriso, dandogli le spalle.
"Lo prendo per un sí?" Insisteva.
"Buonanotte Niall" e detto questo, avevo chiuso il portone ed ero andata a dormire.

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